Solo i coraggiosi… il più delle volte gli stupidi. Attraversiamo la strada e calchiamo la spiaggia deserta. Il vento di scirocco, direttamente dall’Africa, soffia caldo ed intenso dal mare. Tutto questo significa solo una cosa: ONDE!
La prima bordata è una specie di sveglia, rotoliamo tra sabbia e spuma. Poi è battaglia, battaglia dura e fantastica!! Questo è il mare che piace a me: un’inarrestabile forza viva!!
La squadra è sulla costa occidentale della Sicilia, a Tre Fontane, frazione di Campobello di Mazara. Dopo esserci abbondantemente goduti il caldo abbraccio di un atipico (per noi) sole d’Ottobre ci siamo rimessi ad esplorare.
La Sicilia è davvero un posto strano: vaghi per una spiaggia e, quasi all’improvviso, ti imbatti in una delle più grandi città del quarto secolo avanti Cristo, Selinunte. Nascoste le pinne e l’equipaggiamento da mare tra i canneti della spiaggia ci siamo inerpicati su per la collina ritrovandoci tra i turisti e le vestigia del passato: un tuffo nella storia!!
Eccovi qualche immagine dei templi e dell’acropoli!!
La squadra si è rimessa in moto e, recuperato un mezzo di trasporto, ci siamo lanciati in un coast to coast attraverso tutta la Sicilia: 392km attraverso sei delle nove provincie della regione.
Ora siamo a Tre Fontane, frazione di Campobello di Mazara, a due passi dalla spiaggia ed affacciati sul mare aperto. Il calendario dice “Ottobre” ma davvero da queste parti non sembra il mese che sono abituato a conoscere (si sta alla grande!!).
Qui è durissima!! Di giorno vaghiamo su sabbie roventi e la sera ci sfamiamo con grigliate di carne e vino rosso di Mazara.
So che sul Lario il tempo è piuttosto brutto, spero che i nostri ulteriori esperimenti con la fotocamera subacquea vi possano scaldare un po’: a presto!!
Un canyon, uno squarcio nel passato che coniuga bellezze naturalistiche e reperti archeologici che risalgono fino all’epoca preistorica. In una giornata torrida ci siamo sparati oltre dieci chilometri nell’afosa valle percorsa dal fiume Cassibile, l’antico Kakyparis greco.
Attraverso una ripida scala di roccia, la storica “Scala Cruci”, siamo scesi fino ai laghetti di Avola antica risalendo poi la valle al fianco della “forra dei cent’anni”, un acquedotto interamente ricavato nel cuore della roccia.
Sulle parete del Canyon i segni della storia: la necropoli dei Siculi, primi abitanti dell’isola, affiancata dai villaggi rupestri in cui furono costretti a nascondersi per difendersi dalle popolazioni esterne. Sempre tra queste alte pareti i Siracusani sconfissero il generale ateniese Demostene ed i suoi seimila soldati.
Io e Fabrizio ci siamo addentrati nella valle raggiungendo la pozza d’acqua più isolata nella parte alta del canyon, la pozza “Uruvu Tunno“. Qui, dopo aver fraternizzato con l’acqua fredda, ci siamo goduti la nuotata nella pozza, profonda probabilmente oltre cinque metri, ed il sole caldo sulle rocce.
Mi hanno detto che sul Lario ha già iniziato a fare freddo: mi dispiace davvero!! ;P
Dopo aver steso tutto l’equipaggiamento ad asciugare ci siamo concessi una scorribanda lungo le scogliere che fronteggiano Siracusa. Questo tratto di costa costituisce la parte orientale della Penisola Maddalena poco a sud della città si Siracusa, tutta l’area è caratterizzata da scogliere calcaree all’interno delle quali si sono aperte delle imponenti grotte. In particolare a Punta della Mola, dove siamo stati a pascolare noi, sono presenti anche estesi complessi di tunnel sotterranei usati come contraerea nella seconda guerra mondiale. Ho provato a buttarci un occhiata dentro ma, sebbene l’esplorazione delle trincee della prima guerra mondiale abbiano caratterizzato la mia fanciullezza, in queste non mi sono fidato ad entrarci: troppo accessibili alla gente e troppo dissestate dal mare. Le grotte invece sono uno spettacolo e conto presto di andare a dare un occhiata a quelle ancora più grandi a sud.Per un paio di giorni ci dedichiamo all’acqua 😉
Fabrizio è riuscito a recuperare un vecchio computer portatile, un leggendario EEE-PC con windows XP!!! Con questo gioiellino del passato (identico a quello che avevo con me in India ed Africa anni fa) abbiamo riversato le oltre 400 fotografie scattate durante i cinque giorni sull’Etna. Con i “potenti mezzi” messi a nostra disposizione da una tecnologia obsoleta abbiamo montato un piccolo filmato utilizzando come colonna sonora il mitico Lemny dei MotorHead!!
Il risultato è in bassa qualità ed un po’ gracchiante (purtroppo su questo pc mancano i coded audio ed un sacco di altri dettagli tecnici) ma credo renda abbastanza l’idea. Sfruttando una connessione adsl un po’ ballerina siamo riusciti a caricare il tutto su youtube: buon viaggio!!
La squadra é di nuovo al campo base tra le colline di Siracusa. Questa mattina siamo saltatati fuori dalla tenda all’alba nei pressi di Milo. La fontanella del paese, la prima fonte d’acqua corrente in 5 giorni, é stata il primo intenso piacere domestico: lavarsi la faccia é una vera goduria!!
