«Scatta la gara di ignoranza e quando scatta la gara di ignoranza un romagnolo non può arrivare secondo. Io vengo da quel mondo lì» Addormentato mi ritrovo davanti ad un plotone del soccorso alpino che si prepara ad un esercitazione. I ragazzi della “squadra” mi hanno arruolato per una puntata alla Gamma2 ed ora, mentre aspettiamo la prima funivia del mattino, non la smettono di fare casino.
Mav, insieme ad Andrea e Marzio, recita a memoria con esasperato accento romagnolo tutto lo spettacolo di Giacobazzi, Moto che passione: «Dicasi ghiaione, acciotolato sconnesso con dei sassi che non hanno una forma ben precisa sui quali strisciare per 30 metri, col braghino corto addidas, da un certo fastidio alla pelle».
Professionisti? No di certo! Io non avevo dormito un accidente e tutto il mio equipaggiamento era ancora fradicio dall’acquazzone preso due giorni prima. Avevo voglia di caffè, di tette e di dormire ma mi ritrovavo a zonzo con una banda di scalmanati e, in fondo, non mi trovavo affatto male.
Prima di raggiungere l’attacco della Ferrata indossiamo l’attrezzatura facendo sosta sul comodo terrazzino roccioso. Faccio un giro con le solite raccomandazioni mentre controlliamo che tutto sia in ordine. Cerco di riportare la serietà ma poi, anche per me, scatta l’ignoranza ed inizio a citare a memoria Peter Venkman dei GhostBusters: «Forza bruciamo qualche semaforo: qualsiasi cosa accada ricordate che siamo dei professionisti! Buonasera New York! Vi amo tutti! Vogliono giocare duro? Avranno il gioco duro! Operazione Fantasma, gente! Siamo qui per fare quello che va fatto! Andiamo!»
Di noi quattro sono l’unico ad aver percorso la ferrata, per tutti gli altri è la prima volta. L’ignoranza regna sovrana e rieccheggia attraverso l’eco delle alte pareti. Tuttavia, dove serve, i ragazzi si “allineano” in automatico, si danno voce l’un l’altro sui sassi che si muovono, si aspettano e si tengono d’occhio nei passaggi chiave muovendosi come una squadra compatta. Sparano cazzate, discutono di tette e moto, ma quando serve si acquietano e “lavorano” di concerto come si deve.
Un anno fa, grazie alle uscite organizzate dal Cai Asso e Cai Caslino, i ragazzi muovevano i loro primi passi su di una ferrata. Ora affrontando la ferrata più impegnativa del nostro territorio e sapevo quanto per loro fosse importante. A Ottobre le sezioni Cai organizzano delle nuove uscite propedeutiche identiche a quelle a cui hanno partecipato l’anno prima. I ragazzi volevano dimostrare di aver fatto abbastanza esperienza per essere d’aiuto ai neofiti: in un cerchio perfetto volevano dimostrare di aver imparato abbastanza per poter ricambiare ciò che avevano ricevuto.
Ingaggiano, sbuffano, ridono e spingono. Bruciano senza problema il tanto temuto “passaggio chiave” e comprendono le insidie dei molti passaggi delicati che spesso non sono nemmeno citati nelle relazioni. Ormai stanchi danno battaglia sul caminetto salendo correttamente in opposizione. Una volta sul prato in cima al “Dente” si svaccano godendosi il sole ed osservando distratti le manovre del soccorso nel canale Bobbio. Un giro sulle crete fino al Passo del Giuf e poi giù: Birra, polenta e taleggio prima di imbarcarci per la discesa.
Bravi Bagai!
Davide “Birilo” Valsecchi
Nota Bene: il racconto è goliardico così come scanzonata è stata la nostra salita. Nelle settimane precedenti il soccorso alpino ha dovuto effettuare due interventi per recuperare gente bloccata sulla Gamma2. Quindi, mi raccomando, non fraintendete il senso del racconto: non è una salita da sottovalutare. I “ragazzi” hanno fatto un lungo percorso formativo prima di poterla spuntare allegramente sulla G2.