“Ciao Davide, ti ho scritto ormai quasi un annetto fa per chiederti informazioni sul Moregallo… ed è praticamente per lo stesso motivo per cui ti scrivo, ma per un’altra zona: la Valle Due Pile. Domanda forse scontata: tu l’hai mai percorsa dal sentiero Sambrosera-Forcellina fino alla bocchetta di Sambrosera? Guardavo l’altro giorno mentre scendevo dopo aver fatto il Belasa con un amico e mi sembrava una ravanatina facile facile, ma guardando anche da Maps non riesco a capire se il tratto centrale si può fare o ha salti rocciosi che non si vedono. Io arrampico ma non son niente di che…quindi se si dovesse fare qualche passo oltre il III credo lascerei perdere…o troppo esposto, ma vista la conformazione del posto non credo sia il caso.”
Questi sono i messaggi che a volte ricevo e che, confesso, mi danno maggior soddisfazione. Quello che voglio fare ora è quindi raccontarvi la Valle due Pile, ma per gradi, senza “spoilerare” sorprese o colpi di scena. Io ho esplorato la valle un po’ alla volta, ma quasi sempre da solo: in questo modo ho potuto immergermi in un avventura densa di emozioni, incertezze e mistero. Infilarsi nell’ignoto è un viaggio catartico: la Valle Due Pile è letteralmente a due passi dal centro di Valmadrera ma, quando vi si entra, si è davvero fuori dal mondo. Per chi desidera affrontarla in questo modo ho un singolo consiglio: non sottovalutatela, non è docile, ma se volete godervela vi basta aprire la cartina ed affrontare il viaggio e tutti i rischi che comporta. Godetevela!
Spoiler 01: Per chi invece volesse qualche indicazione in più è per me un gran piacere raccontarvi la valle. La Due Pile termina letteralmente davanti a casa mia: nel letto del fiume abbandonato che si riversa in Piazza Fontana. Risale tutta la lunghezza del versante Sud del Moregallo fino alla Bocchetta di Sambrosera a 1160 metri di quota. Il sentiero che dalla Forcellina (717metri) attraversa fino alla Sorgente di Sambrosera divide la valle in due: Due Pile Bassa e Due Pile Alta. Per accedere alla due Pile Bassa l’ingresso migliore è il sentiero Paolo ed Eliana: imboccato il bivio sul sentiero per Sambrosera si supera un primo fiume secco (che risale appunto verso Sambrosera) per immettersi nel secondo fiume secco, che risale la Valle Due Pile. In quel punto il sentiero rimonta una piccola ma verticale cascata ed il letto del fiumiciattolo forma una piccola ma riconoscibile “marmitta del gigante” in cui c’è quasi sempre acqua. Il tratto a valle di questo passaggio attraversa la parte più antropizzata della Due Pile: si rimonta tra le baite superando impegnative cascate che, strette tra le recinzioni, non è possibile aggirare.
Spoiler 02: la Due Pile Bassa è, dal punto di vista tecnico, molto più impegnativa e rischiosa della Due Pile Alta. Nella bassa si può sboulderare liberamente senza troppi rischi fatta eccezione per tre passaggi obbligati. Questi passaggi, con un po’ di accortezza, possono essere aggirati lateralmente ma, se affrontati, sono significativamente impegnativi. Il primo potremmo battezzarlo “il salto della grotta”, il secondo “le tre cascate attraverso l’arco” ed il terzo “la cascata del grande sasso”. In tutti e tre i casi se piombate a terra è davvero un mezzo disastro! Quindi valutate bene. Io, e qui sono molto onesto, sono riuscito a risolvere quei passaggi solo quando accompagnato da qualcuno: in solitaria ho sempre avuto troppa paura di schiantarmi e diventare freddo nella solitudine della gola.
- “il salto della grotta” è un passaggio tra diversi sassi di granito a ridosso di una nicchia a grotta nel calcare. Si entra nella nicchia, si spacca sulla roccia di granito di fronte girandosi in opposizione con le spalle alla roccia (a 2 o 3 metri di altezza). Ci si allunga e ci si rigira sull’altro lato. E’ un passo di coraggio più che di tecnica, ma se serve non sbagliarlo. Ho visto farlo anche frontalmente, senza andare in opposizione al contrario, ma è richiesta una buona tecnica su roccia fragile.
- “le tre cascate attraverso l’arco” sono una sequenza di tre piccole cascate su calcare lavorato dall’acqua. Le prime due sono abbastanza semplici, alla base della terza si trova un curioso arco/clessidra. La terza cascata ha un “run-out” che si fa decisamente sentire, ci sono da fare parecchi movimenti per uscire e la nicchia alla base della cascata è davvero un pessimo posto in cui cadere.
