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Rapporto da Londra

Rapporto da Londra

 

La Zia a Silverstone

«Avverse condizioni meteorologiche», «Britannia stretta nella morsa del ghiaccio», «Inghilterra travolta dalla tempesta di neve». Questi erano i titoli dei giornali ed il clima di emergenza che a Londra aveva creato  la nevicata del sei Gennaio. Se però considerate che tre quarti dei “driver” inglesi sono indiani del sud potete capire perchè “due dita” di neve abbiano piegato il regno di sua Maestà.

Per di più l’amministrazione inglese si era “dimenticata” di acquistare le scorte di sale e, per conservare le riserve, aveva dato disposizione di pulire le strade solo quando la nevicata fosse finita. Gli inglesi erano nel panico.

Io e la Zia, per tutta risposta al clima di incertezza, ci siamo imbarcati su treni ed autobus e ci siamo fatti 180km nella periferia londinese fino al circuito di Silverstone, meta della nostra curiosa missione. Abbiamo dovuto fare lo slalom tra i treni cancellati ed insegnare ad un terrorizzato taxista indiano i rudimenti della guida sulla neve (Nessuno ha le catene da neve lassù…) ma ce l’abbiamo fatta.

Quello che non mi aspettavo è che la British Airways avesse cancellato, per quasi due giorni consecutivi, tutti i voli da Londra. Quando siamo arrivati a Heatrow c’era gente che ormai aspettava da oltre 24ore ed anche il nostro volo veniva continuamente posticipato. C’erano un delirio di Italiani che, spaventati ed incapaci di spiccicare una parola in inglese, si aggiravano disperatamente in piccoli branchi da un centro informazioni all’altro.

Spesso gli italiani sanno distinguersi nel modo peggiore. A guidare la solita banda di straccioni questa volta c’era un prete, italiano e cattolico. Eletto leader in virtù della conoscenza della lingua locale era davvero forse un po’ troppo esaltato da quel suo nuovo ruolo. Forse gli infiniti monologhi domenicali propinati alle “pecorelle” dovevano avergli dato alla testa: lo guardavo abbaiare e battere i pugni sul bancone del Check-in chiedendomi se si sarebbe gonfiato abbastanza da strozzarsi con il collarino.

Forse nessuno lo aveva avvisato che qui sono protestanti e per parlare con Dio non usano il prefisso di Roma. Non serve a molto fare i buffoni urlando e facendo gruppo, si rischia solo di essere “cresimati”. Mentre guardavo avvicinarsi la polizia, venuta a presidiare la zona e a raffreddare gli animi, ho capito che era tempo di muoversi, tempo di fare la differenza.

Mentre i “Bobby” prendevano a braccetto il prete, che finalmente aveva smesso di abbaiare, io prendevo a braccetto la zia, cambiavo zona del terminal e puntavo una signora bionda con la divisa della British: “Buonasera, Madame. Il nostro volo è stato cancellato, potrebbe aiutarmi a trovare una sistemazione per la notte per mia Zia?” Sorriso migliore, voce decisa ma gentile senza toglierle gli occhi di dosso. Quindici minuti dopo avevamo in mano un vaucer pagato dalla British per un albergo a 5 stelle aspettando il pulmino per raggiungerlo. Io in tasca avevo solo 5 sterline e questo era il bello…

Non ero mai stato in un 5 stelle, ammetto che la differenza si vede. La mattina abbiamo fatto colazione, confermato un nuovo volo via internet e fatto ritorno in aeroporto dove mi hanno consegnato “easy” i nuovi documenti di viaggio. Capelli raccolti ed un bel maglione blue comprato da Selfridges mentre fischietto il motivetto di GoldFinger aggirandomi come James Bond, con fare attentamente annoiato, tra gli scaffali del Duty Free.

Avevo in tasca sempre e solo 5 sterline ma la British mi paga il caffè. La cassiera, una ragazza bionda con due grandi occhi azzurri, si fa lenta e dolce appoggiandomi delicatamente lo scontrino nel palmo della mia mano. Con un sorriso morbido scandisce morbida ogni parola: “Thank you, Sir”. Ciao Inghilterra.

Davide “Birillo” Valsecchi, da Asso con amore…

Ps: Poco prima di salire a bordo mi sono accorto che i nostri posti sull’aereo erano distanti.“Chiedo scusa, ho paura ci sia un problema, io e mia Zia abbiamo posti separati e lei non parla bene inglese”. La signora al check mi guarda mentre tengo i biglietti in mano e la zia sottobraccio. “Nessun problema, Sir, rimediamo subito”. Ho scoperto che in prima classe hanno bicchieri di vetro e piatti di ceramica e servono da mangiare anche quando non danno nulla a quelli di seconda. La domanda non è se sia possibile bere vino, la domanda è se si desidera Chardonnay o Sauvignon…

Operazione: London’s burning

Operazione: London’s burning

La Zia e Birillo a Londra
La Zia e Birillo a Londra

«I’m up and down the Westway, in an’out the lights / What a great traffic system… it’s so bright / I can’t think of a better way to spend the night / Then speeding around underneath the / Yellow lights»
[Ascolta London Burning]

Joe Strummer ed i Clash non si sarebbero mai aspettati da quelli di “Cima” una così stravagante squadra per esplorare la capitale Inglese: il “cronista” è quello di sempre, Mr. Davide “Birillo” Valsecchi, ma la fascia di “capitano” questa volta tocca ad una new entry che già conoscete tutti: niente meno che alla Zia Giusy, la leggendaria Zia della Trattoria al Lambro.

Vedere la Zia in missione è quasi un evento, è come vedere Maestro Yoda ingaggiare duello con le spade laser contro Lord Duuko.“Wow!!”. Qualcosa d’insperato che i fan aspettavano da anni con trepidazione!! La Zia scende in campo alla conquista del Regno Unito!

Quando mi ha detto “Nani, ‘ndiamo a Londra che devo vedere il Big Bang ed il circuito di Silverstone” quasi non ci credevo. Io a Londra ci sono stato solo mezz’ora tanti anni fa. La società per cui lavoravo mi aveva mandato per prendere contatto con un azienda indiana che nel 2001 stava realizzando un nuovo sistema di sicurezza informatica da proporre alle banche italiane: Trishul, il tridente sacro di Shiva. Alle volte le coincidenze sembrano una momentanea mancanza di fantasia nella mente creativa con cui Dio genera il caso… (anche tu algoritmo pseudo-casuale vecchio mio?)

In pratica da Heathrow avevo preso il Tube fino a Piccadilly, poi in un taxi nella piatta periferia e ritorno. Corsi e ricorsi storici ma a quanto pare io e la Zia abbiamo un conto aperto con l’Inghilterra. Si parte, sarà una missione di quattro giorni quindi non so quanto potrò raccontarvi durante il viaggio: “Nani, non portati dietro mica stupidate, che dobbiamo essere leggeri che non abbiamo tempo da perdere!!”. Se andare in India con Enzo era divertente andare a Londra con la Zia sarà un vero spasso, quasi ho paura per quei poveri e seriosi londinesi. Altro che Sex Pistols, la Zia e Birillo sono in città!!

Davide “Birillo” Valsecchi

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