Tre pensieri sulla strada per Srinagar

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Delhi Airport
Delhi Airport

Mi piacciono gli aereoporti. Ci sono donne magnifiche, bellissime, camminano a grandi falcate come dee tra gli uomini inguainate in lucenti stivali ed eleganiti  vestiti. Gambe lunghissime e sguardo fiero. Mi piacciono, tuttavia mi incuriosisce sempre la strana specie di uomini che si trascina instancabilmente e silenziosamente loro appresso. Sono stretti mano nella mano con tanta grazia ma hanno dipinto sul volto una maschera rigida di una tristezza inconsolabile ed infinita. Ho paura che quei poveretti stiano pagando un prezzo troppo alto per tanta avvenenza. Decisamente non è roba per me. “Culo alto ci fo’ un salto” Santambrogio cita il Conte Mascetti e riequilibra i mei pensieri. Mi alzo e schiero il più accattivante dei mei sorrisi da single impenitente. Mi piacciono gli aereoporti.

Siamo una bella squadra io ed Enzo ma le ore di viaggio cominciano ad accumularsi ed instancabilmente avanziamo aereoporto dopo aereoporto, paese dopo paese. Ad ogni salto lo scenario cambia, cambiano gli attori, cambia persino il teatro e lo spettacolo ma i protagonisti del gioco restano sempre gli stessi: siamo noi. Ad ogni salto cambia qualcosa ma a cambiare sono per lo più le regole ed ogni volta devi adattarti. Cambia la lingua, i costumi, il senso di guida, il fuso orario, la morale, la buona creanza e la religione. Tu cambi con loro e quando ti acorgi che la legge, teoricamente assoluta, diventa realtiva cominci a vivere un po’ al di sopra delle righe. Ti rendi conto che le uniche regole che valga veramente la pena di rispettare sono solo quelle che ti sei dato da solo, le altre sono solo note nel manuale d’istruzioni per affrontare la giornata.

Finalmente, dopo ventiquattro ore, siamo arrivati a Srinagar. L’aereo si appoggia alla pista mentre il capitano si affretta a gracchiare nell’altoparlante che questa è zona militare e che il governo proibisce ogni tipo di fotografia o ripresa all’interno dell’area aereoportuale. Mentre frena all’impazzata con i motori indietro a tutta forza al fianco delle ali sfilano gli accampamenti dei soldati, gli hangar mimetizzati perchè siano ben visibili così come lo sono i vecchi caccia parcheggiati a bordo pista, probabilmete immobili da secoli. L’arte militare ha sempre avuto un tocco di teatro. Qui siamo a Srinagar  tuttavia, la presenza militare è la più alta di tutta l’India. Qui gli uffici pubblici e le pompe di benzina sono circondate dal filo spinato e presidiate da soldati armati, questa è la capitale di un territorio conteso da tre super potenze d’oriente: India, Cina e Pakisan. Superiamo i mille controlli salutando altrettanti ufficiali e compilando altri moduli. Poi siamo fuori, sul piazzale. Scalcinati taxi con i loro autisti cercano di accaparrarci come clienti ma tra la folla spunta Mr Kotroo ed il suo autista. E’ un piacere vedere un vecchio amico in mezzo a tante facce. Siamo di nuovo in Kashmir, che tempo fa? Fa un freddo terribile!!

Davide “Birillo” Valsecchi

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