Avevo intenzione di portare Bruna a fare un po’ di Canyoning (o torrentismo che dir si voglia) e per questo mi ero rivolto a Fabrizio, guida alpina e “veterano” dei Corni, che insieme a Pascal, anche lui guida alpina ed esperto di canyoning, organizza escursioni guidate nella valle del Bodengo. Loro avrebbero messo a disposizione tutto il necessario (imbrago, muta e tutto il resto) e si sarebbero presi cura di Bruna e degli altri membri del gruppo: io non avrei dovuto fare nulla se non godermi la gita in pieno relax!
Purtroppo sabato il tempo girava al brutto. Dai 32 gradi di Venerdì si era scesi fino ai 13 mentre la pioggia continuava ad aumentare. L’idea di affrontare il fiume sotto la pioggia cominciava a stuzzicarmi anche se la decisione, come è giusto che sia, spettava a Fabrizio e Pascal.
Nonostante la pioggia eravamo partiti per Gordona con grande anticipo e per questo eravamo già in “alto lago” quando Fabrizio mi chiama al telefono: «Ciao Birillo, cattive notizie. La pioggia non sembra smettere ed il fiume è salito molto. Il gruppetto con cui dovevate uscire ha dato forfait per via del tempo. Se vuoi possiamo aspettare un po’ e provarci comunque. Con il fiume in queste condizioni l’uscita è un po’ tirata per i capelli: per la tua morosa sarebbe una ravanata non da poco».
Il piano era far divertire Bruna: potevo sfidare il fiume ma non avevo intenzione di affrontare una settimana di prediche. «Naaaa! Non ti preoccupare Fabrizio. Rimandiamo a settimana prossima se per te va bene». Mi dispiaceva non poter bere una birra con Fabrizio chiacchierando dei Corni ma trascinare Bruna in qualcosa ancora fuori dalla sua portata era da evitare.
«Peccato, accidenti.» Sussurra Bruna. «Era davvero carica oggi!». Farla camminare è una mezza tragedia ma, inaspettatamente, si sta appassionando a tutte queste attività “strane”. Mi scocciava farla tornare a casa a mani vuote e così l’ho buttata lì: «Vabbè. Abbiamo il costume, i calzari e l’asciugamano: andiamo a Bormio alle terme!»
«Evviva!! Andiamo!» Il piano sembrava quello anche se non lo avevo completamente ponderato. «Okay, andiamo… quanti chilometri sono da qui a Bormio?» Bruna consulta lo smartphone: «Oltre 90, un ora e mezza di strada!» Ouch!!!
Nel 2009, in Ladakh, avevo speso 9 ore di Jeep per attraversare i 150km di sterrato del khardungla pass superando il valico a 5,359 metri di quota. Avevamo fatto tutta quella strada solo per raggiungere la sorgente di acqua termale che sgorga nella Numbra Valley: dopo tre lunghe settimane eravamo alla disperata ricerca di un un po’ di acqua calda in cui farsi finalmente un bagno.
Acqua calda che sgorga dal cuore della montagna: sì, valeva la pena farsi tutta quella strada!
Sondrio, Tirano e finalmente Bormio. Attraversiamo in fretta il paese puntando direttamente verso Molina ed il torrente che scende dal Passo dello Stelvio. