Un giorno un uomo trovò un cucciolo di cervo nella foresta, lo prese in braccio e lo portò a casa. Appena arrivato i suoi cani gli si fecero intorno latrando e tentarono di azzannare il cucciolo, ma il padrone li tenne a bada con un bastone. Quell’uomo volle provare a fare stare insieme i cani e il cucciolo di cervo, così ogni giorno teneva per un po’ il cucciolo vicino ai cani in modo che si abituassero e non ci fosse più pericolo per il piccolo cervo. A poco a poco i cani si quietarono e, anche per per timore del padrone, non tentarono più di azzannare il cucciolo.
Con il passare del tempo il piccolo cervo cresceva e, dimenticando di essere cervo, continuò a giocare con i cani come se fossero amici: correva insieme a loro, si rotolava per terra davanti a loro, si lasciava avvicinare senza alcun timore. I cani, anche per paura del padrone, non gli facevano alcun male ma a volte avevano l’acquolina in bocca.
Passarono tre anni e il cucciolo era ormai un cervo adulto. Un giorno il cancello del cortile era aperto e il cervo ne approfittò per fare una corsa fuori. Appena vide un branco di cani si diresse verso di loro tutto contento, convinto di aver trovato nuovi amici. Quelli invece gli saltarono addosso e lo sbranarono.
Il cervo morì senza neppure comprendere la ragione della sua morte.
Domenica due nuovi Badger si sono uniti al gruppo e per l’occasione siamo andati in “gita” in una bella falesia di granito, perfettamente attrezzata a spit. L’ultima volta che ci siamo stati ho trascinato il povero Teo su un traverso di 20 metri protetto a “fettucce e piantine” inseguendo un’invisibile via ancora inesistente. Questa volta mi ero portato un paio di friend ma i ragazzi, per evitare accadesse di nuovo, mi hanno relegato in fondo alla cordata!!
Visto che non mi andava di scrivere il solito articolo banale su una giornata in falesia ho trascritto questo racconto, piuttosto istruttivo, che ho trovato in un vecchio libro. A volte possiamo concederci il piacere del gioco, questo però non deve farci dimenticare la realtà delle cose, dimenticare la nostra vera natura e quella del mondo che ci circonda.
Questo vale per tutti Badgers, ma soprattutto per me.
Davide “CanePazzo” Valsecchi
(Birillo)