Nut: incastro anni 80

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Sembra che i primi esperimenti di “dado ad incastro” risalgano agli anni 20, in Gran Bretagna, dove gli arrampicatori dell’epoca legavano corde di canapa attorno a ciotoli levigati di fiume per poi incastrarli a forza nelle fessure di arenaria. L’evoluzione successiva utilizzava le prime stringhe in nylon degli scarponi attorno a sassolini sempre più piccoli. Poi, finalmente, si è passati dall’età della pietra a quella del ferro, saccheggiando la ferrovia dello Snowdon! Già, è infatti documentato che gli scalatori della parete del Cloggy, in Galles, saccheggiassero i  dadi dei binari (nut) della locale ferrovia per realizzare con un semplice cordino i primi nut della storia. Ancora oggi (“dicono”) è possibile trovare incastrato un dado esagonale da automobile sulla via di Bonning e Harling al Pilastro di destra del Brouillard aperta nel 1965.

Curiosamente i Melat della Val di Mello fanno da tempo qualcosa di simile incastrando nelle fessure rocce e rami per lavorare sulle pareti (e probabilmente non sono i soli nell’arco alpino). Nel 1968, sul Badile, Kosterlitz e Isherwood aprono la “via degli inglesi”, forse la prima via a chiodi e Nut delle Alpi Centrali. Mentre gli anglosassoni incastrano metallo, nel contempo la “scuola dell’est”, altrettanto prodiga di vie nelle Alpi centrali, nelle fessure blocca i nodi dei cordini di canapa o di nylon. Ovunque si diffonde la filosofia del “clean climbing” che utilizza proprio i nut per ridurre al minimo i danni alla roccia provocati dalla ripetuta estrazione dei chiodi (“Piton Scar“).

Il primo “nut” davvero simile a come lo conosciamo oggi risale invece al 1971, quando Yvon Chouinard, sulla spinta di Robbins e Frost, realizzò il primo “exentric”: un blocco ricavato da barre di alluminio con sei o sette facce parallele a coppie. Anche le due basi sono abbastanza divergenti per permetterne l’uso anche nelle fessure più larghe. Ecco perchè ho scelto come omaggio una foto di Chouinart in apertura di questo articolo!

Nel tempo l’evoluzione dei Nut, dei materiali ad incastro da usare senza martello, aprirà le porte allo sviluppo dei Friend. Gli Abalakov Cam, i Tricam, i Titons ed i Camlock erano infatti blocchetti arrontondati che sfruttavano la torsione provocata dalla trazione. Ma dei “friend dei poveri” avremo di certo occasione di parlare più avanti.

Quello che segue, tuttavia, è una galleria quasi storica dei materiali ad incastro utilizzati alla fine degli anni 80, precisamente nel 1988. Tra le numerose riviste della Biblioteca Canova sono emerse alcune “rassegne tecniche” sugli attrezzi in vendita all’alba degli anni 90. Io, come molti altri che leggeranno questo articolo, ero poco più che un bambino in quegli anni, le informazioni raccolte sono però storicamente rilevanti e decisamente curiose: forme, pesi ed anche prezzi rigorosamente in lire! Alcuni di questi “aggeggi” assomigliano a quelli contemporanei mentre alcuni di questi esemplari ancora fa bella mostra di sè nell’equipaggiamento a tratti vintage di Sguero. Sarebbe interessante sentire qualche storia dai veterani di quel periodo: fatevi avanti!

Per completezza devo riportare anche qualche informazione sulle fonti: gli articoli erano pubblicati su ALP, Vivalda Editore, ed erano realizzati da Claudio Abrate, i test erano condotti da Mauro Rossi e le foto realizzate da Paolo Cucchi (che sembra possedesse un friend a grandezza umana!) e da Studio Fuocofisso. Le foto, nella pubblicazione originale, erano piuttosto piccole e per tanto mi è stato possibile “ingrandirle” solo nei limiti della qualità di stampa. Eccovi la collezione Vintage di Nut, presto anche quella dei Friend!

 Davide “Birillo” Valsecchi

Attrezzi ad incastro anni ’80: Nut


Excentric

Excentric, prodotti dalla Camp. Ricavati in lega leggera, la selezione è un esagono irregolare, cavo nelle misure grosse, pieno in quelle piccole. Disponibili in undici taglie, le prime cinque con cavo d’acciaio, le altre con o senza cordino, che può essere normale o kevlar. Tutta la serie è utilizzabile per fessure da 13 a 91 mm. Pesano da 28 a 240 grammi. Senza cavetto nè cordino costavano un minimo di 1.200 a un massimo di 7.800 lire.


Chock

Chock, prodotti dalla francese Simond ed importati dalla DSI. LA sezione ha sei facce nelle misure piccole con cavetto in acciaio, sette in quelle grosse, con cordino. Disponibili in sette taglie, utilizzabili in fessure da 7 a 52 mm col cavetto d’acciaio pesano dai 15 ai 69 grammi e costavano da 6300 a 11250 lire. Sono un’evoluzione degli eccentrici: la sezione è un poligono meno regolare, più allungato, il che aumenta la possibilità di impiego.


