“Vai all’Ovest, ragazzo….”. Ubbidienti ci siamo messi in viaggio. Credevo avrebbe nevicato, quasi ci speravo. Invece la grande neve è arrivata solo il giorno seguente ed il nostro cammino, non ostacolato dalla tormenta, è stato un lungo addentrarsi negli spazi vuoti ed imbiancati che ci separano dal ramo occidentale del Lario.
Fabrizio ed io abbiamo imboccato il sentiero che parte dalla salita di San Giovanni e Paolo e che attraversa a mezza costa le scogliere del monte Pizzallo sopra Scarenna. Poi, attraverso la val del Buri e le sue suggestive cascate, abbiamo raggiunto la piana sottostante al Dosso Mattone proseguendo verso il Dosso della Fornace, la Colma Piana, la Ca’ Volta e quindi verso la cima del Palanzone.
Dalla cima del Palanzone siamo scesi, letteralmente sciando con gli scarponi, fino al Pizzo dell’Asino proseguendo poi per la Capanna Mara. Giunti alla cima del Puscio siamo stati accolti dalla bellezza di quello straordinario punto d’osservazione. In una singola foto: Legnone, Grignone, Grignetta, Coltignone, Moregallo, Corni di Canzo, Resegone, PraSanto, Monte Rai, Cornizzolo e più sotto Barzaghino, Monte Pizzallo, monte Megna e Oriolo.
Appena sotto il Puscio, mentre cercavo il sentiero tra le neve ancora vergine, è salita un’intensa nebbia che ha avvolto ogni cosa. Cercavo il sentiero che scende verso Caslino ma in quel bianco assoluto non ne trovavo l’attacco ed ogni valletta sembrava una traccia ed una trappola. Per Fabrizio la nebbia era un’esperienza nuova: “Vedi Fabrizio, la neve mi nasconde il sentiero e la nebbia mi toglie ogni punto di rifermento: tecnicamente ci siamo persi!” In realtà non lo eravamo (o per lo meno non competamente) ma era divertente fargli capire quanto la nebbia, nel giro di pochi istanti, possa diventare un problema assoluto.
Invece di addentrarmi nel bosco ho dovuto “immaginare” il sentiero nascosto dalla neve in un lungo traverso nei prati per ricongiungermi al più visibile percorso che scende verso il Sasso d’Erba, la Val Bova e l’Eremo di San Salvatore. Giunti a valle abbiamo raggiunto la stazione di Pontelambro rientrando, comodamente in treno, fino ad Asso.
Il “contagiri” segna 18 km a piedi e 1200 metri di dislivello. Non male per un passeggiata ad Occidente.
Davide Valsecchi
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