Alla pediatria non c’è mai molto tempo per abbandonarsi alle tristezze: appena ti giri sei circondato da bambini mocciolosi e vocianti pronti a sommergerti e ad inzaccherarti con effluvi affettivi e non. Tuttavia gli ultimi giorni sono stati davvero impegnativi e tutti avevamo bisogno di staccare almeno un attimo. Padre Hugo, probabilmente un po’ preoccupato per noi, ha deciso di portare tutta la squadra in gita: “Io oggi ho tempo di andare al mondo: prendete qualcosa per la mangiata ed andiamo a vedere le scimmie”.
A poca distanza dalla pediatria, ad una ventina di minuti su strada sterrata, vi è invatti il santuario dei Bonobo, un parco che svolge il ruolo di ambulatorio veterinario creato dai belgi per la salvaguardia di una specie di scimmia antropomorfa fino a qualche anno fa in via di estinzione: i Bonobo.
Perdonatemi, ma sono un po’ stanco per i giri di parole e quindi lo dirò nella maniera più piatta possibile: i Bonobo sono “le scimmie che scopano”, ossia sono una delle poche specie sul pianeta che, come l’uomo, pratica il sesso sia per fini riproduttivi che ricreativi. Ad onor del vero va detto che sono anche piuttosto disinibiti sia nelle diverse pratiche che negli “incastri”: insomma, sono in via di estinzione ma se la spassano…
Al di là degli scherzi va osservato come tutto l’ambito sociale di queste scimmie ricalchi uno slogan in voga qualche anno fa: “fate l’amore e non la guerra”. Durante la nostra visita è capitato di vedere due scimmie azzuffarsi e, dopo un po’ che erano avvinghiate nella lotta, dimenticare il motivo del contendere ed abbandonarsi alle effusioni: “Già che siam qui stretti stretti…”
“Padre, passiamo per guardoni se rimaniamo qui ancora a lungo!!” Padre Hugo ride di gusto alle mie parole. Per lui questo posto è davvero particolare e fonte di riflessione: il parco ha infatti “romboanti sponsor” ed egli ha ben presente come queste scimmie, prima che arrivassero le associazioni italiane ad aiutarlo, vivessero decisamente meglio dei suoi bambini e godessero di risorse ed attenzioni di gran lunga superiori. “A volte ci sono contraddizioni difficili da capire in questo mondo” mi dice il padre passeggiando ai bordi del parco.
Quello che va però osservato, e che spero possiate cogliere negli scatti che ho fatto, è quanto queste scimmie appaiano simili nelle forme e nei gesti agli esseri umani. Sopratutto i vecchi ed i giovani, coperti da una pelliccia più rada, appaiono come i nostri anziani o i nostri neonati. Questo rende ancora più curioso osservare come queste scimmie passino le giornate “limonando” allegramente e “dandosi da fare”.
A presto!
Davide Valsecchi