Bienvenu au Congo

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Prima di atterrare a Kinshasa il nostro aereo ha fatto uno scalo a Brazzaville, la capitale della Repubblica popolare del Congo che si trova sulla sponda occidentale del grande fiume:  questo ci ha permesso di guardare dall’alto le due città poste dirimpetto l’un l’altra, e di vedere l’enorme estensione della Malebo Pool, il grande meandro che forma il fiume Congo prima di incassarsi tra le rocce traformando il proprio corso, fino a qui navigabile, in un susseguirsi di terribili rapide.

Questo è stato l’ultimo dei nostri momenti turistici (almeno per un po’). Una volta atterrati abbiamo dovuto iniziare a darci dentro per fare fronte ad un mondo tanto diverso dal nostro.  Il primo obbiettivo è stato recuperare i bagagli nel caos del piccolo areoporto: un compito più complesso di quanto possa apparire. Per nostra fortuna Padre Hugo ci ha raggiunto direttamente  all’interno dello scalo e questo ha agevolato non poco tutta la lunga procedura.

In poco più di un’oretta eravamo di nuovo in possesso dei nostri quattro sacchi di materiale e del box militare per il trasporto di sangue che ci è stato affidato dalla Dottoressa Giuliana: l’Avis di Grosseto, in collaborazione con il servizio sanitario militare italiano, ha infatti reso possibile il trasporto per il centro trasfusionale della pediatria.

A bordo della jeep pick-up di Padre Hugo abbiamo attraversato la famosa strada del mercato, ingorgata da veicoli in panne abbandonati nel traffico e da una fiumana interminabile di persone e carretti. Finalmente, lasciata la città, abbiamo puntato verso la periferia, sempre più sgombra e verde. Alle cinque di sera siamo alla pediatria: sono ormai ventiquattro le ore “a spasso” che abbiamo sulle spalle ed iniziano a farsi sentire mentre scarichiamo i bagagli.

Prima di cena ci hanno accompagnato a prendere visione delle varie costruzioni che compongono la pediatria. Ormai era quasi buio e nella penombra del tramonto siamo stati assaliti da un numero sconfinato di “marmocchi scuri” che ci si arrampicavano sui vestiti salendo in spalla o facendosi abbracciare: una piccola marea fatta di bimbi che si diventano sempre più piccoli e delicati man mano ci si avvicina alla neonatologia. Settecento anime si agitano in questo angolo di mondo.

Bene, i primi giorni saranno i più caotici: tante cose da vedere, tante cose da fare, poco tempo e lucidità per raccontare. Devo ancora capire come far funzionare la corrente e la connessione ad Internet prima di potervi mandare qualche foto e qualche notizia in più. Quella che vedete (se riuscirò a mandarvela) è la foto della valle e della piana al di sotto della pediatria, è ciò che ho davanti ora mentre vi scrivo.

Bienvienu au Congo!

Davide e Bruna

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