Ieri stavo studiando un po’ di storia. Leggevo i documenti relativi alla {it:Crisi di Sigonella} , uno degli attimi di tensione tra Stati Uniti ed Italia in seguito al sequestro dell’Achille Lauro da parte di terroristi dell’OLP.
Un intrigo internazionale che ebbe uno dei momenti più critici sulla pista aerea di Sigonella la notte tra il 10 e l’11 Ottobre del 1985. L’aereo egiziano che trasportava i dirottatori dell’Achille Lauro verso Tunisi viene dirottato dai caccia Americani e costretto all’atterraggio nella base condivisa tra americani ed italiani.
Tutti vogliono mettere le mani sui terroristi ma la situazione è così complicata che tutti rivendicano diritti e sovranità d’intervento. L’aereo atterra. A custodia dei quattro terroristi ci sono 10 guardie armate di Re Hussein d’Egitto, il veivolo viene circondato da 30 avieri della VAM, Vigilanza Aeronautica Militare Italiana.
L’Italia rivendica il diritto di processare i colpevoli che hanno effettuato un dirottamento su una nave Italiana. Gli americani vogliono i colpevoli dell’assassinio di Leon Klinghoffer, americano, ebreo, disabile, unica vittima dei terroristi palestinesi sull’Achille Lauro.
I VAM sono polizziotti militare in presidio alla base, non sono un corpo scelto e non sono nè equipaggiati nè addestrati per esserlo. I VAM vengono accerchiati da una squadra in assetto da combattimento della Delta Force Americana. I ragazzi della VAM sono circondati dai corpi scelti della nazione più potente del mondo. Non cedono il passo, la loro linea tiene, nessuno violerà il diritto della Legge Italiana.
Nel mentre arrivano i Carabinieri e circondano quelli della Delta che accerchiano quelli della VAM posti attorno all’aereo. Nessuno si muove, nessuno scende, nessuno cede, uno di fronte all’altro gli uomini si fronteggiano armati. {it:Mexican_standoff|Mexican Stand Off} da brivido.
E mentre le armi sono schierate la politica impazza. Ronald Regan, 40° presidente Americano, di fronte a Bettino Craxi, 16° Presidente del Consiglio Italiano, spalleggiato da Andreotti, Ministro degli Esteri, e Spadolini, Ministro della Difesa. Il Parlamento italiano si contorse sotto il pesso di una crisi internazione che si manifestava in quelle tre file di soldati schierati per più di dodici ore.
Craxi non cede, il mondo policito internazione e la crisi palestinese sono risucchiati su una pista d’atterraggio italiana. Quello che diverrà il principe di Tangentopoli tiene testa agli Stati Uniti e la spunta. Scatta la crisi di Governo, i rapporti con gli USA quasi si interrompono ma alla fine la crisi rientra. Non posso dirvi se ha trionfato la giustizia ma di certo fu la politica a vincere.
Accendete oggi la televisione, guardate il nostro paese. Dov’è la politica? Tutto questo ciarlare di droga, puttane, minorenni e transessuali mentre una guerra impazza in Irak ed Afganistan, mentre Iran, Corea, India, Pakistan e Cina sventolano le atomiche. Dove sono i politici?
Cosa racconterà la storia di questo nostro paese? Di omicidi per cocaina, di accoppiamenti “non convenzionali” di politici, di subrette, di un paese in mano ai nani e alle ballerine da circo? Di arraffoni che ormai si infilano soldi altrui nelle tasche sorridendo in telecamera?
I ragazzi del VAM, in questa Italia degradata, terrebbero ancora testa ai Delta? Crediamo ancora in questo paese? Non lo so, dicono che il popolo sia bue e comincio a pensare che ormai possa andare solo peggio. L’ironia della sorte l’ho trovata nell’etimologia della parola Italia: terra dei bovini giovani. Forse è un nome azzeccato.
Aggiornamento 13/01/2009: Quando ho scritto quest’articolo mi sono piovute addosso critiche di tutti i tipi. In realtà avevo cominciato a scrivere coivolto dai fatti di Sigonella e poi stupito dal ruolo che avevano avuto i politici coinvolti (non avevo una grande opinione di loro). Ero anche turbato da tutto il ciarpame che veniva sbattuto in prima pagina sul caso Marrazzo. Mi sarebbe piaciuto anche raccontare di come vidi, all’età di 16 anni, le immagini dell’Hotel Raphael di Milano. Quelle famose del lancio delle monetine a Bettino Craxi. Sarebbe stato interessante tracciare la “parabola” vista con gli occhi di allora e rivista oggi con un po’ più di senno ma il rischio di scivolare nella politica era alto e lo spazio breve. Oggi però in Italia si fa un gran parlare di intitolare una via a Craxi ed è curioso come fossi sul “pezzo” già allora. Come la penso io? Non credo abbia importanza, ma è interessante, oggi, rivedere la politica di allora. Insegna molto su ciò che accade oggi.
Davide “Birillo” Valsecchi