La maledizione dello Stregone

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Tra i 20.000 ed  i 50.000 bambini vivono nelle strade di Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo, in condizioni d’abbandono. Spesso si organizzano in bande, gli Shegué, e sopravvivono grazie al furto, all’elemosina o  alla prostituzione. Secondo “Médecins du Monde” più di un terzo di loro sono stati cacciati dalle loro case con il pretesto di essere “enfants sorciers”, bambini-stregoni, e come tali responsabili di tutti i problemi della famiglia (la morte, disoccupazione, malattia, ecc.).

Questi bambini, prima di essere abbandonati, vengono esorcizzati e qualcuno di loro persino immolato perché ritenuto responsabile della cattiva sorte. Il corpo dei sopravvissuti porta i segni di queste violenze: colpi di macete, ustioni e chiodi piantati nel corpo e nel cuoio capelluto. Ad accusarli di essere posseduti dal male sono i molti capi religiosi del luogo in una commistione d’estremismo religioso, bieca superstizione e mero interesse.

Una scellerata credenza che prolifica in un paese che, come il Congo,  è stato il teatro di una guerra dimenticata che in 5 anni ha provocato 3 milioni e mezzo di morti, un paese traumatizzato dove la popolazione è vulnerabile ad ogni superstizione, anche la più assurda.

La stragrande maggioranza delle persone che vivono a Kinshasa è convinta dalla veridicità di questa maledizione: più di 100 nuovi “bambini-stregoni” sono individuati ogni mese e “buttati” nelle strade.

La fede nella stregoneria è profondamente radicata nella cultura congolese, ma la pratica di abbandonare bambini accusandoli di essere stregoni prese piede solo dalla fine degli anni ’90: nell’immensa baraccopoli sovrappopolata che è Kinshasa, dove il 95% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, i bambini sono improduttive bocche da sfamare vittime anche della superstizione.

A complicare le cose il numero crescente di esorcisti e di sette dalla vaga origine cristiana che hanno fatto del mito degli “enfants sorciers” il cardine della loro dottrina: “La gente è impazzita: accusa di stregoneria i piccoli handicappati, o gli epilettici, oppure i figli più fragili, quelli timidi o che balbettano. Ma anche i bambini particolarmente vivaci e intelligenti: basta porre ai genitori una domanda inopportuna per essere sospettati di stregoneria”.

La maggior parte di queste sette traggono origine da ramificazioni della Chiesa Apostolica ma anche la Chiesa Cattolica ha una posizione abbastanza chiara in merito agli esorcismi ed è una posizione tanto radicale da lasciare spesso stupiti. In un mondo caotico come l’Africa tali posizioni vengono distorte, manipolate ed estremizzate fino alle più atroci conseguenze.

La maggior parte dei bambini di Kimbondo sono bambini stregone ed affrontare questa loro tragedia sarà parte del nostro viaggio. Sono contento di poter provare ad aiutare una persona come Padre Hugo che, oltre a possedere una profonda spiritualità, è un medico ed uomo di medicina: “Non importa cosa non sei riuscito a fare: è se non hai fatto niente che devi rimproverare te stesso”.

I giorni che ancora mancano alla partenza mi rendono inquieto come un viaggiatore che non ha ancora tracciato la sua rotta. Non ho ancora chiaro come affrontare le difficoltà che incontreremo e così ho cercato un po’ di conforto nelle parole di Gichin Funakoshi, il Fondatore e Maestro del Karate-do:

“Ciò che avete imparato ascoltando le parole altrui lo dimenticherete molto rapidamente; ciò che avete imparato con tutto il vostro corpo lo ricorderete per il resto della vostra vita.”

Così ho capito. Il solo modo per spezzare questo circolo vizioso fatto di crudeltà ed ignoranza è riportare la speranza nei cuori di queste generazioni considerate “maledette”: solo curando oggi le ferite, fisiche e mentali, degli “enfants sorciers” possiamo sperare che siano loro, nel futuro, a spezzare il proliferare di questa maledizione.

Davide Valsecchi


– L’unica cosa necessaria per la tranquillità del mondo, é che ogni bimbo possa crescere felice. (Dan George)
– C’e’ un solo bene, il sapere, e un solo male, l’ignoranza. (Socrate)
– Oh Grande Spirito, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare, e la Saggezza di capirne la differenza. (Preghiera Cherokee)

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