Mentre cammino squilla il cellulare: “Sei in montagna?” chiede mio padre. “Sì, sto andando al Palanzone con la squadra.” rispondo io. “Palanzone? Ma è roba da pensionati!” Abbozza lui “Già, da pensionati…” replico senza fermarmi mentre cammino nella neve vergine. Lui: “A che punto sei?” Io: “Bhe, sono a metà strada. Siamo partiti da Scarenna, mi ci vuole ancora un po’…” Lui: “Da Scarenna!? Ma sei fuori? Ci vuole una giornata da Scarenna!!” Io: “Già – sogghigno compiaciuto – in effetti è una roba da pensionati…“
Curiosamente alla maggior parte della gente che va in montagna non piace camminare: preferiscono gli avvicinamenti brevi, preferiscono “vincere facile” sbandierando nomi importanti. Tuttavia i “giovani” della squadra hanno “voglia” e, visto che questi ragazzi mi piacciono, era il momento di metterli un po’ alla prova.
Ho evitato le mete altisonanti ed ho puntato ad occidente. Da Scarenna alla cima del Palanzone, passando per la val del Buri e Dosso Mattone, sono più o meno 1200 metri di dislivello con uno sviluppo andata e ritorno di circa 18km: si viaggia sempre sotto i 1500 metri di quota ma c’era abbastanza neve per fare qualche esperimento e “battere” qualche traccia vergine.
“Non basta essere all’altezza delle difficoltà che si affrontano, bisogna essere superiori ad esse.” recitava il grande Paul Preuss. Per questo nel facile dobbiamo esercitarti con il difficile. Se non sei pronto ad affrontare setto o otto ore sulla neve tra le nostre montagne non sei pronto ad avventurarti per quattro o cinque ore a quote più alte. Il nostro territorio è un magnifico campo d’allenamento che dobbiamo imparare a sfruttare al meglio. Questa è come la vedo io.
Così come mi aspettavo la squadra ha “divorato” la salita. Solo il buon Fabrizio, che ha ancora il ginocchio mezzo scassato, ha avuto qualche problema. Tuttavia Andrea si è dato un gran da fare nel dargli supporto e tutta la squadra ha fatto quadrato come si deve. Grazie Marzio! Bravi!
In vetta il panorama era spettacolare e tutti erano ancora belli carichi. Scesi al rifugio Riella abbiamo fatto scorta di birre ed affettati pranzando tra i tiepidi raggi invernali di sole. Ogni uscita una festa: molto bene!
Visto che la collaborazione tra i soci del Cai Asso e del Cai di Caslino si fa sempre più proficua mi è sembrato doveroso che il nostro viaggio, iniziato da Asso, proseguisse appunto per Caslino. Quindi giù! Siamo scesi dalla Bocchetta di Palanzo fino al Foro Francescano e quindi in paese.
Il Cai di Caslino aveva organizzato una mostra fotografica e per questo la nostra squadra ha fatto tappa per salutare Gianni e gli altri amici. L’occasione è stata propizia anche per fare due chiacchiere con i Presidenti della sezione di Caslino e di Merone, sezioni a cui appartengono i giovani della squadra.
I “clan” della valle stanno stringendo nuove alleanze e spira un vento nuovo, frizzante e pieno di novità!
Dopo questo “aperitivo” credo che la squadra sia pronta per il “Gran Tour Invernale” e, sistemata qualche pecca nell’equipaggiamento, anche per spaziare oltre il lago. Bravi!
Davide “Birillo” Valsecchi
NB: Un grazie speciale a Claudia, anima e cuore della squadra, per aver scattato le fotografie e per aver portato la torta al cioccolato!!