Mio fratello stava davanti a noi, non sulla riva del Grande Fiume Piede Nero ma sospeso sopra la terra… libero da ogni regolamento, era un’opera d’arte.
Ed con altrettanta certezza e senza alcun dubbio capii anche che la vita non è un opera d’arte e che quel momento magico non sarebbe durato.
Perciò quando il sergente della polizia mi svegliò una mattina, prima che Jessie e io partissimo per Chicago, mi alzati e non feci domande. Mi riaccompagnò a casa passando lungo il fiume così che io potesssi raccontare a mio Padre e mia Madre che Paul era stato colpito a morte con il calcio di una piastola e che il suo corpo era stato abbandonato su un viale.
“C’è qualcos’altro che puoi dirmi?” mi chiese mio padre “Quasi tutte le ossa della sua mano erano rotte.” Risposi.“Quale mano?” chiese ancora, “La mano destra.”
Col passare del tempo, mio padre lottò più volte con se stesso per non chiedermi di contiuo se gli avessi detto tutto. Infine gli dissi “Forse tutto quello che realmente so di Paul è che era un magnifico pescatore”. “Sai dell’altro…” disse mio padre. “Era bellissimo” aggiunsi.
Quella fu l’ultima volta che parlammo della morte di mio fratello. Indirettamente, però, Paul era sempre presente nei pensieri di mio padre. Mi ricordo l’ultimo sermone che ascoltai non molto tempo prima della sua morte:
«Ognuno di noi, in un momento della propria vita, si troverà davanti bisognoso d’aiuto qualcuno che ama e, nel farlo, si porrà inesorabilemente la stessa domanda: “Sono disposto ad aiutare, Signore, ma come se è così grande il suo bisogno?”
Poichè è vero: non riusciamo ad aiutare quelli a noi più vicini, e non sappiamo quale parte di noi stessi sia meglio donare o molto più spesso quello che decidiamo di donare non è ciò che serve, non è ciò che vogliono.
E così sono coloro con cui viviamo e che dovremmo conoscere meglio coloro che ci sfugguono maggiormente, coloro che non capiamo. Ma possiamo ancora per amarli. Possiamo amare completamente anche senza comprendere fino in fondo.»
Ora quasi tutti quelli che ho amato e che non ho compreso nella mia giovinezza sono morti. Anche Jessie. Ma cerco ancora di essere vicino a loro.
Certo, ora sono troppo vecchio per essere un buon pescatore. Di solito vado a pesca da solo anche se alcuni amici dicono che non dovrei farlo. Ma quando mi trovo solo, nella penombra del canyon, tutta la mia esistenza sembra fondersi con la mia anima, con i mei ricordi, con i suoi del grande fiume Piede nero, con un ritmo scandito da quattro tempi e con la speranza che un pesce abbocchi.
Alla fine, tutte le cose si fondono in una sola e in mezzo scorre il fiume. Il solco del fiume fu tracciato dalla grande alluvione del mondo e scorre sulle rocce dall’inizio dei tempi. Sopra alcune rocce brillano gocce di pioggia senza tempo. Sotto le rocce si trovano le parole e alcune delle parole sono le loro.
Sono ossessionato dalle acque del grande fiume.
Davide Valsecchi
Traduzione dalla novella di semi-biografica di Norman Maclean “A River Runs Through It” e dall’omonimo film di Robert Redford.