Giro lungo alla Croce Pizzallo

CIMA-ASSO.it > Lariotrek.it > Giro lungo alla Croce Pizzallo

Il tempo era incerto ma la squadra ben determinata! Quindi, come spesso accade nelle giornate in cui la primavera si confonde con l’autunno, abbiamo “improvvisato” un escursione nei Monti di Sera navigando a vista e ripianificando i nostri obiettivi e la nostra rotta via via lungo il percorso. In giornate come questa il “gioco” è utilizzare il GPS per disegnare sulla mappa un ghirigoro colorato tanto improbabile quanto logico ed impegnativo. Così, lasciato il centro di Caglio, abbiamo raggiunto il castagneto di Rezzago seguendo sentieri quasi dimenticati e scorciatoie tracciate dagli animali. Poi giù, verso i Funghi di Terra ed il Lazzaretto. Poi sù, ad intercettare la mulattiera per Enco prima di scendere di nuovo puntando verso Valle Alta prima di risalire, dritto per dritto, verso Fiorana e la Sorgente del Pizzallo. Un goccio d’acqua – fredda e limpida – e poi ancora verso l’alto, verso Piazza Dorella e la Croce Pizzallo. Giunti in cima di nuovo giù, verso il Passo del Freddo allungandosi verso la Fontana Tre Sassi e l’alpe del Ginestrino. Lungo i prati incontriamo una bella lepre ed un maschio di capriolo. Giunti al Passo di Vallelunga ci concediamo un’altra stravaganza deviando nella valle tra la Ca Volta ed il Niombison, dove scorre l’affluente principale del Torrente Rezzago. La traccia che sembrava promettente purtroppo si disperde laddove il bosco si dirada lasciando spazio ad un’ampia radura di rovi ed erba alta. Mi infilo tra le spine in cerca di un passaggio tra gli ostacoli ma è quasi impossibile vedere sotto il metro e mezzo d’altezza. Il gruppo si muove piacevolmente in silenzio, ormai iniziano a capire ed imparare i trucchi! “Fermi… non siamo soli!” sussurro abbassando la testa. La sensazione si concretizza e davanti a noi, ad una ventina di metri, “sorprendiamo” quattro bei cinghiali: tre grossi ed un piccolo. L’ambiente è decisamente selvaggio e l’incontro elettrizzante. Il grosso davanti mi guarda, scocciato di non averci visto o sentito arrivare. Il gruppo resta immobile mentre io salgo in piedi su una ceppaia. Sono qui: lui mi vede, io lo vedo, lui decide di portare il suo gruppo verso l’alto della collina, senza fretta, senza agitazione. Io tengo fermo il mio. Ora, che la situazione è risolta, posso tentare una foto mentre si spostano nell’erba alta. Riprendiamo il traverso nella valle e scendiamo verso la Fornace evitando il Tennis e la Madonna di Campoè sfruttando la “mulattiera verde” lungo il fiume. 12 km, 700 metri di dislivello per quattro intense ore di cammino dietro casa, ai margini della società, sfiorando una natura selvaggia che ci è più vicina di quanto tendiamo a credere. Bella escursione!!

Davide “Birillo” Valsecchi

Theme: Overlay by Kaira
%d bloggers like this: