Escursioni Agosto 2021 (1a Parte)

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Bocchetta del Laréc

Con il gruppo giusto è divertente anche improvvisare. Così a Premana, giunti al bivio alla fine del paese, ho chiesto: “Volete la valle di destra o quella di sinstra?”. Il piano originale era risalire la Val Varrone fino al Rifugio Santa Rita. Il gruppo però ha scelto la valle di sinistra, la valle Fraina. “Bene, fuori la carta e vediamo dove si può andare!” In modo assolutamente estemporaneo abbiamo riprogrammato interamente l’escursione definendo insieme, carta alla mano, il nuovo itinerario: sponda destra del fiume Fraina, risalire fino all’Alpe Rasga e da qui all’Alpe Fraina, poi risalire lungo la strada ex-militare verso la Bocchetta del Larèc. Quando saremo lassù decideremo se proseguire lungo il sentiero Cadorna verso la Bocchetta di Trona oppure ripare verso Casera Vecchia nella Val Varrone. Rapida valutazione delle tempistiche e si parte. La valle Fraina, stretta tra il Monte Rotondo ed il Pizzo di Laréc è piacevolmente bella, ricca di verde e di acqua. La salita alla bocchetta è intensa, giunti al crinale, ormai a quota 2059m, ci troviamo davanti la Val Varrone e più in alto il Pizzo di Trona, il Pizzo Varrone ed il Pizzo dei Tre Signori. Ad accoglierci, all’orizzonte sui picchi, un cielo cupo e rumori di temporale. “Un mio amico dice sempre che a pancia vuota non bisogna mai prendere decisioni: mangiamo un boccone e vediamo poi dove andare”. Ci sediamo, mangiamo un panino, il temporale sembra allontanarsi verso nord mentre una pioggerellina comincia cadere. “Andiamo giù?” Tutti approvano e sereni scendiamo verso valle, superando i pascoli di pecore fino alla valle Varrone. La pioggia smette ed il nostro rientro diventa un’allegra passeggiata. Già, con il gruppo giusto è divertente anche improvvisare!

Compleanno Birillo – Sasso della Cassina

Sasso della Cassina – Per festeggiare il compleanno della “guida” abbiamo dato vita ad un escursione un po’ atipica. Partiti da Maisano, frazione di Valbrona, ci siamo incamminati verso la Reginata e da qui verso i prati di Caprante. Dalla Croce del Sasso della Cassina il panorama sul lago, nelle luci del tramonto, è decisamente suggestivo. A turno abbiamo suonato la campana dando inizio ai festeggiamenti. A Caprante, infatti, ci attendevano una tavola imbandita e bottiglie in fresco nella fontana! Un allegro gruppo di bambini giocava nell’erba mentre un’altrettanto allegro gruppo di adulti alzava il bicchiere ad ogni brindisi! Giunta l’ora del silenzio ci siamo rimessi in cammino risalendo verso Valbrona lungo l’altra sponda del torrente Caprante in modo da chiudere un’escursione ad anello. Giunti in prossimità delle prime case i bambini, decisamente i più attenti del gruppo, hanno individuato con la luce delle frontali due caprioli al pascolo ed una volpe che si aggirava furtiva. Ottima conclusione di una piacevole escursione notturna e di un’ottima festa di compleanno!

Giro dei Campelli dal Culmine di San Pietro

Giro dei Campelli dal Culmine di San Pietro – Alle volte le escursioni più interessanti nascono alla fine dell’uscita precedente, mentre si chiacchiera con un bicchiere in mano: “Vi va un giro insolito? Partiamo dal Culmine di San Pietro, facciamo un tratto della DOL fino ai piani di Artavaggio, poi su al Nicola ed al Cazzaniga. Passiamo la Bocchetta di Campelli e seguiamo il 101 fino alla Bocchetta dei Mughi. Scendiamo alla Lecco e poi infiliamo il Sentiero degli Stradini e via di nuovo per Artavaggio. Alla fine chiudiamo facile scendendo a Campuscedo.” Così siamo partiti e, dopo 28 chilometri e 1200 metri di dislivello, abbiamo chiuso un’affascinante ed intenso anello attraverso uno scenario straordinariamente dolomitico nel cuore delle prealpi orobiche.