 Bicoin

Bicoin, prodotti dalla Simond ed importati dalla DSI. La forma classica dei nut, sono si alluminio anodizzato colorato. Disponibili in nove taglie, con un’escursione di larghezze da 5 a 35 mm. Cavetto di acciaio in tutte le taglie o cordino per le ultime cinque. Peso da 8 a 82 grammi (con il cavetto d’acciaio). Costavano da 4.000 a 11.250 lire. 


Dadi

Dadi, prodotti e distribuiti da Cassin. Come i nut classici, con sezione cava. Disponibile in sette taglie, tutte fornibili con cavo metallico, cordino, o senza niente. Vanno da una larghezza minima di 14 ad una larghezza massima di 40mm. Pesano dai 10 grammi senza niente ai 98 col cordino. Quelli con il cordino sono in alluminio anodizzato in vari colori a seconda della misura. Costavano da 2.750 a 7.400 lire.


Stopper

Stopper, prodotti e distribuiti da Camp. Nut classici con la sezione cava. Disponibili in sette taglie, tutte con cavetto, le ultime tre con cordino in Kevlar, oppure senza. Per fessure da un minimo di 7 a un massimo di 35mm. Pesano da 25 a 96 grammi con il cavetto metallico. Costavano da 5.400 a 7.400 lire.


Speedy

Speedy, prodotti e distribuiti da Camp.Un’evoluzione dei cunei: le due facce più larghe hanno un profilo spezzato che favorisce il contatto di almeno tre punti, anzichè di solo due come nel cado di facce piane. Disponibili in quattro taglie con cavetto metallico rivestito di plastica. Dimensioni da 14 a 32 mm. Peso da 35 a 65 grammi. Costavano: da 6.100 a 7.600 lire.


 Mezzaluna e Curved Stopper

Mezzaluna, prodotti e distribuiti da Cassin. Due Facce piatte convergenti e due facce a profilo curvo. Dieci taglie, la prima con cavetto, l’ultima con corda; le altre con cavo, corda o senza niente. Dimensioni da 12 a 50mm. Pesi da 7 grammi senza niente a 130 grammi con corda da 8. Costo da 3.300 a 8.800 lire. Le grandi intuizioni sono sempre le più semplici: senza allontanarsi troppo dal classico trapezio, il profilo curvo grantisce una tenuta maggiore, perchè  si appoggia su tre punti senza soluzione di continuità, e riduce il rischio di errori dovuti allo scarso contatto dei bordi, favorisce il piazzamento ma la rimozione è più difficile.

Curved Stopper, prodotti e distribuiti da Salewa. Come i Mezzaluna. Disponibili in otto taglie con cavetto d’acciaio oppure con fori per cordino o fettuccia. Col cavo costavano da 8.000 a 10.000 lire.


Bifront

Bifront, prodotti e distribuiti da Grivel, hanno quattro facce con profilo curvo a coppie. Disponibili in nove taglie con due diametri di cavo. Costavano da 6.800 a 9.000 lire. Raddoppiando le facce si estendono i vantaggi, visti per il Mezzaluna, a tutte le possibilità di incastro. 


Cunei Monocavo

Cunei Monocavo, prodotti dalla francese Laprade e distribuiti da Salewa. Sfruttano anch’essi lo stesso principio della curvatura, che è però lungo il profilo orizzontale, anzichè quello verticale, come nel caso dei Mezzaluna o dei bifront. Inoltre il cavetto d’acciaio è singolo, ed è annegato nel materiale del nut stesso. Disponibili in otto taglie. Costavano da 5.000 a 8.500 lire.


Bicam

Bicam, prodotti da Simond e importati da DSI. Hanno due facce piatte convergenti classiche, una faccia con profilo curvo e quella opposta con lo stesso profilo curvo, convergente, e lavorata a denti tipo ingranaggio. Questa forma conserva vantaggi della curvatura, e facilita e rende più sicuro l’accoppiamento di due pezzi per raggiungere le dimesioni volute. Disponibili in nove taglie con due diametri di cavo, mentre nelle ultime tre misure ci sta anche il cordino. Dimensioni da un minimo di 8 ad un massimo di 35mm. Col cavetto pesano da 10 a 80 grammi e costavano da 7.200 a 13.000 lire.


Brass

Grass, prodotti e distribuiti da Grivel. La forma classica dei nut, realizzata però in ottone, materiale più duro dell’alluminio, il che consente di ottenere delle dimensioni molto piccole. Il cavo è annegato nella testa e poi fresato con la parte superiore della testa tessa, operazione che consente un’ottima solidarietà del cavo, evita una curva molto stretta e quindi fragile, ed ha un ingombro aggiunto alla testa nullo. Disponibile in sette taglie, con due diametri di cavo (rivestito in plastica). Costavano da 3.900 a 4.600 lire. Ottimo nelle taglie più piccole, inutilizzabile sul calcare perchè rompe la roccia. 


