Meningite: un pericolo endemico ma reale

Sintomi della meningitePurtroppo in questi giorni un ragazzo di 17 anni ha perso la vita a causa di una Meningite Acuta che in tempo brevissimo e con scarsi segnali lo ha sopraffatto e sottratto ai suoi cari. Il rapido decorso  e la giovane età del ragazzo non possono che lasciare sgomenti. Ormai dovreste sapere come sono fatto, di fronte a simili eventi non posso che reagire, documentarmi, capire e divulgare. Vediamo quindi cosa ho scoperto:

La meningite è un’infiammazione delle meningi, ossia delle membrane che avvolgono il cervello ed il midollo spinale. Può essere provocata da diversi agenti patogeni, quali batteri, ma anche virus, funghi e parassiti.

E’ una malattia che si evolve in fretta e per questo è importante imparare a comprenderne i sintomi. Purtroppo si manifesta con segnali comuni a molte altre malattie da raffreddamento e dell’influenza, per di più la maggior parte dei casi di meningite si verifica nei mesi invernali complicando ulteriormente una corretta diagnosi precoce.

I disturbi iniziali più comuni sono febbre, spossatezza generale, nausea e vomito, diarrea, irritabilità e inappetenza. Esistono poi alcuni sintomi più caratteristici della malattia. In particolare è bene prestare attenzione a forti mal di testa, rigidità del collo (si diventa incapaci di toccare il petto col mento), intolleranza alla luce, sonnolenza, dolori alle giunture o ai muscoli, spasmi e, più in generale, stato di confusione.

Essendo un’infiammazione la lista delle cause può includere malattie autoimmuni, funghi o eventi traumatici ma, nella maggior parte dei casi, possiamo individuare due grandi gruppi: di origine virale o di origine batterica.

Semplificando (e di parecchio) possiamo definire un virus come una “quasi forma di vita” parassita sub-cellulare che ha bisogno di una cellula ospite per potersi riprodurre, un batterio invece è vero e proprio organismo unicellulare dotato di un ciclo di vita e forme riproduttive autonome.

Quando è di origine virale l’infiammazione è provocata da un qualsiasi virus, anche quello influenzale, che entra in contatto con le meningi e provoca l’infezione. Fortunatamente questo è il caso che presenta il minor rischio e solitamente si risolve in modo spontaneo. Il problema diventa molto più serio se la causa è di origine batterica. Principalmente si individuano tre principali tipi di batteri: Il meningococco, lo pneumococco e l’emofilo, tutti e tre brutti ceffi con cui avere a che fare.

Il meningococco, è presente solo nell’organismo umano e si localizza, nei portatori sani, nella mucosa rinofaringea (gola e naso) senza provocare alcun sintomo. E’ diffuso in tutto il mondo ma in alcune zone provoca vere epidemie, come nella cosiddetta “fascia della meningite”, meningitis belt, Africana. In Europa invece è endemico, ossia provoca casi isolati o piccole epidemie solo in alcuni periodi dell’anno.

Un’ infezione da meningococco è di per sè pericolosa ma in alcuni individui il batterio può invadere il sangue evolvendosi in una setticemia (o sepsi) meningococcica, ossia un infezione generalizzata del sangue da parte del batterio. Se si verifica questa condizione si manifestano su tutto il corpo piccole macchie rosse o brune a forma di capo di spillo che possono crescere trasformandosi in macchie più grosse di colore rosso scuro o ematomi sottocutanei. La setticemia costituisce in generale un evento gravissimo, con esito potenzialmente fatale, poiché le tossine nel sangue provocano danni ai tessuti e agli organi del corpo, provocando il cosiddetto “shock settico”, il coma e il decesso in poche ore.

Purtroppo queste sembrano essere la macchie che si sono manifestate sul povero ragazzo nelle poche ore prima della morte e di cui parlano i giornali.

L’infezione si trasmette da persona a persona attraverso le goccioline respiratorie, quindi attraverso un contatto molto stretto. Questo batterio è presente normalmente nel naso e nella gola di molte persone (1-2%) senza provocare la malattia. La malattia è contagiosa solo durante la fase acuta dei sintomi e nei giorni immediatamente precedenti l’esordio. Quindi sono potenzialmente a rischio solo le persone che hanno avuto un contatto diretto, prolungato e stretto con la persona affetta quando il problema era ormai manifesto o nei pochi giorni precedenti.

L’amico dell’amico non corre alcun tipo di pericolo se non qualora si presentasse un contagio dell’amico in questione.

Se si avesse il sospetto di una possibile esposizione al contagio è consigliabile una profilassi, ossia una terapia preventiva mirata ad impedire l’evoluzione di una eventuale infezione. Solitamente è una terapia a base di antibiotici. Si ricorda che gli antibiotici non hanno effetto contro le infezioni provocate da funghi, muffe o virus e che quindi si deve procedere con tale terapia solo in presenza accertata di infezione batterica. In ogni caso sotto stretta osservazione di un medico!!!

Diciassette anni è proprio l’età sbagliata per andarsene, mi dispiace ragazzo.

By Davide “Birillo” Valsecchi published on: cima-asso.it