Val Gerola: Pizzo Olano

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Il week end è una rimpatriata di amici a base di montagne valtellinesi: Cristian ed io, aprofittando delle ultime giornate di sole, siamo saliti fino a Mellarolo, un’arroccata frazione del comune di  Cosio Valtellino, in provincia di Sondrio.

Attraversate le strette viette della frazione ci siamo ritrovati sui ripidi prati: da qui è iniziata la nostra salita lungo vecchie mulattiere lastricate come si usava in passato. Il tempo, in questo ultimo week end di Settembre, sembrava reggere nonostante il sole andesse e venisse.

Questa parte della Val Gerola per me è quasi sconosciuta ma Cristian qui c’è praticamente cresciuto e queste montagne, che hanno visto crescre anche suo nonno e suo padre, sono la sua seconda casa anche oggi che vive in città.

Attraverso il bosco abbiamo raggiunto il Rifugio Corte. Qui abbiamo incontrato Corrado e Mara che oltre ad essere i due gestori del rifugio sono due “autorità” locali per le uscite invernali con ciaspole o telemark.

La nostra salita è proseguita raggiungendo i grandi prati verdi del Monte Olano sulle cui distese erbose pascolano pecore e capre. Ciò che colpisce è la grande abbondanza d’acqua che rende la zona rigogliosa ed ideale per allevare il bestiame. Le fontane si susseguono l’un l’altra fin quando non inizia la parte più ripida della salita al pizzo.

Sul versante opposto della stretta valle, dove scorre il Rio Fiume (“fiüm”), svetta la Cima di Rosetta (2142) con la sua croce. Noi siamo risaliti fino alla boccatta che separa il Pizzo dei Galli (2217) dal Pizzo Olano (2267) salendo poi fino alla cima di quest’ultimo.

Dalla cima ci è apparso l’ampio anfiteatro della parte superiore della valle del Lesina dominata dal Pizzo Alto (2512) e dal Monte Rotondo (2496). Più in là si mostrava anche il Legnone (2.609) e, nelle giornate di bel tempo, anche il Lario. Le creste che uniscono le varie cime mi hanno catturato scatenando in me idee ed itineari tutti da esplorare.

La discesa è stata incentivata dalla fame a cui ha provveduto Mara con una scodella di polenta pasticciata con un bel uovo sopra!

Il mio GPS dice che la salita parte dai 906 m di Mellarolo fin su ai 2267 del pizzo con un estensione di 9 chilometri. Noi, con molta calma, l’abbiamo percorsa in tre e mezzo gustandoci il panorama. In un paio d’ore siamo stati di nuovo a Mellarolo.

Questa è un’esursione classica per l’inverno ma se decidete di intrapprenderla è buona cosa mettersi in contatto con Corrado e Mara al rifugio Corte. Non solo vi daranno qualche dritta ma è possibile anche aggregarsi alle uscite organizzate dal loro gruppo.

Una zona di sicuro fascino questa, luoghi da scoprire ed esplorare.  Grazie Cristian per avermi fatto da guida: alla prossima!

Davide Valsecchi

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