Two Stop

Two Stop, prodotti e distribuiti da Camp. Come i Brass. Disponibili in sette taglie e tre diametri di cavo (rivestito in plastica). Dimensione minima del più piccolo 4 mm , massima del più grosso 19mm. Pesano da 8 a 60 grammi. Costavano da 3.900 lire a 5.000 lire.


Blend

Blend, prodotto e distribuito da Cassin. Realizzato con gli stessi criteri dei Brass e dei Two Stop, ma utilizzando bronzo come materiale per la testa. Disponibile in sette taglie con due diametri di cavo (rivestito in plastica).  Larghezza minima del più piccolo 4 mm, massima del più grosso 19 mm. Pesano da 9 a 43 grammi. Costano da 4.100 a 4.800 lire.


Copper Head e Aluminium Head

Copper Head e Aluminium Head, prodotti e distribuiti da Cassin. Si tratta di piccoli cilindri di rame o alluminio che, opportunamente battuti in piccole fessure o minime asperità, aderiscono ad esse facendo corpo unico ed offrendo così aiuto nel passaggio. Un riutilizzo degli Head è possibile solo se la deformazione subita non sia stata eccessiva. Gli alluminium head sono più usati sul calcare, i copper head, più duri, sul granito. Entrambi disponibili in due taglie del diametro di 9 e 11 mm con il cavo di 3mm. Pesano dai 15 ai 30 grammi. I Copper costavano 4.000 e gli Aluminium 3.500 lire. Non sarebbe giusto considerarli attrezzi da  incastro, visto che necessitano di un martello per essere “spalmati” sulla roccia, ma non sarebbe stato neppure giusto trascurarli. Sono attrezzi dall’utilizzo particolarmente sofisticato, che richiedono una certa pratica per essere usati correttamente, ma quando ci si riesce… sulla via del Sole Nascente, nella Valle dell’Orco, i primi salitori piazzarono un copper head che è tutt’ora utilizzato per la progressione artificiale. Comunque vanno usati solo in casi estremi visto che la loro tenuta è molto aleatoria e difficile da valutare.


 Blocchetti Tubolari

Blocchetti tubolari, prodotti dalla New Alp, Chamonix, e importati di Amorini. Consistono da un tubo di Ergal a sezione ovale come quello dei manici delle picozze, sezionato con due tagli convergenti. Disponibili in cinque taglie per dimensioni da 20 a 47 mm. Pensano da 36 a 44 grammi. Costavano da 8.800 a 13.400 lire. Il vantaggio essenziale è un notevole rapporto peso/dimensioni, ma non sono molto efficaci. 


Pentanut

Pentanut, prodotti e distribuiti da Camp. Concepiti da Giancarlo Grassi. La testa formata da un poligono a cinque lati asimmetrici, che ha la possibilità di ruotare di 180° attorno al cavetto (ricoperto in plastica) tramite uno spinotto.Anche le due basi del prisma sono convergenti, offrendo in tutto quattro alternative di incastro. Disponibili in quattro taglie, per un escursione da 19a 52 mm. Pesano da 54 a 136 grammi. Costavano da 11.000 a 15.200 lire. Utile, occorre però una certa pratica nell’uso.


Six Coin

Six Coin, prodotto da New Alp e importato da Amorini. Nello stesso cavetto d’acciaio che forma un anello, si fronteggiano due nut di diversa sezione, che possono ruotare creando sei possibili dimensioni. Si passa quindi da 15 a 40 mm, con variazioni di 5 mm. Peso 67 grammi. Costavano 16.900 lire. Queste caratteristiche consentono all’attrezzo di offrire effettivamente diverse possibilità. Tuttavia il posizionamento è un impresa da prestigiatore sopratutto con una mano sola!


Multicuneo

Multicuneo, prodotto da Laprade e importato da Salewa. Attrezzo versatile e di ingegnosa semplicità, permette di avere a disposizione sullo stesso cavo sei differenti taglie con un escursione di dimensioni che va dai 9 ai 36 mm ed un peso di solo 70 grammi. Costava 32.000 lire. Non ha incontrato un grande favore tra gli alpinisti, ingiustamente, perchè permette di avere una serie completa con la stessa facilità di utilizzo, la stessa sicurezza e lo stesso peso di un nut medio grosso. Per questi motivi è ideale per vie facili in alta quota.


Bi-Caps

Bi-caps, prodotti dalla tedesca Bergsport, importati da Salewa e Vaude. Sono due dadi sovrapposti sullo stesso cavetto. Ciò permette loro di assumere diverse angolazioni relative e quindi di assumere nella fessura la posizione di miglior tenuta. Disponibile in nove taglie, tutte con cavo d’acciaio. Dimensioni da 7 a 33 mm. Costano da 1.000 a 14.000 lire. Validi, ma forse inferiori ai nut a facce curve, sia come facilità d’uso che come sicurezza.

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