Inseguendo il TeamOver

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Credo sia arrivata la primavera: sono le sei del mattino, la luce filtra attraverso le persiane, gli uccelli fanno un fracasso incredibile ed io ho aperto gli occhi dopo aver brutalmente litigato, in sogno, con uno a cui non piacevano i miei ramponi. Sì, credo sia arrivata la primavera.

Ormai sono sveglio. Salto giù dal letto e vado a farmi un caffè. Smonto la moka, soffio nel filtro, agguanto il barattolo del macinato, infilo il cucchiaio e …vuoto. L’ultimo ad aver preparato il caffè è stato Fabrizio, ieri , quando è passato a trovarmi dopo il lavoro. Per un istante l’affetto che provo per lui vacilla e nel profondo si agitano sinistre maledizioni. Poi una visione nelle mia mente: senza un motivo, l’ultima volta che avevo fatto la spesa (ovvero quando era finito il caffè), avevo comprato due scatole ed una di esse ancora brillava intatta nel frigor. Un sorriso sereno appare sul mio viso: “Incredibile quanto basti poco per salvare un’amicizia…”

Ormai sono sveglio: inizio a preparare lo zaino e mi metto in strada. Sono in anticipo ma voglio fare una deviazione prima del rendez-vous con il TeamOver: già, oggi vado a zonzo con i “veci” della sezione!

Hanno più di 50 anni di esperienza, sono sponsorizzati dallo stato, fanno attività due volte alla settimana ed hanno “gamba” sufficiente ad azzittire un buon numero di giovinastri. Se aggiungete che sono dei ragazzacci sempre allegri potrete comprendere perché siano una delle migliori squadre a cui aggregarsi!

Loro, armati di sci e ciaspole, risalgono da Valbrona e Oneda verso i Corni. Il piano è incontrarci alla base del caminetto del Corno Centrale dei Corni di Canzo. Io intendo risalire la val Ravella, sul versante opposto al loro, e puntare verso Valmadrera superando il Fo e raggiungendo la cresta che, dal Corno Rat, sale fino al Corno Orientale. In pratica partendo a piedi da Scarenna, voglio compiere mezzo giro intorno ai Corni di Canzo continuando via via a guadagnare quota fino a Pianezzo.

Racchette da sci e nello zaino ramponi, corda, imbrago e casco: non sono molto leggero ma cerco di spingere al massimo. Giak “inarrestabile” Kominotti mi ha mandato i suoi tempi sul Cornizzolo: se non comincio ad allenarmi seriamente sarà dura rispondergli  =)

Castello di Canzo, Repossino, Prim’Alpe, Second’Alpe, Terz’Alpe e finalmente il grande faggio: appena lo supero sopra di me scattano due caprioli nel bosco. Vederli correre mi da lo slancio: mi allungo in una mezza corsa tra i rami e raggiungo il Corno Rat, curvo quasi a 180° ed inizio a salire sulla seconda parte del tracciato attrezzato del Trentesimo OSA.

Finalmente emergo al Corno Orientale sprofondando nella neve che ancora ricopre Pianezzo.  Supero la SEV e risalgo fino all’attacco del Caminetto. Dal Bosco sento le voci allegre degli “Over” che si avvicinano: sono arrivato giusto in tempo!

Tutti assieme ci ritroviamo in cima agli innevati mille trecento settanta metri del Corno Occidentale. Loro hanno quasi tutti passato i 65 e per me è gioia vera  vederli risalire ancora in gran forma: li conosco da quando avevo otto anni e gran parte di ciò di buono conosco sulle montagne me lo hanno insegnato loro. Sono davvero contento di essere quassù oggi!

Foto di gruppo ed iniziamo a scendere. «Io ho un pezzo di corda nello zaino. La buttiamo una calata? Giusto per star sicuri.» Tiro fuori dallo zaino i miei trenta metri di fidata statica e fissiamo una doppia su di uno spit ad anello. Il caminetto qua e là è ancora incrostato di ghiaccio: tutti hanno i ramponi e salire non è stato difficile ma ora, scendendo, un pezzo di corda non guasta affatto.

Renzo (anni 68!!) gira la corda intorno ai fianchi ed alle spalle scendendo in doppia “alla moda vecchia”. A metà si ferma e ride: «Accidenti, scotta già!!». Nei tempi eroici, infatti, i calzoni venivano appositamente rinforzati proprio per proteggere il corpo dall’attrito.

Al rifugio SEV gli OVER mi offrono una birra, ”Perché hai portato la corda” mi dicono. La sala da pranzo del rifugio è affollata dagli “Irriducibili del Mercoledì”. Mi fermo a scherzare ancora un po’ con loro ma il tempo per me corre, devo iniziare a scendere ed inseguire il pomeriggio.

Quando infilo la porta li lascio intenti e soddisfatti davanti a gustosi piatti fumanti: anche io, da grande, voglio fare parte del TeamOver!

Davide Valsecchi

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