Stok Kangri base camp
Il caldo è soffocante anche di notte. Mi sveglio nel lenzuolo sudato e me ne sto ad osservare il ventilatore sul soffitto che continua a ronzare. Quando salta la corrente, e salta spesso, comincia a rallentare e questa stanza senza finestre diventa un forno. Sono le 4 di notte e ci saranno 35°. Mi tiro in piedi, mi infilo le ciabatte e mi piazzo sotto la doccia. Che giorno è Birillo?Oggi è il 9.
Incredibile, è passato un mese, sembra un eternità ma solo 30 giorni fa, a quest’ora, stavo a -25° in mezzo al ghiacciaio ai piedi dello Stok Kangri. A volte mi dimentico di tutta la strada che abbiamo fatto, di tutti gli sbalzi e le fatiche che abbiamo affrontato. Forse stiamo chiedendo troppo alle nostre povere ossa.
Il nostro corpo si adatta ma non è facile come cambiarsi equipaggiamento: il caldo, il freddo e le difficoltà diverse ci mettono a dura prova. Il cibo per esempio: anni luce diverso da ciò che mangiamo a casa e continua a cambiare a seconda delle zone e del clima in cui ci troviamo.Mangiare ora i momos, i ravioloni farciti titetani, mi darebbe la nausa al solo pensiero. Ognuno poi è diverso, Enzo ha perso un sacco di peso nonostante continui a mangiare per provare a recuperarlo mentre io, che ormai vivo di limonata e frutta, ho messo su quasi quattro chili nonostante il caldo.
Ma se il corpo cambia cosa fa la mente? Anche il modo di pensare e comportarsi è cambiato. Enzo era nervoso, sempre arrabbiato quando eravamo tra i monti ad alta quota. Mi ricordo che spesso, nella fatica, dovevo farlo parlare perchè sbollisse il peso di quel nostro avanzare. Una volta si è letteralemente incazzato con la montagna, ha tirato a terra il bastone ed ha comiciato ad imprecare perchè era stufo di trovare una nuova collina dietro ogni dosso. Era buffo ma anche furente e credo si aspettassse davvero che la montagna si scusasse. Qui lui regge molto meglio di me il caldo, ora sono io quello nervoso ed irrascibile.
Mi torna alla mente la Zia Giusy. Spesso mi fa la predica perchè a casa uso logica e psicologia per gustificare il comportamento di tutti, è veramente difficile che arrivi al contrasto, anche solo verbale, con qualcuno. Per questo la Zia si arrabbia: “Quello è un asino, non è che devi trovargli per forza una scusa. Se uno è un asino è un asino. Mi sa che devi imparare ad arrabbiarti un po’ di più quando serve!!”.Rileggendo le ultime cose che ho scritto credo di avere fatto progressi in questo senso =)
La “fortezza” è una roccaforte che domina e protegge, è il nomignolo con cui chiamo casa mia ma è anche una caratteristica molto interessante dello spirito. Normalmente a casa sono talmente sicuro delle mie capacità che affronto ciò che mi circonda in modo quasi distaccato. Conosco me stesso e soprattutto mi conosco in quell’ambiente. E’ difficile che un problema non lo veda arrivare per tempo ed il massimo delle difficoltà è rappresentato dall’imprevedibilità di Dio. Per questo ho quell’attegiamento pacificamente ascetico che tanto irrita la zia.
Qui è diverso, non solo non conosco a fondo le difficoltà dell’ambiente ma non sò nemmeno come reagiranno la mente ed il corpo in questo scenario. Qui non ho la mia consueta “fortezza” e per questo sono costretto sulla difensiva, non ho ben chiaro cosa possa succedere e devo essere pronto a difendermi da ciò che non conosco.Il fatto che questa gente viva in un modo per me inconcepibile ed autolesionsta li rende per me inconsciamente pericolosi.Ecco spiegato perchè sono incazzoso come un cane idrofobo.
Cristiana, il nostro margine di sicurezza è ampio, tengo d’occhio il perimetro, ma devo confessare che qui non sono abbastanza forte da possedere la serenità di cui godo a casa. Non è un gran problema, basta tenere duro ancora un po’ e poi si torna, ma ciò che mi interessa è la curiosa riflessione che ne consegue: la pace non appartiene ai deboli, punto.
Sei proprio strano Birillo, con questo caldo, ad un mese dallo Stok Kangri, ti metti a filosofeggiare sui massimi sistemi alle quattro del mattino?!!? Credo che ormai sia troppo tempo che parli in Italiano solo con Enzo, ho paura tu sia diventato un po’ logorroico!!
Cristiana non preoccuparti e smettila di sognare Shiva che annoda le budella ad Enzo!! Quello che invece mi preoccupa è che Enzo continua a sognare la dea Kali che gli tira i piedi di notte. L’ultimo che mi ha raccontato di avere qualcuno che gli tira i piedi di notte era un ex-pilota di caccia che aveva partecipato a bombardamenti durante la guerra in Bosnia. Le sue vittime passavano a trovarlo ogni notte!!! O Enzo ha dei grossi sensi di colpa o ha parecchio bisogno di una donna!!