La Val Biandino è sicuramente molto bella, ma a me piace curiosare negli itinerari meno frequentati e noti. Così, visto che lo scorso anno avevamo percorso la Cresta Sud del Pizzo di Cam, abbiamo deciso di visitare le due valli che lo cingono sempre a Sud: la valle Foppabona e la Valbona. Partiti da Introbio abbiamo intrapreso la vecchia massicciata di Sant’uberto salendo alle Baite di Piazzolo ed al Passo della Pianca. Superato il passo il Pizzo di Cam fa bella mostra di sè mentre sulla destra, in uno scenario decisamente alpino e “granitico”, risale la valle Foppa Bona fino all’omonimo passo lungo la Dorsale Orobica Lecchese. Larici e rododendri fanno da contorno alla roccia grigia che pare granito ma che è “Sienite”: una roccia magmatica plutonica simile ai graniti, ma diversamente da questi ultimi, priva di quarzo o con quantità di quarzo relativamente piccole. Uno scenario molto suggestivo, specie nella luce brillante, che ci conduce fino al Passo di Foppabona e quindi ai 2195 metri dello Zucco di Cam. Dalla cima, erbosa e morbida, si gode di uno straordinario panorama e di un inconsueto ma privilegiato punto di vista su tutte le valli e le montagne circostanti. Per la discesa ci abbassiamo al passo di Valbona spingendoci poi verso la vecchia miniera de “La Virginia”, di cui è stato restaurato l’ingresso. Da qui discendiamo la valle seguendo un sentiero piuttosto “selvatico” ma gradevole (agli amanti del genere!). Una famigliola di capre selvatiche fa mostra di sè fuggendo, non particolarmente preoccupata delle nostra presenza, a grandi salti tra le rocce. Il sentiero, a tratti decisamente imboscato, scende lungo la valle allungandosi poi lungo il fianco della montagna senza mai abbassarsi sulla strada per la val Biandino se non prima dell’ultimo ponte. Scesi alla Fontana di San Carlo rientriamo ad Introbio. Bel Giretto: 17.5km di sviluppo per 1.999 metri di dislivello positivo.