Notturna nelle Moregge

Notturna nella Valle delle Moregge – “Questa sera siamo solo noi due, facciamo un giretto esplorativo?” Il programma prevedeva una tranquilla salita al Castel di Leves dal morbido versante ovest, tuttavia a causa delle defezioni e delle vacanze estive ci siamo ritrovati al parcheggio solo in due: io ed un buon amico di vecchia data, compagno di spedizione in Pakistan e membro ormai ventennale del Soccorso Alpino. “Facciamo qualcosa di divertente? Birretta alla SEV passando dalla valle delle Moregge?”. Così per due intense ore abbiamo vagato lungo sentieri abbandonati nella valle più selvaggia – ed insidiosa – del Triangolo Lariano. Un itinerario per escursionisti MOLTO-MOLTO esperti che si conclude con un passaggio di II°/III° su roccia fragile ai margini di una cascata: qualcosa che come AMM non potrei mai nemmeno proporre. Lui si guarda in giro approfittando della perlustrazione: “Speriamo di non dover recuperare mai nessuno da qui, sarebbe un vero casino tirarlo fuori”. La valle delle Moregge, tra Corni e Moregallo, è davvero un luogo magnifico e terribile, ostile ad ogni velleità ed ingerenza umana. Nella valle però, negli ultimi tempi, sono aumentati “ometti” e “fiocchetti”: c’è movimento, è aumentato il numero di coloro che vi si addentrano. Prudenza! Noi invece, ormai al buio, siamo giunti alla SEV, aperta ora tutti i giorni per Agosto: una birra sulla terrazza del rifugio, una chiacchiera tra amici con i volontari. Direi non male per una serata d’estate.

Legnoncino da Colico

Legnoncino da Colico – Con i suoi 1.714 di quota il Legnoncino non sembra appartenere al “Club” delle montagne “importanti”. Inoltre, grazie alla strada che permette di raggiungere in auto il Rifugio Roccoli Lorla è considerata una meta “turistica”. Tuttavia, proprio perchè bistrattata, volevo scoprire di più. Così siamo partiti da Posallo, frazione di Colico, affrontando un dislivello positivo di 1400 metri (quindi non propriamente banale). Il versante Nord, contro ogni aspettativa, si è dimostrato – anche nella calura di agosto – molto meno afoso di quanto ci si potrebbe aspettare: si risale infatti tra ombrosi boschi attraversando alpeggi e fresche fontane. Superata Sommafiume si raggiunge il museo a cielo aperto dedicato alle fortificazioni della Linea Cadorna. Dai Roccoli Lorla la salita alla vetta del Legnoncino è semplicemente un passaggio obbligato: il panorama dalla cima – nonostante turisti e ciclisti – è assolutamente straordinario. Berlinghera, Sasso Canale, Pizzo Campanile, normalmente quasi invisibili dal Triangolo Lariano, ammiccano all’orizzonte. In ogni direzione lo sguardo trova qualcosa da osservare: un ricordo o una tentazione. Poi di nuovo giù, quasi in picchiata, sul sentiero dei Pivion. Una bella giornata ed una salita “imprevedibilmente” piacevolmente anche in veste estiva.

Notturna Nuvolone

Notturna al Nuvolone – Con i suoi 1092 metri di altitudine è il rilievo più a nord del Triangolo Lariano e la sua posizione, a ridosso della Punta di Bellagio, offre una prospettiva ed un panorama quasi unico. Ottocento metri sopra il lago, che è a quota 200, si possono osservare tutti e tre i rami del lago di Como mentre lo sguardo spazia sulle montagne in ogni direzione: le Grigne per il Lecchese, il Sasso Grona e il Generoso per il Comasco, il Costone, il Duria, il Lenno, il Tremezzo per il Lario Occidentale, il Grona, il Bregagno, il Leddù per l’alto lago ed ancora Legnoncino e Legnone. La Villa del Balbianello, l’Isola Comacina, la chiesa di San Martino, ma anche Lezzeno. Con salendo cinquecento metri di salita, partendo da Brogno – frazione di Bellagio – si può godere di uno spettacolo davvero speciale. Il timore era il caldo ma la valle del Perlo e la brezza del lago hanno saputo mitigare le temperature. Il percorso, al buio, può però essere particolarmente insidioso, sia tecnicamente che per l’orientamento, a chi non conosca la zona. Tuttavia con un buona guida – e facciamocela un po’ di pubblicità! – questi problemi si risolvono senza pensieri! 😉 Davvero una bella salita, da mettere in calendario anche a Settembre.

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