Massimo Baraldi: One For The Road

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One for the roadTra gli artisti del panorama comasco che ho avuto il piacere di incontrare Massimo Baraldi è il mio preferito. Massimo è una persona molto gentile che appena comincia a parlare, con quel suo accento mezzo modenese e mezzo comasco, riesce subito a metterti a tuo agio coinvolgendoti nei suoi discorsi, mai troppo seri e mai banali. Quando c’è lui sò che mi divertirò, che scoprirò aneddoti e curiosità sul cinema, sulla musica e sulle cose strane della vita.

“Il Baraldi” è un giornalista musicale, la sua più grande dote è l’innata capacità di risultare immediatamente simpatico, anche agli artisti più “rognosi” accettando di buon grado di farsi intervistare da lui. Parla russo, gestisce un sito web (massimobaraldi.it) e scrive libri quando non pubblica interviste.

E’ da poco uscita la 3ª ristampa di “One for the road, soliloquio da bancone in 19 giri ed un brindisi”.  Io ne ho una copia della prima edizione autografata da Baraldi e Santambrogio!!

“One for the road, uno per la strada, è un brindisi ampiamente diffuso in tutto il mondo anglosassone. L’origine di questa espressione, dai più dimenticata, è legata alla tradizione londinese di offrire l’ultimo bicchiere ai condannati a morte durante il tragitto di circa tre miglia che li separava da Tyburn Tree e dalla forca. A quell’ epoca le esecuzioni erano occasioni di festa e si stima che a Tyburn Tree, dal 1196 al 1783, siano state eseguite dalle 40.000 alle 60.000 sentenze.

One for the road, un brindisi che nell’uso comune offre alla strada l’ultimo bicchiere della serata, diventa il pretesto intorno al quale costruire una storia: la storia in 19giri e, appunto, un brindisi, di un personaggio senza volto e della sua lunga ultima notte, trascorsa al bancone di un bar a raccontarsi a un interlocutore senza nome… un giro dopo l’altro, in una grottesca, dolorosa estrusione.

Questi gli elementi. Tutto il resto si muove nella nebbiosa terra di nessuno tra il sogno e la realtà, sullo sfondo di una caccia crudele dove i tratti del cacciatore si confondono e sovrappongono a quelli di chi è braccato.”

Il libro, arricchito da una prefazione scritta dal poeta americano {it:Jack Hirschman} che è ritenuto dalla critica “il più importante poeta vivente d’America”. Basti pensare che {it:Hemingway} inviò a Hirschman una celebre lettera per incitarlo a continuare a scrivere. In seguito alla morte di Hemingway l’ Associated Press ne diffuse la lettera che venne pubblicata sui giornali di tutto il paese, compreso il New York Times, come “Lettera a un giovane scrittore”.

Alla grande Massimo, One For The Road!!

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