La valle due Pile è ben visibile e riconoscibile nel versante sud del Moregallo, è costellata di guglie e pilastri, un dedalo di rocce e paglione che offre alti torrioni così come modeste strutture. In questa valle, da alcuni anni, i Tassi del Moregallo conducono i propri “esercizi d’alpinismo”. La valle, dal punto di vista dell’arrampicata, è stata per lo più trascurata in passato. Nella parte alta, sull’anticima Nord Est del Moregallo, sono state tracciate due vie alpinistiche importanti, la GF OSA e la Giulietto Soccol. Lungo la valle, che offre invece solo strutture di altezza più ridotte, sono stati riscoperti solo tentativi e vie dimenticate, tra queste la più rappresentativa è “Biba e PoniPoni”. Negli ultimi anni, come si è detto, la valle è stata riscoperta diventando un vero e proprio “laboratorio”, uno spazio incontaminato dove poter sperimentare l’arrampicata senza l’uso del trapano. Dopo i primi – a volte imbarazzanti – esperimenti, tra cui va ricordato lo “Scoglio d’Arianna”, si sono susseguite un buon numero di vie e monotiri via via sempre più estetici ed impegnativi. “Birillo’s Crack”, “Indietro non si torna”, “La via del Teo”, “Mozzo Fantasma”, “Movimento Yogico” sono solo alcune delle vie più note e significative. Tutte aperte dal basso, senza l’uso del trapano e lasciando in parete quasi nessun chiodo. Francamente sono ormai tre anni che studio la valle e credo sia un’inesauribile fonte di ispirazione: la semplice esplorazione di quegli spazi verticali, spesso complessi e labirintici, è per me appagante ed avvincente.
Purtroppo un furioso incendio nella valle, nel gennaio del 2017, aveva spazzato la vegetazione rendendo il terreno friabile e franoso. Lo scenario dopo le fiamme era assolutamente sconsolante ed anche questo aspetto, oltre alle pericolosità degli zoccoli d’accesso alle pareti, ha decisamente rallentato tanto l’esplorazione quanto l’arrampicata. Fortunatamente la natura ha una forza inesauribile ed i segni delle fiamme sono ormai vinti dalla vegetazione. Il temibile paglione, che tanto rende difficoltoso l’avvicinamento, contiene e trattiene la friabilità del terreno. Le piante, da sempre ancoraggio prediletto, sono nuovamente solide nelle proprie radici. La valle è nuovamente viva, rinata come una fenice della distesa di cenere che l’avevano avvolta.
Nel centro della Valle Due Pile, poco a monte del sentiero che collega Sambrosera alla Forcellina, è chiaramente visibile un monolite dalla forma di rombo. Con Gaetano, un mesetto fa, ero salito – senza equipaggiamento – fino alla base per un ultimo sopralluogo. Il lato occidentale del monolite offriva una possibilità di salita, ma la difficoltà era chiaramente ben oltre le nostre capacità. Così, nonostante le distanze, abbiamo inviato le fotografie ad uno dei protagonisti della valle: Josef. Al suo rientro in Italia ci siamo ritrovati tutti insieme per tentare la salita. Giunti alla base Josef, guardando la parete, ha sgnignazzato divertito: “Birillo, mi hai fregato un’altra volta: la linea è bellissima, tremendamente estetica… ma è assolutamente più difficile di quanto apparisse nelle tue foto!!”. Una delle peculiarità del Moregallo è che “non regala nulla”, spesso infatti la percezione appare distorta, quello che si percepisce come verticale si dimostra in realtà strapiombante. Quello che sembrava fattibile, assolutamente terrificante. Tuttavia questo è parte del fascino del Moregallo, il vero motivo per cui tutte queste strutture, all’apparenza così simili ai torrioni della Grignetta, sono spesso temuti ed ingiustamente sminuiti. Purtroppo, o per fortuna, senza l’uso del trapano ogni salita diventa così significativa e complessa.
Come sempre Josef ha dato prova di grande maestria superando, non senza sforzo, l’aggettante diedro a strapiombo. Io, che sono in buona misura ancora malato, gli ho fatto sicura ma la prima risalita da secondo, per noi condizione fondamentale perchè una via diventi tali, è stata compiuta da Ruggero, un ragazzo talentuoso ma alla sua prima esperienza con questo tipo di arrampicata. Ruggero subito alla partenza ha fatto saltare prima una presa e poi un chiodo ma, dopo due balte, ha subito compreso cosa significhi non arrampicare in falesia: benvenuto al Moregallo, benvenuto nei Tassi!
Il monolite, gendarme silenzioso a guardia della valle, è stato battezzato “Pilastro Charlie Patton”. Un omaggio al Generale di Ferro, George “Old Blood and Guts” Patton, che guidando con straordinario carisma la Terza Armata ha sbaragliato i nazisti tanto in Africa quanto in Europa. Ma anche un omaggio ed un ricordo a Giovanni “Charlie” Giarletta, vice capo stazione della Stazione Grigne del Soccorso Alpino di Lecco, un alpinista degno di conquistare la vetta del Cerro Torre lungo la Via dei Ragni e sfortunatamente travolto da una slavina sulla sua amata Grignetta. Si spera che il Pilastro, con l’aiuto di due simili padrini, custodisca la valle e vegli su coloro che vi si avventureranno in cerca di un alpinismo forse minore ma profondo ed autentico.
La via, tutt’altro che docile, è stata chiamata “Il carattere del Generale”. Un monotiro di 25 metri con un passaggio centrale ed obbligato di VII+. In parete, in via del tutto eccezionale, sono stati lasciati due chiodi. La sosta va attrezzata.
Davide “Birillo” Valsecchi