The Big Louise

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Mentre lavorava all’ospedale psichiatrico di Rhode Island durante il proibizionismo, Erickson venne a sapere di una paziente violenta conosciuta con il nome di Big Louise. La Grande Louise era infatti alta uno e novanta. Aveva lavorato in un bar clandestino come buttafuori. Il suo hobby preferito era stato camminare per la città di Providence alla ricerca di qualche poliziotto solo. Dopo averlo braccato lo picchiava, spesso gli rompeva un braccio o due e quindi lo spediva all’ospedale. Esasperato il capo della polizia portò Louise in tribunale dove fu riconosciuta insana di mente e pericolosa per gli altri.

A Louise non piaceva l’ospedale psichiatrico. La sua rimostranza era: “non voglio stare rinchiusa con una manica di matti!!”. Una volta al mese si scatenava e distruggeva il reparto. Prima di incontrare Erickson l’unico trattamento era quello di mandare 20 infermieri che potessero essere più forti di lei. Alcuni di loro finivano con qualche braccio rotto. Vi erano inoltre le spese per i danni provocati. Dopo che veniva bloccata, un’infermiera le faceva un’iniezione con un forte tranquillante, uno di quelli che fanno venire il mal di stomaco. Secondo Erickson la nausea creata dal farmaco era tale che le faceva vomitare tutto quello che aveva mangiato durante l’anno. Dopo aver ricevuto il farmaco lei veniva rinchiusa in una delle celle d’isolamento con nient’altro che un materasso. Lei rompeva sempre il materasso aumentando così l’ammontare dei danni.

Dopo aver ascoltato i dettagli, Erickson si presentò a Big Louise e le disse che desiderava una gentilezza da parte sua. La richiesta era che prima della prossima sfuriata lei si sarebbe seduta vicina a lui, su una panchina e che avrebbero parlato per 15 minuti. Lei rispose con sospetto e disse: ”mentre i o parlo con te gli infermieri verranno e mi bloccheranno”. Erickson rispose con serietà: ”se tu ti siedi vicino a me e mi parli,  mi assicurerò personalmente che nessuno, assolutamente nessuno, interferisca con te”. Lei un po’ riluttante accettò.

Un giorno Big Louise chiamò Erickson. Quando Erickson entrò nel reparto Big Louise stava camminando su e giù di fronte alla panchina. Erickson si sedete e lei sedette al suo fianco e chiese “intendi chiamare l’orda di infermieri perché mi blocchino?” Erickson disse “no Louise, voglio solo parlare con te. Dopo 15 minuti tu puoi fare tutto quello che ti pare. E io personalmente farò in modo che nessuno interferisca con te”.

Erickson era da poco nel New England così cominciò a parlare con Big Louise della primavera in New England. Louise continuava a guardare la porta del reparto. Dopo circa dieci minuti Erickson diede un segnale ad un’infermiera. Improvvisamente una decina di studentesse infermiere entrarono nel reparto. Stavano ridendo come se si divertissero moltissimo. Una delle infermiere afferrò una sedia e la scaraventò contro la finestra del lato sud del reparto. Un’altra afferrò  un’altra sedia e ruppe tutte le finestre del lato est del reparto. Quattro infermiere si avventarono su un tavolo e  ruppero tutte e quattro le gambe. Un’altra andò verso il telefono, strappò il filo dal muro e ruppe il ricevitore. Si stavano divertendo tantissimo. E Big Louise implorava: “ragazze, per favore smettetela, non fatelo. Non dovete fare così”. Non sopportava di vedere altri che si comportavano come lei era solita comportarsi. Dopo che le infermiere finirono, si rivolse a Erickson e disse “per favore dottor Erikson non mi faccia più questo scherzo”. Erickson rispose “io ti prometto che non lo farò più se tu non lo rendi necessario”.

Dopo due mesi Big Louise andò da Erickson e gli disse: “dottor Erickson puoi trovarmi un lavoro alla lavanderia dell’ospedale?” Erickson disse “tu vuoi un lavoro alla lavanderia dell’ospedale. Rompevi mica male le cose i primi tempi che eri qui. Io ti darò un lavoro in lavanderia se ti impegni a comportati bene”. Louise era disperata “farò qualsiasi cosa pur di uscire da questo reparto pieno di matte”. Erickson mandò Louise alla lavanderia dell’ospedale dove fece un ottimo lavoro. Dopo due mesi fu dimessa come paziente ed assunta come impiegata (Erickson, 1980)

Riferimenti:
(testo: tratto dagli aneddoti clinici di Milton H Erickson tradotti dalla dottoressa Consuelo Casula nel testo “Speranza e Resilienza”)
(foto: dettaglio di Brassaï America Photography, Easter Parade New York 1957)

 

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