Profumati come due capre di montagna abbiamo fatto un ora di pullman verso Catania ed un’altra ora verso Siracusa.
Quindi é fatta: la missione Etna si é conclusa nel migliore dei modi. Bene!
Fare la rotta navigando a vista in quell’ambiente tanto complesso é stata una bella prova. Molte scelte sono state un incognita e a volte anche un’azzardo nell’ignoto.
Sono davvero soddisfatto per come ho condotto la salita e non posso che essere grato a Fabrizio per aver tenuto duro nei momenti più duri quando, schiacciati dalla fatica e dal personale degli zaini, non restava altro che “vediamo se lassù si riesce a passare”. Riemergere dalla Valle del Bove é una battaglia dura!
Grazie al pannello solare abbiamo avuto energia sufficiente per registrare il tracciato GPS completo. I dati parziali parlano di un dislivello assoluto di 2200 metri ed uno sviluppo di oltre 60km. Appena rientriamo in quel di Como vedrò di pubblicarlo insieme alla relazione della salita.
Oggi, con lo smarphone, ho riguardato un po’ le foto scattate ed alcune sono davvero impressionanti. Purtroppo dovrete avere pazienza perché con il telefonino sarà dura riuscire a mostrarvele per ora.
Da queste parti la gente sfazza quando chiamo “montagna” l’Etna. Di solito abbozzano e precisano “Vulcano”. Da modesto alpinista posso però garantirvi che l’Etna é una gran bella montagna!
Una commistione di scenari, coloro e profumi straordinari, un’ambiente che spinge l’alpinismo in una dimensione quasi aliena e decisamente severa.
Da Siracusa si vede la vetta quando cala la foschia, ogni volta che Fabrizio tornerà a casa potrà buttare lo sguardo su uno dei simboli della sua terra con la consapevolezza di aver vissuto un esperienza che davvero pochi dei suoi conterranei hanno sperimentato. Sono davvero contento per lui: se l’é davvero meritata.
Adesso un paio di giorni di riposo, il tempo di ripulire l’equipaggiamento, e la squadra sarà di nuovo un missione: destinazione Stromboli…
Giornata campale! Un viaggio infinito in un mondo che ha dell’incredibile! Sono davvero troppo stanco per raccontarvi tutto, vi racconterò solo un episodio che é, in buona misura, il momento topico di oggi.
La famosa Torre del Filosofo é il limite d’accesso sotto i crateri sommitali. Lì si affollano i numerosi turisti che salgono con la funivia o la jeep. Quando la raggiungiamo riemergiamo dal nulla sul lato ovest di un cratere. Il vento era fortissimo su quel versante e quindi eravamo varcato di tutto punto. In mezzo a quella folla eravamo gli unici equipaggiati per l’alta quota e con due enormi zaini sulle spalle.
Due giude alpine etnee ci squadrano e si avvicinano. “Ora siamo fregati…” é stato il mio pensiero, così ce la siamo giocata tutta e subito: “Siamo di Como, veniamo dalle Grigne. Siamo partiti da Zaferana su per la val Calanna, la valle del Bove e la schiena dell’Asino. Sono atte giorni che siamo in viaggio ed intendiamo raggiungere il rifugio Citelli dall’altra parte.”
Pensavo ci avrebbero cazziato ed invece erano sorpresi ed entusiasti! Hanno fatto capannello e tirato fuori una cartina ed insieme abbiamo incominciato ad indicare i passaggi del nostro viaggio. Ci hanno riempito di complimenti!
Poi il più grosso dei tre attacca il discorso: “Le condizioni meteo non sono buone e vanno peggiorando. C’é una nebbia fitta ed attività vulcanica in atto: nessuno passa oltre oggi” Sorridendo, dopo aver guardato i colleghi, ha continuato “Se però state alla larga dal cratere e tirate dritti al Citelli oggi a voi due vi facciamo passare. Aspettate che riparta questo gruppo di turisti e poi andate.”
Alla grandissima! Abbiamo bevuto insieme il caffé (il primo in quattro giorni!) e poi via: una lunga incredibile cavalcata solitaria attraverso un mondo alieno e spaziale avvolto dalla nebbia. Le guide ci avevano accordato il privilegio di essere lassù completamente soli con il vulcano!
Il punto più alto raggiunto é stato di 3104 metri e per Fabrizio é stata la prima volta oltre i tremila: sono davvero contento sia avvenuto nella sua terra nativa!
All’osservatorio etneo, sull’altro versante, abbiamo scattato la foto con il gagliardetto del Cai Asso. In pratica abbiamo risalito tutta la valle del Bove, compiuto il periplo dei Crateri sommitali e ridisceso lungo il versante opposto della Valle del Bove: abbiamo visto ed attraversato tutti i versanti del vulcano!
Dall’osservatorio al rifugio Citelli abbiamo letteralmente sciato lungo i canaloni di cenere: una discesa da urlo! Poi, piano piano, abbiamo iniziato il lungo ritorno verso Zafferana.
Il GPS segna oltre 30 km e siamo a pezzi, accampati in un bosco sopra Milo. Domani raggiungeremo Zafferana e da lì, in pullman, Catania e Siracusa.
E’ sta una giornata incredibile, non posso che ringraziare le guide etnee per averci permesso di continuare e per averci mostrato il valore della nostra salita: in stile alpino abbiamo conquistato l’Etna!
Buona notte a tutti, crolliamo nei sacchi a pelo. A domani!