La IIª Riedizione della Storica Festa del Libro di Asso, che si è appena conclusa, dedicava quest’anno uno spazio speciale al suo ideatore: Raffaello Bertieri.
Nato a Firenze nel 1875, è stato uno dei più grandi editori e tipografi del tempo. Una figura di primo piano nel panorama culturale nazionale di inizio secolo a cui sono tributati riconoscimenti da accademie e istituti d’arte.
La storia sua personale si intreccia in modo iscindibile al nostro paese essendo stato nominato dal 1926 al 1941, anno della sua scomparsa, {it:Podestà} di Asso con Regio Decreto. Il Podestà sostituiva durante il periodo fascista il ruolo di Sindaco, della giunta e del consiglio comunale, ricoprendo di fatto la piu’ alta carica del paese.
Solitamente il mandato era di cinque anni ma a Bertieri fu rinnovato ogni volta facendo di lui il primo ed unico Podestà della storia di Asso.Ma Bertieri era già famoso prima di giungere nel nostro paese.
Oltre ad essere l’ideatore di un carattere di stampa che porta il suo nome era proprietario e direttore dal 1906 al 1941 della rivista mensile Risorgimento Grafico. La rivista si occupa in un primo tempo di grafica e tipografia indirizzandosi poi negli anni dieci-venti del Novecento più specificamente nell’ambito editoriale, riducendo notevolmente il numero delle pagine scritte e dando ampio spazio alle illustrazioni e agli allegati esemplificativi riguardanti nuove tecniche e applicazioni grafiche.
Dal 1919 al 1925 fu direttore della prestigiosa Scuola del Libro alla Società Umanitaria di Milano, un’istituzione nata nel 1893 grazie al lascito di un mecenate mantovano di nome Prospero Moisé Loria che si prefigge lo scopo di “mettere i diseredati, senza distinzione, in condizione di rilevarsi da se medesimi, e di operare per l’elevazione professionale, intellettuale e morale dei lavoratori”.
Dal 1923 al 1933 divenne direttore dell Archivio Tipografico dello Studio Nebiolo, un azienda fondata da Giovanni Nebbiolo nel 1878 per la produzione di macchine grafiche e la realizzazione mediante fusione in ghisa dei caratteri di stampa che nei primi anni Venti impiegava oltre 600 operai.
Da una lettera del 19 Aprile del 1926 scritta da {it:Gabriele D’Annunzio} emerge la profonda amicizia che lo legava a Bertieri sostenendo la sua candidatura a Potestà di Asso. D’Annunzio si avvalse spesso delle capacità tipografiche di Bertieri definendolo il “principe degli stampatori“.
E’ incredibile pensare come una persona così importante raccomandata addirittura da uno dei più influenti artisti dell’epoca abbia ricoperto la massima carica politica di un paese che come Asso che a molti oggi pare erroneamente modesto.
Erano gli anni Trenta, anni in cui sulle strade correvano mostri sacri come Nuvolari e Ascari portando ad Asso figure di spicco nazionale come l’onorevole Tarabini e i parenti del Duce come Edda e Bruno Mussolini. Anni in cui il paese godeva di un boom industriale e culturale primeggiando in eleganza e cultura.
Immagino quanti personaggi importati amici di Bertieri abbiamo alloggiato alla “Vecchia Locanda” o nella sua Villa che ancora sovrasta il paese.
Una targa commemorativa a Rafaello Bertieri è posta a Milano in via Mangiagalli 18 in zona periferica Città Studi mentre il paese di Asso ne mantiene viva la memoria rievocando la Festa del Libro da lui introdotta nel 1927.
Ormai i suoi contemporanei sono sconparsi ma molti in paese ricordano come i loro nonni abbiano sempre ben parlato di Bertieri, come di un uomo giusto che si è comportato con onestà e fermezza anche nei giorni bui della guerra.
Grazie, Signor Bertieri ,per aver dato fama e lustro nel mondo al nome del nostro paese.