Pigrizie autunnali

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In fondo lo sapevo. Tutti ieri avrebbero scommesso il contrario ma io lo sapevo che oggi sarebbe stata una giornata di sole abbagliante. Ieri sera avevo preparato lo zaino ed intendevo approfittarne per fare il “Gran Tour”. Già, il giro completo della Val Ravella toccando le cime del Monte Pesora, del Cornizzolo, del monte Rai e del monte Pra Santo per poi scendere alla Colma di Ravella, superare il grande Faggio del Fo e risalire poi al Corno Orientale, il Corno Centrale ed il Corno Occidentale prima di percorre in discesa la cresta di Cranno.

Il Gran Tour, già. Però questa mattina avevo finito il caffè e così sono uscito per comprarne un po’ e, coccolato dal sole, mi sono lasciato corrompere dalla pigrizia autunnale. Su tutto aleggiava poi un sogno fatto poco prima dell’alba che ancora ronzava piacevole nella mia testa.

Era il mio paese ma non assomigliava affatto ad Asso. La giornata era calda e luminosa, io ero uscito per le stradine del borgo vecchio per prendere un caffè al bar. Giunto in cima alla viuzza c’era un piccolo giardino cinto da un vecchio muro dove potersi sedere su panche e tavoli di sasso. Avevo attaccato bottone con qualcuno standomene a cavalcioni sul muretto quando arrivò una ragazza che non conoscevo, una bella ragazza bionda in verità. Tutta felice si mise a raccontare all’amico comune di come avesse ottenuto tre concessioni di pesca per turisti e di come intendesse iniziare a pubblicizzare la sua nuova attività. Io l’ascoltavo e gigioneggiavo un po’: non sapevo quanto si intendesse di pesca ma di sicuro era davvero carina. In quel piccolo angolo di verde tra le case vecchie ci stavamo godendo il caldo di un magnifico sole autunnale, si chiacchierava tranquilli sotto l’azzurro del cielo al riparo dal vento. Al nostro piccolo gruppo si aggiunse poi un’altra ragazza, alta e con i lunghi capelli neri. Lei la conoscevo, non ricordavo il nome ma anche lei viveva qui ed era terribilmente carina. Decisi quindi di smontare dal mio trespolo sul muro e con un salto mi lasciai cadere sul selciato della viuzza: ”Vado a prendere io i caffè”. Il bar era esattamente difronte al piccolo giardino rialzato ed era sufficiente attraversare la stretta stradina per entrarvi. Tutto il paese era su una collina e la maggior parte dei negozi all’interno delle vecchie case erano per questo su due piani. Al primo, al livello della strada, vendevano giornali mentre al piano sottostante, scendendo una piccola scalinata rivestita di perline, si scendeva al bar vero e proprio. L’ingresso principale del Bar era sulla sottostante strada opposta ma, visto che tutti si incontravano nel giardinetto, quella porta ormai la usavano solo i forestieri. Prima di scendere le scale mi accorsi di aver dimenticato il portafogli a casa e così mi misi a cercare furiosamente monetine nelle tasche. Ne trovai quante ne servivano per i caffè ma sarei dovuto andare a credito per le brioches. Non era poi così grave qui, ci si conosceva tutti e tutti conoscevano me. Sulle scale incontrai un vecchio attaccabrighe del paese, un anziano burbero con cui andavo d’accordo a “modo suo”. Incrociandoci mi diede una spallata cercando di schiacciarmi al muro ed io risposi con un mirata, ma non poi così forte, gomitata nel fianco. Imprecando e ghignando continuò per la sua strada salutandomi con un gesto della mano. Prima o poi avrei battuto quel vecchio testone a braccio di ferro! Dopo aver ordinato i caffè stavo ammonticchiando le brioches su di un piattino ed è lì che, voltandomi, mi sono ritrovato accanto la bionda con un grande e allegro sorriso: ”Sono venuta a darti una mano”. Accidenti, mi piace davvero questo posto!

Ciò che mi ammalia di questo sogno è la serenità del vivere che traspariva in ogni gesto di quella visione. Era niente di più che un paio di caffè in un bar di un vecchio paese, ma tutti sembravano trarre piacere dalla propria vita, dal proprio fare. Già,la serenità di pensare ad un futuro positivo, ad un futuro fatto magari di piccole cose ma piacevoli ed appaganti. Un futuro dove le incertezze non sono solo e sempre preoccupazioni ma spesso opportunità.

Purtroppo questo è il presente che ci hanno tolto e in cui spesso abbiamo smesso di credere. Questo è il futuro che dovremmo riacciuffare!

Pigrizie autunnali e piacevoli fantasie. Oggi è davvero una bella giornata di sole.

Davide Valsecchi

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