In questi giorni il Signor Silvio Caminada, uno dei commensali che spesso incontro a pranzo in trattoria dalle “Zie”, mi ha prestato un interessante libro che custodisce gelosamente da tanti anni.
Il volume, un’ edizione di “Previdenza Sociale e lavoro in Italia”, è dedicato al Lario ed edito nel maggio del 1969. Un tuffo nel passato grazie ad un’ incredibile punto d’osservazione sulle attività e sulle imprese della nostra zona a 40 anni di distanza nel tempo.
La fotografia a lato proviene gentilmente dall’archivio di Enzo Santambrogio. Che impressione vedere la vecchia Asso!
Vi riporto un breve tratto di questo libro che introduceva la Vallassina e le sue attività:
Tutti la conosciamo, perchè è sempre stata considerata un luogo ameno di villeggiatura, dove l’aria è limpida, il clima dolce e mite, il paesaggio incantevole e quasi romantico con quelle sue colline ricche di verde e boschi ombrosi.
Vi si arriva partendo da Erba, ultimo centro prima della valle, posto a pochi chilometri da Milano e collegato alla città lombarda con una comoda strada, che si snoda dolcemente in mezzo alla campagna, schiudendo panorami stupendi ai quali l’incalzare del cemento ci ha quasi disabituati. Infine ci si inoltra nella valle, si raggiungono gli abitati di Canzo, di Asso da dove, proseguendo, si arriva al passo del Ghisallo che domina, con la sua minuscola chiesetta il lago di Lecco, offerto alla carezza del sole con tutto l’azzurro delle sue acque tranquille.
Qui si possono ammirare, gelosamente custodite, le maglie dei grandi campioni del pedale che si sono affermati nei vari giri d’Italia e di Francia, qui rieccheggiano i nomi di Bartali e di Coppi; gli irriducibili avversari di tante battaglie che channo entusiasmato la nostra ormai lontana adolescenza.
La Vallassina è anche questo, un concentrato di ricordi, di emozioni che si risvegliano a mano a mano che il passo si inoltra in questi luoghi carichi di ricordi, di fantastiche ed indimenticabili avventure. Amiamo questi monti, queste colline, questi boschi, queste ombrose frescure dove regna l’oblio, dove è dolce abbandonarsi al fruscio del vento, mentre l’occhio rincorre le nuvole bianche che vagano incessantemente per il cielo.
Alla sera, quando l’aria si riempie del canto degli uccelli, che incrociano rapidi voli, si sente da un capo all’altro della valle il rintocco delle campane che sembrano piangere il giorno “che si muove” e allora veramente ci si riconcilia con la vita, si avverte il fascino misterioso del colore delle ombre sull’immensità di natura offerta con il suo splendore all’ammirazione incantata degli uomini.
Ma la Vallassina non è soltanto un tranquillo angolo di mondo dove si cerca rifugio e silenzio nella stagione in cui tutti vogliono allontanarsi dall’afa della città trumultuosa, con la speranza di ritemprare il corpo e lo spirito, perchè qui ferve una vita operosa che merita di essere illustrata.
Storia e tradizione si mescolano in un complesso armonico per creare la grande epopea della Vallassina, di questa terra benedetta dove il lavoro è benedizione, dove le iniziative si susseguono a ritmo serrato.
E se Erba, che ancora si trova ai margini della valle, quasi sentinella severa, impone l’autorità delle sue aziende, delle sue piccole industrie, delle sue botteghe artigiane, altri centri fanno corona alla vitalità della Vallassina.
Da Canzo ad Asso, a Pontelambro, a Valbrona è tutto un palpitare di attività, un fermento di idee e di inizative che a mano a mano trasformano il volto della valle collocandola fra le più moderne ed avanzate del nostro tempo.
C’è la tradizione delle forbici, rifinite con i più tecnici criteri, elaborate e studiate secondo le concezioni più ardite, ma accanto a quest’attività principe altre oggi se ne sono sviluppate, imprimendo a tutta la regione un suo ritmo particolare, una sua partecipazione entusiasta al cammino dell’evoluzione.
La gente forte e generosa di questa valle ha fatto ormai la sua scelta ed anche se turisti e villeggianti continuano ad affluire, attratti dalle consuete bellezze naturali, non dimentica che la vita esige un contributo di impegno per elargire i suoi doni inestimabili.
Ecco allora che, accanto alla Valassina turistica, pronta ad accoglierci nella sua serena bellezza, se ne affianca un’altra, forsse meno nota, forse insospettata, ma non per questo meno reale ed autentica.
E’ la Vallassina di tutti i giorni, la valle che lavora con incrollabile entusiasmo, che offre lo spettacolo di un’operosità davanti alla quale si resta stupiti ed ammirati.
A questa nuova Vallassina dedichiamo queste pagine, perchè tutti imparino ad amare una terra impareggiabile che ha voluto, con la forza delle sue tradizioni, allinearsi con le conquiste più esaltanti del progresso.
F.MOLFESE