Squilla il telefono e nell’apprecchio risuona la voce de “Il Presidente”: «vieni al lago in canoa?». Cinque minuti dopo sono in ciabatte sulla porta di casa con il costumino rosso e la maglia dei Flaghéé aspettando che passi Franco a prendermi.
Gli amici dell’associazione “Il Canneto”, Giusy e Carlo, hanno a Casletto (frazione di Rogeno) diverse canoe canadesi con cui affrontare le quieti acque del lago di Pusiano. Oltre ad usarle per corsi ed escursioni spesso le mettono a disposizione delle nostre “scorribande”.
In Kayak ho avuto il piacere di pagaiare sul lago di Pusiano in tutte le stagioni (magnifico d’inverno con il lago ghiacciato!) ma era la prima volta che uscivo con una “canadese”: con mia grandissima gioia la canoa che avevamo a disposizione era “identica” (solo leggermente più lunga) a quella usata nella Como-Venezia con i Flaghéé e questo mi ha riportato alla mente magnifici ricordi!
Franco non aveva mai visto il “Cavo Diotti” dal lago e così, nonostante l’acqua bassa e la vegetazione, ci siamo avventurati tra i canneti ed il canale raggiungendo poi la storica chiusa che regola le acque del Lambro.
In rete ho trovato un’accurata ricostruzione storica curata dall’amica ed assese Mara Cavalzutti, giornalista per La Provincia. Il testo integrale si può trovare [qui] mentre quelli che seguono sono alcuni stralci che ho estratto per voi:
Correva l’anno 1793 quando all’avvocato Luigi Diotti venne l’idea di costruire un emissario artificiale del lago di Pusiano, ma solo nel 1795 fu affidato l’incarico all’ingenere Paolo Rigamonti di predisporre il relativo progetto.
Numerose le inondazione documentete nel XVIII secolo: la prima nel 1714, poi nel 1751 e ancora nel 1790. Particolarmente grave deve essere stata quella del 1799: le acque giunsero fino alla Cascina della Rovere ed in piazza mercato ad Incino, provocando danni ad abitazioni e terreni, impedendo il passaggio delle truppe sulla strada da Como a Lecco. La situazione era diventata ormai insostenibile, anche perchè il fiume Lambrone, a causa dei detriti accumulati, aveva abbandonato l’alveo originario.
Già nel 1786 l’ingegner Besana aveva dato indicazioni per alcune opere urgenti. Nel 1800 fu ripresa la sua proposta e si pensò un intervento all’alveo o alle sponde del torrente dalla confluenza della Bova al ponte della Malpensata. Il progetto però incontrò l’opposizione dei paesi rivieraschi e tutti gli sforzi furono concentrati quindi sulla deviazione del Lambrone e sul “Progetto Diotti”.
Nel 1818 è il famoso scrittore Sthendal (che descrisse nel suo viaggio anche la cascata della Vallategna) a parlare del Lambro, del lago di Pusiano e della diga in costruzione. Imbarcatosi presso l’isola dei Cipressi scrisse: «Dall’isola siamo andati allo sbocco che è stato fatto al Lambro che, quando è in piena, sfocia nel lago. Da qui a un nuovo canale che passa sotto la strada tramite una bella galleria. Questo progetto, elaborato da quello che ha costruito casa, doveva essere finanziato dal principe Eugenio, come privato. L’ha cominciato lui. Questo canale doveva fornire l’acqua a una parte della Brianza che è un paese a secco. Si trattava di alzare la superficie del lago d’inverno: a questo scopo venivano acquistate le sponde coltivate del lago. Quest’acqua sarebbe stata distribuita d’estate.»
Con i suoi due secoli di vita il cavo Diotti, che si trova a Pontenuovo di Merone, è quindi un’opera storica fondamentale che permetteva e tutt’oggi permette di regolare il livello delle acque del lago di Pusiano evitando inondazioni nell’erbese e nella Brianza.
Noi, dopo un tuffo nella storia, ci siamo fatti una “scammellata” facendo il giro del lago ed ammirando la prorompente bellezza delle nostre montagne. (Fatevi un giro sul lago di Pusiano in una giornata di sole e capirete di cosa sto parlando!!)
Davide Valsecchi