Congo: manuale per spie, spioni ed alpinisti

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“RDC has slightly less than one-fourth the size of the US” – La Repubblica Democratica del Congo ha poco meno di un quarto delle dimensioni degli Stati Uniti. Questa è una delle informazioni sul Congo che sono messe a disposizione dal “The World FactBook”, una specie di wikipedia gestita dalla Central Intelligence Agency americana, ovvero la CIA.

[The World FactBook – Africa :: Congo, Democratic Republic of the]

Quest’archivio è più o meno il “bigino tascabile (pubblico)” di ciò che un americano, sia esso un diplomatico, un operatore civile o un agente segreto, dovrebbe sapere prima di mettere piede in un paese straniero. Ovviamente secondo il punto di vista americano.

Troviamo un po’ di tutto ma è divertente osservare sopratutto ciò che manca. Ad esempio nella sezione “Storia” non troviamo nemmeno una menzione per Patrice Lumumba, colui che fu il primo congolese ad essere eletto Primo Ministro dopo l’indipendenza. Questo forse perchè fu proprio la CIA, ed è ormai storicamente acclarato, a supportare il suo assassinio da parte del futuro dittatore Mobuto.

Particolare interesse sono poi i riferimenti alle “Risorse Naturali” presenti nel paese: cobalt, copper, niobium, tantalum, petroleum, industrial and gem diamonds, gold, silver, zinc, manganese, tin, uranium, coal, hydropower, timber.  Un po’ per tutti i gusti.

L’archivio diventa ancora più interessante sugli aspetti “Governativi” dove sono riportati tutti i partiti, i loro rappresentanti ed i risultati politici o gli eventi salienti che li hanno visti coninvolti. Tutto quello che un diplomatico deve sapere per non fare brutte figure ad un ricevimento, insomma.

Il materiale diviene ancora più specifico nell’ambito degli aspetti “Commerciali”. Si scopre che il Congo esporta “diamonds, gold, copper, cobalt, wood products, crude oil, coffee” commerciando con i partners “China 46.9%, Zambia 23.3%, US 10.4%, Belgium 4.2% (2010)”. Al contempo importa “foodstuffs, mining and other machinery, transport equipment, fuels” commerciando con “South Africa 19.2%, China 12.5%, Belgium 9.2%, Zambia 8.8%, Zimbabwe 6.9%, France 5.8%, Kenya 5.8% (2010)”.

Basterebbe osservare come l’attuale presidente abbia studiato a Pechino, ma questi dati dimostrano ulteriormente perchè sia la Cina la prima superpotenza straniera ad operare in RDC.

I confini del Congo? Presto detti: Angola 2,511 km Burundi 233 km, Central African Republic 1,577 km, Republic of the Congo 2,410 km, Rwanda 217 km, South Sudan 628 km, Tanzania 459 km, Uganda 765 km, Zambia 1,930 km. In molti di questi paesi sono in atto, in modo più o meno cruento, conflitti o rivuluzioni interne.

Alla voce “Dispute Internazionali in atto” si legge: «Scontri nella zona dei grandi laghi dove le Nazioni Unite sono impegnate dal 2004 per contenere scontri tribali, moti rivoluzionari e milizie combattenti, in particolare nella regione nord-est del Congo dove la Missione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite nella Repubblica democratica del Congo (MONUC), organizzata nel 1999, mantiene oltre 16.500 peacekeepers in uniforme. I membri delle forze ugandesi, Lord Resistance Army, continuano a cercare rifugio in Congo nel Garamba National Park. Con l’evolversi dei colloqui di pace con il governo ugandese  si modificano la posizione dei confini con la Repubblica del Congo lungo il vasto fiume Congo, con l’eccezione della palude di Malebo / palude di Stanley. L’ Uganda e l’RDC hanno in essere controversie con i Rukwanzi per l’isola nel lago Alberto e su altre aree lungo il fiume Semliki  dove vi è un potenziale di idrocarburi; Una commissione porta avanti le trattative per un triangolo di terra sulla riva destra del fiume Lunkinda rivendicato dal vicino Zambia. RDC accusa l’Angola di sottrarre monumenti.»

Al momento “wikileaks” non dispone, o non quantomeno non ha reso pubblico, di alcun tipo di informazioni in merito al Congo. I “Ragazzi della Farnesina” cosa dicono? Come spesso accade si limitano a consigliare di starsene alla larga! Se Kimbondo non fosse una realtà consolidata da oltre trent’anni e guidata da un “veterano” come Padre Hugo difficilmente sarebbe possibile mettere piede in un paese come il Congo. Inoltre ho un buon contatto con un membro del MONUC ed un paio di buoni amici inglesi hanno un “ufficio” a Kinshasa. Oltre alla dovuta prudenza tutto questo dovrebbe bastarci.

Questo è lo scenario, un po’ agitato, dove andremo ad avventurarci questa volta. La pediatria, tuttavia, è qualcosa per cui vale davvero darsi tanta pena.

Ciò che però più mi rammarica è che le magnifiche montagne congolesi sono esattamente al centro dei territori più pericolosi. Il bellissimo Monte Stanley, che prende il nome dal famoso esploratore, è la terza montagna più alta dell’Africa dopo il Kilimangiaro (5.895 metri) ed il monte Kenya (5.199 metri). Il suo punto culmine è la Cima Margherita che tocca i 5.109 e la sua prima ascensione risale al 1906 da parte del Duca degli Abruzzi. La Cima Margherita porta tale nome in onore della regina italiana Margherita di Savoia.

Purtroppo in quelle terre non c’è pace neppure per le montagne e, aihmè, niente cime in questo giro (forse…).

Davide Valsecchi

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