Il Piccolo Principe ormai aveva capito e, guardando le rose di quel roseto, disse loro: “Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente. Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto un mio amico e ora e per me è unica al mondo”.
Le rose erano intimidite:“Voi siete belle, ma siete vuote”, disse ancora. “Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi assomigli, ma lei, lei sola, è piu importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiato. Perché è lei che ho protetto sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho protetto col paravento. Perché è su di lei ho ucciso i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché e la mia rosa”.
Poi torno dalla volpe per dirle addio.“Addio”, disse la volpe. “Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale e invisibile agli occhi”.
“L’essenziale e invisibile agli occhi”, ripeté il piccolo principe , per ricordarselo.
Qualche giorno fa sono salito a Mellarolo, un paesino della Valtellina sopra Morbegno, a trovare il mio amico Cris, rifugiatosi lassù in mezzo alla neve e alla tranquillità di quel borgo. Avevo portato in regalo una copia di «Contrabbandieri del Nirvana», il libro fotografico di Enzo, il primo libro a cui abbia collaborato.
Sono un principiante e cerco ancora di capire “cosa” faccio, spesso l’unico modo per saperlo è chiederlo. Così, ieri, gli ho inviato un SMS molto semplice “Come è il libro?”.
Lui mi ha risposto, sempre via SMS, così:“Il libro è molto bello… Fa impressione quanto siano più dense e significative le parole quanto più appare vuoto il paesaggio. E’ un po’ come il Piccolo Principe. Non è la rosa in sè, ma il tempo che hai passato con essa. Ecco, lì è il valore che hai saputo dargli, il significato che ha caricato l’esperienza. Ecco, vedo questo nel libro. Bravo!!”
Bhe, grazie!
Davide “birillo” Valsecchi