Fuoco di Capodanno

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«A Capodanno nessuno faccia empie ridicolaggini quali l’andare mascherati da giovenche o da cervi, o fare scherzi e giochi, e non stia a tavola tutta la notte né segua l’usanza di doni augurali o di libagioni eccessive. Nessun cristiano creda in quelle donne che fanno i sortilegi con il fuoco, né sieda in un canto, perché è opera diabolica» Scriveva Sant’Eligio nel ‘600, “mirabile” santo morto di vecchiaia come orafo alla corte del Re di Francia.

Ma a soffiare sul fuoco, nel cuore della prima notte dell’anno, non è una strega o un uomo di chiesa, ma il più potente druido del Lago, signore e servo della Montagna Sacra. Il Moregallo è il suo tempio, è qui che iniziò la sua ricerca, qui che è potente la sua magia. La croce e la statua della Madonna che trionfano sulla vetta lo accolgono come l’affetto di  sempre, come un ramingo pellegrino salito lassù per tenere loro compagnia mentre è in cerca di una casa.

Gli Dei antichi e moderni  sorridono osservando il piccolo gruppo che al buio ha risalito il crinale e che ora, rapito dalla meraviglia, osserva la magnificenza della notte lariana.

Questa è la notte di Giano, il sacro dio bifronte dalle due facce e due fronti: una rivolta indietro verso il passato e l’altra rivolta avanti verso il futuro. Il dio dei passaggi e delle porte, degli inizi e dei termini, colui a cui si deve il nome Gennaio.

La magia del Moregallo è innegabile: una montagna ribelle e furiosa che dopo pericolosi crinali ed aguzze guglie ti accoglie in un oasi verde, in un giardino affacciato sui laghi, sulle montagne, sul mondo.

In un anfratto la roccia crea un catino naturale, ne alzo i bordi con un muretto di sassi ed accendo al suo interno la fiamma che, lenta e paziente, sfrigola sulla legna ancora umida e congelata. Ad ogni respiro prende forza tingendo la notte di riflessi rossi.

«Apriamo la bottiglia!!» Valdobbiadene e fette di salame mentre, ancora una volta, ci scambiamo gli auguri. Poco importa se inizia a nevicare. «E’ bellissimo quassù: è incredibile quello che ci circonda! E’ stupendo!»

Ciò che di bello avete portato sulla cima possa restare con voi per sempre, mentre le tristezze, i rimpianti ed i rancori possano precipitare lungo gli scoscesi fianchi della montagna sacra affondando per sempre nelle profondità del lago. Questo è il mio augurio e la mia preghiera per tutti voi e per me stesso. Buon Anno!

Un caloroso ringraziamento a Claudia, Marzio e MAV per avermi accompagnato nella prima stupenda salita dell’anno in uno dei luoghi a me più cari! Grazie

Davide “Birillo” Valsecchi

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