Era una mattina di maggio del 2009 e sembrava in una coincidenza da film: all’aeroporto di Malpensa io trafficavo con i nostri due zaini, il nostro solo bagaglio per i successivi tre mesi, mentre Enzo confabulava con un ragazzo, come sempre ben vestito, anch’egli in partenza per l’oriente.
Quel ragazzo era Fabrizio Musa, storico amico di Enzo e noto artista comasco: noi partivamo per l’India puntando al confne Tibetano con la Cina mentre Fabrizio partiva per Hong Kong da cui fare scalo per il cuore della Cina.
Il tempo di uno scatto ricordo tra la confusione dell’aereoporto e poi ognuno è partitio per il suo viaggio affrontando le proprie incognite. Tra i monti spesso ci capitava di pensare a come se la stesse cavando Fabrizio in giro per la Cina e così, oggi, mi fa molto piacere presentarvi la sua nuova mostra che trae spunto proprio da quel viaggio.
Con Musa la Cina è vicina
Dopo il razionalismo comasco e le artdite e rigorose geometrie dell’archistar Mario Botta il pittore comasco Fabrizio Musa fa tesoro di un recente viaggio in Cina e torna ad esporre a Milano nel segno delle metropoli dell’Estremo Oriente. Da sempre attento all’achitettura, l’artista, dopo i cicli pittorici dedicati alle opere monumentali di Giuseppe Terragni, con la personale “China.txt” in corso al capoluogo lombardo, giunge al confronto con l’architettura cinese, al contrasto delle forme millenarie con gli ultimi azzardi archtettonici dagli occhi a mandorla. Nello spazio Obraz Gallery di via Lazzero Palazzi nel capoluogo lombardo sono in mostra 5 tele di grandi dimensioni che illustrano il viaggio di Musa, accompagnate dagli studi preparatori e da 4 serigrafie a tiratura limitata. L’esposizione si può visitare gratuitamente tutti i giorni fino al 15 Dicembre.
Davide “Birillo” Valsecchi