- “la cascata del grande sasso” è il tratto finale della Valle due Pile: iI mostro di fine livello. Il sentiero dalla Forcellina attraversa la valle due Pile grazie ad una specie di ponte naturale formato da un enorme masso erratico verde. La cascata sotto questo sasso è il verticale tratto finale da superare. Qui ci sono due soluzioni, la prima si sfila sulla sinistra della cascata risalendo una costola rocciosa verso sinistra e poi attraversando verso destra (questa è la soluzione che uso io). La roccia è molto friabile e c’è un sacco di roba che si muove, ma è il mio ambiente. L’altra soluzione è rimontare direttamente la cascata. La roccia in quel punto è molto lavorata e costellata da concrezioni molto invitanti. Il problema è che la cascata è DECISAMENTE alta e le concrezioni, per quanto invitanti, non danno alcuna garanzia di solidità: se cedono di botto si arriva diretti a terra. Non l’ho mai provata e credo che, quando capiterà, affiderò i miei ottanta chili alla sicura di una corda dall’alto.
Tutti e tre i passaggi possono essere evitati “uscendo” dai prati dove la valle si fà più docile. “la cascata del grande sasso” si trova alla fine di una forra lunga 20/30 metri. Uscire direttamente sulle pareti erbose della forra (per esperienza) può risultare più ingaggioso della cascata stessa. Meglio arretrare di più ed uscire prima di entrare nella forra.
Nella Due Pile Bassa c’è un sacco di granito e numerose possibilità di bouldering. In particolare la “Bridwell’s Rock” che abbiamo superato in artificiale con friend e staffe.
Spoiler 03: la Due Pile Alta ha passaggi obbligati meno severi ma richiede una certa predisposizione alla ravanata ed un buon occhio nell’evitare i guai. C’è la libertà di arrampicare un po’ ovunque ma se si è intenzionati solo a passare conviene seguire le sagge linee dei Mufloni. Se azzeccate i passaggi il tutto si traduce in un ripido sentiero dai tratti un po’ esposti. Dal Sasso Verde potete risalire lungo le cascate rocciose oppure tenere la destra lungo i tratti più erbosi. In salita bene o male tutti i passaggi sono fattibili senza troppo difficoltà, in discesa invece conviene farsi l’occhio sul sentiero ed evitare i tratti più aggettanti. Superate le prime difficoltà si raggiunge il punto di congiunzione tra la Valle due Pile, a sinistra, ed la Valle del Bech, sulla destra.
In questo punto è possibile osservare la Torre Bifida, il Pilastro Charlie Patton e più in alto lo Zeppelin e le altre strutture rocciose che risalgono a Birillo’s Crack e poi più in alto allo Scoglio dei Tassi ed alla Bocchetta di Sambrosera. In questa zona si concentrano la maggior parte delle vie d’arrampicata realizzate nella Natural Climbing Area del Moregallo.
Nota: La Valle del Bech ha un paio di passaggi obbligati ed è ostruita da un grosso sasso nella parte alta. Serve un po’ di malizia per risalirla. L’uscita della valle interseca la parte finale del sentiero Paolo ed Eliana.
Risalire la Valle Due Pile risulta invece più semplice. Anche in questo caso c’è la possibilità di arrampicare su roccette più o meno impegnative, tuttavia è possibile aggirare queste difficoltà lungo il paglione (tenendo però presente che non sempre il paglione è la scelta meno complicata). Non vi infilate nei canali o negli scivoli erbosi a ridosso delle strutture rocciose se non avete una chiara idea della geografia generale della zona: salire è quasi sempre possibile, scendere spesso è più complicato. Tenetevi sul lato sinistro della valle in modo da avere la possibilità di raggiungere il sentiero che, superato l’attacco della OSA, ora corre nella valle a mezza quota.
Raggiunto il sentiero le difficoltà sono per lo più concluse. Se decidete di esplorare più a destra, nelle rocce alte sotto la grande parete dell’Anticima del Moregallo, fatelo con prudenza: tra le guglie tutto è molto più complicato.
Nota conclusiva: la direzione declina ogni responsabilità per le vaccate che rischiate di combinare infilandovi nella valle. La Due Pile non è certamente la valle più complicata o selvaggia tra quelle “offerte” del Moregallo, tuttavia rispetto al Belasa è decisamente un ambiente più selvaggio. Se decidete di andarci posso darvi solo qualche consiglio: andateci con qualcuno, fatela a piccoli tratti (magari la parte bassa e poi quella alta) e portatevi un caschetto ed un pezzetto di corda (meglio passare per mona che fare la fine del mona!)
Divertitevi in modo responsabile (e conservate la bellezza selvaggia del Moregallo).
Ciao!
Davide “Birillo” Valsecchi
– Bridwell’s Rock- – Il Salto della Grotta- -Le tre cascate attraverso l’arco-
-La Cascata del Grande Sasso-
-Memento Mori (Anche loro Sbagliano!)-