Il bello della montagna

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birillo_casaQuando Lei si presenta alla porta ormai è già buio. Io indosso un paio di calzoni della tutta ed una maglietta mezza fradicia. Quando ha suonato ero ancora immerso nella vasca da bagno ed asciugandomi alla meglio mi sono fiondato ad accoglierla. Avevo passato il pomeriggio ad arrampicare, nonostante l’acqua calda avesse sciolto la fatica e rimediato al freddo sapevo che non avrei potuto contare a lungo sulle mie energie rimaste. Nell’alpinismo il tempismo è fondamentale, bisogna saper cogliere l’attimo: Lei varca la soglia, le appoggio la borsa, chiudo la porta, le tolgo il cappotto e, visto che ci siamo, anche tutto il resto.

Più tardi riapro gli occhi e smonto dal letto mentre Lei si rintana nel piumone. Rido «Faccio un caffè!! Poi vediamo di trovare qualcosa per cena». Come mamma mi ha fatto sgambetto fino in cucina ed inizio a caricare la moka. Mentre traffico lei si mette a curiosare tra i libri sul mio comodino. Afferra il primo della pila, “Dove la parete strapiomba – Riccardo Cassin”, e si rintana nuovamente tra le lenzuola iniziando a sfogliarlo.

«Ma non era un bell’uomo!!» mi urla. Io infilo un paio di braghe e vado a vedere. «Ma scherzi!? Forse da giovane no, ma perché erano gli anni ‘30. Però passata la quarantina Cassin sembra una divo del cinema di altri tempi! Naso da pugile, zigomi squadrati ed occhi che trasudano carisma: quell’uomo doveva essere incredibile!»

Lei non sembra convinta e continua a sfogliare il libro: in fondo credo che davvero le donne non capiscano un granché della bellezza di un uomo. «Ma Tita è un nome maschile?» mi domanda «Tita Piaz non è un nome ma una leggenda! Comunque sia Tita è un nome maschile abbastanza diffuso in quegli anni in Alto Adige. E’ mezzo austriaco come nome» Mentre il caffè comincia a salire Lei sembra divertita «Tita, mi piace come nome!»

Mentre riempio le tazze Lei urla dall’altra stanza «Questo è carino!» Indica una foto particolarmente riuscita di un giovanissimo e sorridente Vittorio Ratti a dorso nudo. «Naaa… Se vuoi vedere uno davvero bello allora devi guardare qui» Digito un nome al computer e lo schermo si riempie di immagini «Hey! Sono nuda! Non vorrai che venga fin lì a vedere!!». Rido e stacco il portatile dalla postazione: «Dubito ci sia qualcosa che ancora non abbia visto!»

L’immagine è di Emilio Comici, l’angelo delle Dolomiti, il capostipite assoluto dell’arrampicata italiana e probabilmente mondiale. «Quest’uomo doveva essere incredibile sotto ogni punto di vista. Circondato in modo assoluto da uomini che lo ammiravano e da donne che lo adoravano. Era una rivoluzione vivente per l’epoca. Ancora oggi probabilmente ineguagliato.»

Accanto alla foto ci sono i versi che la poetessa Antonietta Pozzi scrisse per lui e, se devo essere onesto, parafrasarne il senso rischia di essere davvero troppo ardito!

IMG_0039Purtroppo, o per fortuna, è così. Gli alpinisti sono gente vanitosa, egoista, spesso cinica ed opportunista. Ma il loro sorriso ed il loro sguardo è carico di luce e meraviglia. Sono inaffidabili, fedifraghi e licenziosi ma è difficile, se sono alpisti autentici, che non trovino la simpatia della gente, l’amore di chi sogna di essere con loro, là dove la natura si fa sfida e dove gli uomini riscrivono le regole dello stare al mondo.

Alpinista o pirata? Probabilmente credo di essere entrambe le cose: «Ragazza mia, io ho ancora fame!» Lei ride ed il caffè si fredda.

Davide “Birillo” Valsecchi

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