Percepire il Tempo, superare la Storia

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Padre Tempo sconfitto da Bellezza, Amore e Speranza - Simon Vouet
Padre Tempo sconfitto da Bellezza, Amore e Speranza - Simon Vouet

Ogni tanto sono afflitto dalle domande più strane:“Quando è morto Napoleone Bonaparte?

I rapidi di Voi diranno “Il 5 Maggio” mentre molti risponderanno “Pensare a lavorare e meno domande stupide?” In entrambi i casi il mio ragionamento prosegue in un solo modo: “Sì, il 5 maggio, ma di che anno?”

Ecco, nemmeno io ricordavo l’anno e sono dovuto andare a cercarlo: era il 1821. Dopo quasi 52 anni moriva un uomo ambizioso nato in uno dei periodi storici tra i più importanti e  le cui gesta divennero la naturale estensione di quella che fu una delle più famose rivoluzioni: la Rivoluzione Francese.

Ma quando fu la Rivoluzione Francese? Coraggio, «Liberté, Égalité, Fraternité» sono alla base della civiltà come la concepiamo oggi e delle più alte punte di pensiero contemporaneo, forza che anno era?

Era tra il 1789 ed il 1799. Curiosamente ho scoperto che l’altra grande rivoluzione, quella Americana, è antecedente e fu una delle spinte per quella francese, cominciò infatti nel 1775 terminò nel 1789 grazie ad un trattato firmato proprio a Parigi. Ma prima cosa c’era, cosa era successo?

Beh, fare la lista di ciò che è avvenuto tra Carlo Magno, morto nel 814, e la caduta della testa di Maria Antonietta, 16 Ottobre 1793,  è piuttosto complesso. Un misto di “Medio Evo”, dal 476 alla riforma di Lutero del 1517, con una spruzzata di “Epoca Moderna“, che inizia ovviamente dal 1517 ed ha propio il suo periodo più interessante con le due rivoluzioni e termina appunto con il Trattato di Vienna e la sconfitta di Napolene nel 1815.

In pratica non è successo nulla che a noi possa apparire realmente interessante  se non una serie imprecisata di “scannamenti” tra signorotti più o meno locali.

Ed è a questo punto che il 5 Maggio 1821 diventa importante. Calcolatrice alla mano: 2010 meno 1821 fa 189 anni. Cento ottantanove anni sono realmente nulla!! Io di anni ne ho trentatre che, sempre calcolatrice alla mano, sono poco più di un quinto di 189. Ciò che ci separa da Napoleone, dalle battaglie nel fango con Wellington a Waterloo, dalla monarchia assoluta e dalla democrazia moderna sono poco più di “Cinque Birilli“.

Ed è a questo punto che il gioco si fa assurdo: Seconda Guerra Mondiale? 1945, poco meno di 2 Birilli (65 anni); Prima Guerra Mondiale? 1918, poco meno di 3 Birilli (92 anni); Guerra in Vietnam? 1975, 1 anno ed 1 Birillo( 35 anni); La prima auto prodotta in serie? 1908, 3 birilli ed un po’ (102 anni);  La radio,  il primo strumento di comunicazione di massa dopo la stampa? 1895, poco meno di 3 Birilli e mezzo (115 anni); Il primo motore elettrico? 1888, 3 birilli e mezzo più  uno (122 anni).

Tutto quello che conosciamo e consideriamo “conteporaneo” appare ridicolamente giovane se paragonato alla nostra breve vita. Mia nonna era nata nel 1918, visto che io sono nato nel 1976  possiamo suppore, andando “brutalmente” a spanne, che sua nonna fosse nata più o meno nel 1866 e addirittura che la nonna della nonna di mia nonna fosse del 1814, nata l’anno prima che avesse inizio l’Epoca Contemporanea e che Napoleone fosse sconfitto. Nove, dieci generazioni dividono due mondi così diversi.

Ma oltre a dare i numeri che diavolo vuoi dire Birillo? Bhe, semplicemente che siamo giovani, che da meno di duecento anni stiamo studiando il concetto “libertà, ugualianza, fraternità”. Quelli che comunemente disperezzano la cultura occidentale dovrebbero capire quando in fondo sia ancora acerba, forse immatura ma di sicuro unica e rivoluzionaria. Il tanto bistrattato “medio evo”, il periodo buio, è durato oltre 1000 anni (in Europa!!) ed  in meno di 200 anni abbiamo realizzato realmente l’impensabile!

Dopo 200 anni vogliono spegnere quell’entusiasmo e ripristinare assolutismi rivestiti di perbenismo mentre minacce esterne e barbariche distraggono e spaventano il nostro viaggio verso il progresso. E’ tempo di mettere da parte la calcolatrice e cominciare a fare i conti con se stessi:“Qual’è la mia parte nella storia? Grande o piccolo quall’è il mio ruolo?”. Numeri, storia e follia, siamo anche un po’ di questo alle volte…

Davide “Birillo” Valsecchi

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