Notturne di Giugno (2a parte)

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Giunto Luglio possiamo “archiviare” le escursioni notturne della seconda metà di Giugno: impegnative ma piacevoli serate trascorse tra i monti del Triangolo Lariano in compagnia di nuove e consolidate amicizie. Sono molto soddisfatto delle attività fin qui svolte, di come sia stato possibile mostrare angoli poco noti del nostro territorio nell’inconsueta veste notturna. Credo che il calendario di Luglio sia altrettanto interessante, così come è interessante la crescita del gruppo. Crescita che probabilmente permetterà, ad Agosto e Settembre, di affrontare salite via via sempre più impegnative ed appaganti verso le “vette esterne” del Lario.

Notturna al Palanzone

Il temporale, nonostante le previsioni, incalzava da sud, scuro, carico di pioggia e di lampi. Sotto una tettoia, con una fetta di torta alla carota in mano, abbiamo atteso scoprisse le sue carte, mostrasse le proprie intenzioni. Il fronte si è spezzato, una parte ha infilato il ramo comasco del lago, l’altro ha sbattuto contro il Cornizzolo ed ha piegato verso Lecco per incunearsi tra il Moregallo e le Grigne prima di risalire verso nord. Sopra di noi un surreale cielo azzurro in una luce cupa. Attraverso il bosco, evitando la cresta, abbiamo raggiunto – senza una goccia di pioggia – la Braga di Cavallo ed il Monte Croce: l’ultimo piccolo strappo per l’obelisco del Palanzone era davanti a noi ma, alle sue, spalle una seconda perturbazione avanzava da sud. Lo spettacolo attorno a noi, circondati da un turbinio di nuvole e colonne d’acqua, era sufficientemente affascinante …da rinunciare alla cima ripiegando sui nostri passi. Sulle creste erbose, come la Dorsale Lariana o il Cornizzolo, i temporali sono significativamente pericolosi ed i fulmini una minaccia reale e difficilmente controllabile. Ieri sera però, con pazienza ed attenzione, siamo riusciti ad addentrarci in sicurezza nel cuore “asciutto” di quella natura inquieta. Grazie a Luca ed Alba per essersi fidati ed affidati alla guida.

Notturna al San Primo

L’obbiettivo era cogliere la “Super Luna” schivando il temporale! Con accortezza abbiamo lasciato che la perturbazione ci superasse per poi inseguirne la coda lungo la ripida Cresta Sud del SanPrimo: 700 metri di dislivello, fortunatamente all’asciutto, ma sferzati dal vento lungo il ripido crinale erboso. Una salita impegnativa premiata, poco prima della vetta, con il sorgere della Super Luna! Non davo particolare credito a questo evento ma ho dovuto ricredermi: la Luna, all’orizzonte mentre nasceva, appariva sensibilmente più grande così come il suo intenso colore rosso era assolutamente sorprendente. Un gran bello spettacolo che ci siamo goduti dalla cima. La discesa, nel riflesso di una Luna ormai tornata candida ma sempre luminosissima, lungo il crinale del Monte Lot. Menzione d’onore ad Alessandro: partito da Saronno ha raggiunto la Colma in bicicletta, ha effettuato la salita ed ha fatto rientro a casa sempre in bicicletta!! Grazie anche ad Alessandra per le foto! Un escursione faticosa ma davvero piacevole.

Notturna alla Croce Pizzallo e Barzaghino

La partita della Nazionale contro l’Austria ha provocato qualche defezione ma, anche a ranghi ridotti, abbiamo dato vita ad un’interessante escursione serale. Partiti da Asso lungo la fresca Valle Bassa abbiamo raggiunto Rezzago ed il Lazzeretto della Madonna della Buona Morte. Da qui, dopo una ripida visita ai “funghi di terra”, Piazza Dorella e la Croce del Monte Pizzallo. Nonostante la bassa quota, al limite dei mille metri, la calura era tenuta a bada dalla brezza serale. Il panorama, nelle luci oblique del tramonto, appariva morbido e sfumato come in un dipinto. Forse non è un caso che Segantini abbia vissuto nella vicina Caglio. La nostra escursione è poi proseguita attraverso Dosso Mattone verso la cima del Monte Barzaghino. Per la discesa, ormai in notturna, verso Caslino e quindi Asso, abbiamo superato gli impegnativi sentieri attraverso i crinali rocciosi del Barzaghino. Particolare attenzione in questi tratti che, non particolarmente tecnici, hanno numerosi passaggi esposti nel vuoto. Due piccole ma panoramiche cime in poco meno di 5 ore per 11 Chilometri ed 800 metri dislivello. Bene!

Notturna al Castel di Leves

L’escursione voleva essere una piacevole camminata che, da Barni, risaliva placidamente a Magreglio attraversando poi i boschi del Sentiero del Tivano. Raggiungendo, con dislivello minimo, la cima del Castel di Leves, pulpito roccioso che si innalza verticale sopra Onno ed il lago dirimpetto alle Grigne. Il gruppo però era “carico e veloce” e così abbiamo inserito una seconda cima, il Monte Oriolo: poco frequentato si innalza tra il Castel di Leves ed il Crinale del Monte Megna. La sua cima, in una posizione interessante, purtroppo non offre un gran panorama per via della fitta vegetaziona, tuttavia la scelta si è rivelata azzeccata! Dopo aver fatto visita al “Castanun de Buncava”, un castagno secolare di sei metri di diametro, ci siamo immersi nel buio del bosco e, in meno di un ora, ci siamo imbattuti in caprioli, mufloni, lepri, una volpe ed una quantità – inquietante – di cinghiali: davvero molti incontri, spesso decisamente ravvicinati! Alle undici, superato il “funtanele” (uno degli ultimi abbeveratoi pubblici della Vallassina), ci siamo goduti il centro storico di Barni sorseggiando una birretta all’ultimo baretto ancora aperto. Ottimo Martedì sera!

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