Nous allons à la Guerre

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Ormai è tempo di mostrarvi anche la realtà più profonda della pediatria e la sua natura ospedaliera. Per farlo vi parlerò del nostro “riassegnamento” sul campo e delle nuove mansioni che Padre Hugo ci ha affidato: ora infatti gestiamo la “premier chambre” dell’ambulatorio.

La stanza che ha voluto affidarci è uno spazio rettangolare di cinque metri per dieci con otto letti e cinque piccoli pazienti che necessitano di attenzioni speciali. Abbiamo un ragazzo di dodici anni che si sta riprendento dai postumi della malaria, un undicenne colpito dall’anemia falciforme che ha appena superato una brutta crisi, una bambina disabile che ha avuto episodi intensi di convulsioni per via della malaria, un neonato affetto da spina bifida che presto sarà operato all’estero e “Winner”, il nostro paziente principale.

Si chiama Winner, il vincitore, ma per il momento sta perdendo alla grande: il 26 Febbraio compirà un anno ma al compleanno deve arrivarci e non è cosa per nulla scontata. Il piccolo fino ad una settimana fa stava molto bene, poi ha iniziato a mangiare sempre meno, perdere notevolmente di peso ed infine ha avuto una violenta reazione cutanea e tutto il corpo si è coperto di macchie che sono via via diventate croste e poi piaghe. Il tutto in pochi, pochissimi giorni. Ancora oggi nemmeno Padre Hugo è riuscito a comprendere con certezza la causa di questa violenta reazione.

Winner si trova così in una pericolosa “zona grigia”: richiede scrupolose attenzioni che le mami della neonatologia non sono in grado di fornirgli ed allo stesso tempo non può essere preso in carico dagli infermieri della terapia intensiva perchè, sebbene richieda cure e medicazioni relativamente “semplici”, necessita di una supervisione costante.

Il piccolo è coperto di croste e la pelle si è piagata e spaccata soprattutto all’inguine, alle ginocchia e sotto le ascelle. Indossando il pannolino si è aggravata la situazione sul sedere e sull’interno coscia dove ormai solo un sottile strato di pelle rossa e lacerata protegge la carne viva. Si sono formate anche delle piaghe da decubito  e questo aggrava ulteriormente la situazione.

Il nostro compito è tenerlo pulito e cospargerlo di creme ciccatrizzanti nutrendolo con vitamine e latte utilizzando una grossa siringa ed il sondino che dal naso gli scende fin nello stomaco. Purtroppo anche la gola pare colpita dalle piaghe e questo impedisce al piccolo Winner di mangiare direttamente con  la bocca.

In teoria i nostri compiti sono abbastanza semplici ma proprio per questo ci evidenziano tutte le difficoltà che si incontrano intervenendo in una situazione come questa. Io e Bruna abbiamo brevetti di pronto soccorso 118 ed esperienza sia in Croce Rossa che in ambito ospedaliero, questo ci aiuta nel da farsi ma ci ricorda anche come da noi tutto sarebbe diverso.

Ti accorgi di quanto sia importante una cosa quando inizia a mancarti: una sacrosanta verità. Da noi “Winny” sarebbe in un ambiente protetto e rigorosamente pulito, avrebbe una flebo, sarebbe lavato ad intervalli regolari e trattato con le migliori creme in quantità industriale.

Qui invece ci si rende conto dei salti mortali che Padre Hugo compie quotidianamente. Ogni due ore io pulisco la stanza che, per via della sabbia all’esterno e del passaggio delle persone, si riempie di polvere. Quando è il momento di lavarlo spesso la rete idrica è interrotta o manca la corrente per alimentare le pompe e così recupero secchi d’acqua dai reparti serviti dai pozzi più esterni. Padre Hugo, chissà dove, ha recuperato una piccola piscina in plastica a forma di tartaruga che utilizziamo come vasca per il bagno mentre la maggior parte dei lenzuoli o degli stracci che utilizziamo vanno lavati a mano in lavanderia.

Padre Hugo, durante i suoi giri, controlla in ogni reparto le scorte di creme e medicinali fornendoci ciò che recupera. Spesso usiamo creme di marche e tipologie diverse, campioni omaggio o quant’altro sia possibile trovare. Qui è difficile e costoso rifornirsi di medicinali e presidi medici in modo sistematico e Padre Hugo, che sembra avere preziose scorte d’emergenza in ogni dove, deve arrabattarsi con ciò che ha ricevuto, con ciò che resta, con ciò che c’è. Inoltre si deve fare grande attenzione perchè, nel via-vai di pazienti e parenti che attraversa la pediatria, ciò che si lascia incustodito è quasi sicuramente da considerarsi “perduto“.

Winner e la premier chambre sono il nostro nuovo “fronte”, la collina da difendere, la montagna da scalare. Dentro quella stanzetta diamo battaglia cercando di fare il nostro meglio consapevoli del fatto che, nonostante tutti i nostri sforzi, ci stiamo occupando solo di 5 bambini dei 750 che affollano la pediatria.

Non vi mostrerò una foto di “Winny” ma se farete il tifo per lui ve ne sarò davvero grato perchè ne ha davvero bisogno!

Davide Valsecchi

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