Mentre la pioggia cade copiosa sull’abbuffata natalizia non resta altro che rivangare il passato recente. Quest’anno, alpinisticamente, è stato davvero uno spettacolo: mentre faccio un po’ di bilanci non posso che rimanerne ancora stupito! Su tutto troneggia quanto fatto nell’arrampicata, soprattutto perché erano dieci anni buoni che non infilavo più le scarpette.
Quest’anno infatti ho ripreso ad arrampicare e, lo confesso, all’inizio ero piuttosto titubante. La maggior parte dei miei soci avevano un livello estremamente superiore al mio e dovevo recuperare sia nella tecnica che nella forma. Ricordo con un sorriso le prime salite al gruppo dei Pilastri ai Corni e la brama con cui osservavo la parete Fasana.
Poi un giro in libera sulla Crestina OSA insieme a Simone e qualche altro esperimento alla Falesia di Scarenna mentre sostituivo i pezzi dell’equipaggiamento ormai vecchi di oltre quindici anni.
La svolta è però arrivata quando a giugno ho iniziato a fare coppia con Mattia che, tra noi, è un fuori-classe! Mattia ha avuto la pazienza di addestrarmi dandomi modo di recuperare il tempo perso. Qualche uscita insieme all’Angelone, all’anti-medale ed alla falesia del tramonto, poi battaglia dura ai Corni di Canzo!
Già, quest’anno è iniziata “La Riconquista dei Corni”. Con il naso all’insù ci siamo avventurati nella storia attraverso le grandi pareti dimenticate dei Corni di Canzo. La via Fasana, la via Criss, la via Attilio Piacco: ecco lo strepitoso tris del Corno Centrale. Davvero non avrei potuto sperare di ottenere così tanto in così poco tempo!
A queste vanno aggiunte la via del Camino al Gruppo dei Pilasti, la via del Camino alla Torre Desio, Attenti a Quei Due (sia normale che nella variante SEM, sia estiva che invernale). Mentre, solo per via della neve, è mancata la possibilità di tentare anche le vie del Corno Orientale.
Oltre a dare battaglia sulle vie dimenticate dei Corni abbiamo avuto l’occasione di ripetere alcune strepitose classiche: la Cassin al Medale, la via Lunga al Dito Dones, la Fasana al Sigaro Dones, lo Spigolo Dorn ai Maniaghi (tutte alle porte dell’inverno).
In sette mesi una vera abbuffata costellata da rocambolesche avventure (il temporare sulla Criss o il recupero dall’alto sull’Attilio Piacco!) Non posso che esprimere un sentito e doveroso ringraziamento a Mattia: «anche se non c’è modo di farti desistere, nemmeno quando sarebbe ragionevole farlo, è stato uno spettacolo arrampicare con te quest’anno, grazie!»
Il 2013 è stato però davvero intenso anche su altri fronti. All’inizio dell’anno, insieme a Giovanni e Franco, si è bighellonato in alta quota. In realtà le cime raggiunte non sono state moltissime ma le esperienze fatte sono state piuttosto curiose. Dai quattro giorni bloccati dalla bufera alla Capanna Margherita , al Bernina in mezzo ai pazzi: gente e sassi che volavano da tutte le parti!! La lista delle salite è: Cassandra, Strahlhorn, Monte Rosa, Bernina.
Sul fronte delle ferrate va aggiunta (finalmente) la via Ferrata del Monte Coglians in Friuli ed alcune salite in invernale nel nostro territorio.
Il 2013 è anche il mio primo anno nell’ambito della speleologia e da neofita non posso che essere soddisfatto di quanto fatto: Zelbio, Fornitori, Nicolina, Grotta di Lino, Area58, La Fusa. Inoltre mi ha fatto davvero molto piacere vedere un mio articolo pubblicato su “Q4000”, l’annuario del Cai Erba: non vedo l’ora che lo Speleo Club Erba riprenda i corsi per aggregarmi nuovamente alla compagine di inarrestabili scalmanati!
(Il gruppo Speleo mi ha dato davvero molto! Grazie!)
Quest’anno ho percorso il “Grand Tour” solo una vola sola, in invernale a Febbraio, ed ho fatto davvero pochi trek lunghi sul Lario a conferma di come questo sia stato un anno “più tecnico”. A tutto questo va aggiunto in coda anche il trek di 5 giorni di “stile alpino” all’Etna dove mi sono goduto tanto l’esplorazione quanto il “campeggio”: mi piace andare a zonzo in totale libertà!
Direi che andata bene, posso davvero essere contento. Un grazie a Mattia, Simone, Giovanni, Stefano, Luca, ai “Veterani” Renzo e Franco, al Gruppo Speleo ed ai membri della “Squadra”: è stato un privilegio fare cordata con voi!
Davide “Birillo” Valsecchi