«Nella pazzia disorientante del respiro della locomotiva corre l’eterno perdente: punta dritto alla sua morte. Sente i pistoni che raschiano, il vapore che lo colpisce in fronte. Il vecchio Charlie ha rubato la manopola ed il treno non si fermerà: non c’è modo di rallentare.
Vede i propri figli scendere alle stazioni, uno dopo l’altro. La sua donna ed il suo migliore amico che si divertono a letto. E lui si trascina per il corridoio, sulle sue mani e sule ginocchia. Il vecchio Charlie ha rubato la manopola ed il treno non si fermerà: non c’è modo di rallentare.
Sente il silenzio che ulula: prende al volo gli angeli che cadono, ma l’eterno vincente ha preso lui per le palle. Raccoglie la Bibbia di Gedeone ed apre a pagina uno. Credo sia Dio, credo che sia lui ad aver rubato la manopola. Ed il treno non si fermerà, non c’è modo di rallentare.»
Come ogni anno interrogo “cima” chiedendo “Cosa è successo quest’anno?”. Prendo le immagini di copertina di ogni articolo che ho scritto e monto il tutto in un breve filmato. Il guaio è che il destino ha voluto lo facessi dopo una full immersion nei “Jethro Tull” e dopo aver rivisto “Runaway Train”(A trenta secondi dalla fine).
La parabola che ne è uscita è illuminante, un misto di esaltazione e rammarico.
“Non c’è belva tanto feroce che non abbia un cuore e qualche senso di pietà. Ma io non ne ho alcuno, sicché non sono una belva.” Sono in fuga dalla mia prigione, in piedi sul tetto della furiosa locomotiva che è la mia vita. A volte il cuore si riempie di paura e dubbio, ma la maggior parte del tempo urlo come un folle allegro nel vento, nel vento che si schianta sulla mia faccia. Vedo amici ed amanti volare via, vedo i miei abiti ridursi a brandelli ed il mio volto irrigidirsi in una maschera spaventosa.
Ho gettato la maniglia del freno e non ho intenzione di rallentare: questo è un treno che non si può fermare, questa è la mia sola gioia, la mia sola libertà!
Ci si vede nell’anno nuovo!
Davide “Birillo” Valsecchi