Ogni giorno il vecchio Babu Bla Bla arriva in cantiere con la sua scassatissima bicicletta. Sul porta pacchi ha sempre con sè qualche dorado o qualche tonno da cinque o sei chili che viene a vendere a Chefu, il cuoco.
Il rito del vecchio Babu Bla Bla è ormai una tradizione quasi giornaliera, immutabile giorno dopo giorno.
Babu Bla Bla entra dal cancello, quello che ora abbiamo fatto noi, spingendo la bicicletta e sorridendo con il suo capellino e con gli occhiali da sole alla Ray Charles. Si piazza al fianco di Enzo, che di solito a quell’ora traffica con la saldatrice, cominciando a raccontare di come abbia catturato i pesci che ha portato con sé.
In effetti i pesci sono abbastanza grossi, lunghi quasi un metro e caricati a cavalcioni sul portapacchi posteriore: è impossibile non essere incuriositi da Babu Bla Bla.
Il vecchio quindi comincia, giorno dopo giorno, a raccontare di quanto lunga fosse la sua canna e di quanto forte il pesce tirasse mentre lo catturava. Se gli chiedi dove l’abbia preso ti risponde puntando il dito verso il mare aperto descrivendo la piccola barca a vela con cui ogni giorno esce a pescare.
Babu Bla Bla racconta un po’ in inglese ed un po’ in swahili la sua grande avventura di pesca e raccoglie con gioia i complimenti che, giorno dopo giorno, gli facciamo in rispetto e stima di come nonostante l’età sia ancora un valente pescatore. Bubu Bla Bla ride e spesso si fa offrire qualcosa da bere, un bicchiere d’acqua o magari anche della soda.
Babu Bla Bla ha preso di mira Enzo, il fundi welding, perchè alla fine di ogni sua storia indica un punto della propria bicicletta e chiede ad Enzo di ripararglielo con una saldatura: ormai la bicicletta di Babu Bla Bla brilla al sole per l’enorme quantità di saldature e moltature con cui, giorno dopo giorno, Enzo l’ha riparata.
Quando Babu Bla Bla arriva in cantiere tutti i fundi, i ragazzi tra i venti e venticinque anni che lavorano con noi, accorrono per vedere come Babu Bla Bla descrive la sua battuta di pesca ai due “mzungo” che lavorano il ferro e costruiscono i cancelli con le figure strane.
Si fermano, ascoltano e ridono: le storie di Babu Bla Bla sono sempre divertenti ed affascinanti, sopratutto perchè Babu Bla Bla non è mai andato a pescare in vita sua e, giorno dopo giorno, fa la spola tra il porto e la nostra mensa spingendo la sua bicicletta su per la polverosa strada che conduce in cantiere.
Babu in swahili significa “nonno” e “Bla Bla” è inevitabilmente l’onomatopeico per “chiacchierone”. Babu non sa che noi sappiamo ed ormai abbiamo cominciato a volergli bene e, giorno dopo giorno, ascoltiamo le sue storie, ripariamo la sua bicicletta e lo immaginiamo mentre veleggia sulla sua grande barca a vela indossando i suoi occhialoni mentre combatte con i grandi pesci del mare.
Davide “Birillo” Valsecchi
«Era un vecchio che pescava da solo su una barca a vela nella Corrente del Golfo ed erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce. Nei primi quaranta giorni passati senza che prendesse neanche un pesce, i genitori del ragazzo gli avevano detto che il vecchio ormai era decisamente e definitivamente salao, che è la peggior forma di sfortuna, e il ragazzo li aveva ubbiditi andando in un’altra barca che prese tre bei pesci nella prima settimana. Era triste per il ragazzo veder arrivare ogni giorno il vecchio con la barca vuota e scendeva sempre ad aiutarlo a trasportare o le lenze addugliate o la gaffa e la fiocina e la vela serrata all’albero. La vela era rattoppata con sacchi da farina e quand’era serrata pareva la bandiera di una sconfitta perenne.»
L’uomo non è fatto per la sconfitta. Un uomo può essere distrutto, ma non può essere sconfitto.