In primavera, quando il sole comincia a scaldare le giornate, passeggiando per il bosco comincio ad incontrare alcune delle sue creature più affascinanti e terrificanti, i serpenti.
Non ho nessuna difficoltà ad ammetterlo, i serpenti mi fanno una paura dannata e, come tutte le cose che mi spaventano, dedico loro una grande attenzione ed un accurato studio.
L’anno scorso, proprio in questo periodo, scrissi un interessante articolo in cui ho catalogato i serpenti della nostra zona riportando informazioni ed fotografie: Marasso, un incontro speciale…
Confesso che in questi giorni, mentre si affina la preparazione e l’organzzazione del nostro viaggio in Ladakh, sono assillato dai sogni più strani. Credo che l’inconscio esplori le più disparate problematiche in cerca di una soluzione per prepararsi ad affrontarle. Non credo sia preveggenza, credo sia la ragione che, consapevole delle difficoltà che possono vericarsi, lascia libera la fantasia di elaborare gli scenari possibili. Credo che in questo modo il nostro istinto di sopravvivenza utilizzi il riposo ed il sogno come training per la mente attraverso una strana forma di “paranoia notturna”.
Tutto questo è sicuramente positivo se non fosse che continuo a sognare serpenti!!!
Se volete divertirvi e prendere un comune manuale dei sogni troverete che il sognare serpenti indicherebbe la volontà di una rinascita, qualcosa che in fondo potrebbe essere legato al senso del nostro viaggio. Tuttavia secondo gli orientali indicherebbe una rappresentazione del kundalini, l’ energia vitale umana assimilabile alla libido e all’eros che abita, come un serpente arrotolato, la base della colonna vertebrale. In effetti le frequentazioni femminili in questo periodo scarseggiano ma neppure questo mi convince. Joung e Freud hanno teorie psicanalitiche in merito, ma nemmeno loro hanno colto il senso del mio sogno.
Così ho continuato a scavare nel mio inconscio cercando una spiegazione. In Ladakh sono presenti molti monasteri dove sono venerati figure mezzo uomo e mezzo serpente chiamate Klu o Naga dagli occidentali. Si dice inoltre che questi Naga vaghino nei pressi dei monasteri proteggendoli durante la notte dagli spiriti e dagli invasori. Ma neppure questa scoperta, sebbene suggestiva, soddisfava la mia ricerca.
Alla fine ho cominciato a capire che il motivo di quei sogni era più semplice. Qualche giorno fa ho infatti trovato su Internet una bellissima foto di una lucertola molto simile ad una piccola iguana su una pietraia del Ladakh. Credo che la cosa mi abbia colpito perchè non mi aspettavo di vedere un tale animale a sangue freddo ad una quota simile, stiamo infatti parlando di un’altezza media superiore ai 4000 metri in un territorio dove gli inverni sono estremamente rigidi. Credo che la mente abbia fatto “Click” ed inconsciamente abbia valutato la possibilità che dove vi sia una lucertola vi sia anche un serpente con tutti i pericoli che ne conseguono.
Sulle Alpi Carniche, dove ho passato molte estati, ad una quota di 2000 metri si trova spesso la temibile Vipera del Corno che si scalda tra le pietraie. L’incontro, se inaspettato, non è molto piacevole ed ogni volta supero il mio personalissimo record di salto in alto con urlo. Possibile che anche in Tibet vi sia l’eventualità di un simile incontro?
Con quest’idea mi sono messo a consultare le biblioteche digitali della rete e dopo un po’ di ricerca ho trovato il serpente dei mei sogni: Bailey’s snake o Thermophis baileyi, il serpente che abita il tetto del mondo!!
Molto simile ad un colubro, il nostro “Scurzon”, non è velevoso anche se alcuni tipi posseggono denti e saliva tossica. E’ abbastanza raro incontrarlo perchè vive solo nei pressi delle sorgenti d’acqua calda che sono tuttavia abbastanza diffuse nella regione Himalayana. Ne ho individuato un paio anche lungo il nostro percorso.
Infilarmi in una calda pozza d’acqua termale dopo una lunga marcia e trovarsi a faccia a faccia, senza nessun preavviso, con un serpente che ti nuota affianco è qualcosa che, a quella quota, poteva rivelarsi molto pericoloso per il mio giovane cuore!! Ora che conosco Bailey, lo scorzone del Tibet, non credo farà lo stesso effetto, credo anzi che continuerò a godermi l’acqua calda. La cosa divertente sarà che, guardandolo, scoprirò se il mio “socio” si sia preoccupato di leggere il blog prima della partenza dopo avermi tanto sbeffeggiato per i miei strani sogni.
Buon Bagno Enzo!!!