Berliner Fallout: capitolo #01
L’aereo parte alle 9:00, il check-in è alle sette di mattina e così, per essere previdenti, il nostro viaggio parte con dodici ore d’anticipo: alle sette di sera. Perché far attendere l’avventura?
Facciamo un salto al Touring Café a salutare gli avventori e a dare un’altra occhiata alle cianotipie di Enzo insieme all’Ingegnere. Un paio di birre e si va a cena al Sociale di Como, quello vero, quello di Gianni per intenderci. Osso buco e risotto con una bottiglia di vino: la cena propiziatoria è un rito da osservare rigorosamente.
Dobbiamo tirar mattino e così quando Fabrizio e la Betta ci invitano nel “di lui” studio per vedere un film accettiamo di buon grado. Spostiamo tre enormi tele di Fabrizio ed accendiamo il proiettore contro la grande parete bianca: meglio che stare al cinema!!
Per l’occasione, visto che siamo in partenza per Berlino, scegliamo l’ultimo film di Tarantino e Brad Pitt: Bastardi senza gloria. Le due ore successive le passiamo guardando “Aldo l’Apache” che scalpa soldati nazisti in un film che è un incrocio tra Sergio Leone ed il peggio degli anni ’70.
Alle due di notte, dopo che “Zio Adolfo” è trapassato in modo inaspettato, siamo in autostrada verso Malpensa lungo una Milano-Como che le luci dei lavori in corso e la pioggia fanno apparire frastornante come un flipper.
Il piano era continuare a fare festa a Malpensa ma, ahinoi, tutto l’aeroporto ha nuove regole e durante la notte la maggior parte dei locali sono chiusi e non è possibile comprare neppure una birra. Un po’ affranti ci siamo visti costretti sulle panchine ad attendere l’alba.
Confesso che oramai un po’ di aeroporti li ho conosciuti e credo che a Malpensa ci siano le poltrone più scomode del pianeta e che chi, come me, le ha provate per qualche ora non avrebbe alcun rimorso o remora nel “castrare con un paio di pinze roventi” l’architetto che le ha disegnate!! Maledetto!!
Un secondo dopo che ho allacciato le cinture sprofondo nel buio del sonno: non mi accorgo della “recita sicurezza” messa in scena dalle hostess né del decollo. Riapro gli occhi un attimo prima dell’atterraggio, riesco a vedere il sole attraverso i finestrini mentre le ruote toccano terra. Un allegro gruppo di russi comincia ad applaudire la manovra del pilota rubandomi un sorriso mentre sono ancora mezzo addormentato: non sono solo gli italiani a farsi “catar via”.
Siamo a Berlino, aeroporto di Tegel. Non male, mi piace: comincia la nostra avventura!
Davide “Birillo” Valsecchi
Ps. Il primo giorno a Berlino lo abbiamo trascorso nel grande Zoo: lo Zoologischer Garten Berlin. Con le sue 1500 speci animali è il secondo giardino zoologico al Mondo ed il primo in Europa. Nonostante il freddo e la neve il parco era pieno di scolaresche, di mamme con i figli e di spensierati visitatori, tutti entusiasti di vedere così tante meraviglie riunite. Lo Zoo da solo varrebbe il viaggio a Berlino.
Qualche foto: