Quando era Lei ad avere bisogno di dormire in città ed io quello con la casa a Milano, Lei si svegliava al mattino tra le lenzuola del mio letto mentre le servivo con affetto il caffè. Ora che i ruoli si sono invertiti io mi ritrovo su uno scomodo divano e Lei, imperiosa, che mi strappa la coperta intimandoti: “Forza che è tardi! Devo scappare in ufficio!”. Ingiustizie del tempo!
Il destino vuole che oggi alle undici abbia un appuntamento di lavoro a Lambrate e così, per fare tutto con calma, mi sono fatto ospitare in città da una mia vecchia ed affezionata amica (o almeno io credevo tale!). La cosa curiosa è che Lei vive in un quartiere dei Milano, il Quartiere Isola vicino a Repubblica, dove la maggior parte delle vie prendono il nome da paesi o luoghi del Lario: in pratica sembra di essere a casa!
Ancora addormentato mi ritrovo a superare via Alserio e ad attraversare Piazza Segrino iniziando la mia imprevista passeggiata attraverso la città: visto che è presto e che altro non avrei da fare ho deciso infatti di muovermi a piedi curiosando qua e là. La prima stranezza in cui mi imbatto è un gigante di oltre 160 metri di altezza della cui esistenza non avevo mai avuto ancora notizia: il nuovo Palazzo della Regione Lombardia.
Dalle informazioni esposte nei suoi enormi meandri pare che abbiano iniziato a costruire questo gigante di vetro blu nel 2007 e che sia più alto del Pirellone. Vi direi che è il più alto della città ma poco distante, oltre i vecchi palazzi, svetta un’altro gigante dalla sommità a punta che pare avere piede più o meno nella zona di Garibaldi.
“Spazio Regione” porta scritto una vetrata ma io, guardando il colosso, non riesco a non pensare che questo palazzo passa andare bene anche per“Regione Spazio” visto le astronomiche dimensioni!
Poco più avanti mi ritrovo tra i familiari e bellissimi marmi della stazione Centrale e sull’altro lato di Duca d’Aosta il Pirellone svetta sottile e sconsolato ormai privo del suo primato cittadino.
Proseguo oltre, raggiungendo lo storico Art Factory (quanto ho bevuto in quel posto!) ed incrociando una piccolo porticato circondato dai palazzi che sembra uscito da un passato remote di una Milano Ambrosiana.
In piazzale Piazzale Loreto mi trovo ad uno dei crocevia più famosi della città dove convergono viale Abruzzi, corso Buenos Aires, via Padova, Viale Monza e via Porpora, la strada che mi condurrà fino a Lambrate.
Come sempre accade con i “Milanesi” l’appuntamento salta e viene posticipato nel pomeriggio e così, essendo ormai in cammino, mi abbandono ad una passeggiata nostalgica attraverso Lambrate ed il centro universitario.
In un’oretta ed un quarto ho attraversato mezza città e devo dire che non è poi stato tanto male. Secondo me si potrebbe davvero pensare di vivere la metropoli come un’avventura da affrontare a piedi, un viaggio, un’esplorazione urbana.
Un montagnino di nuovo in città!
Davide Valsecchi
PS: Il mio girovagare è proseguito ben oltre Lambrate e la foto che segue per qualcuno sarà priva di valore mentre per altri sarà incredibilemente familiare e nostalgica: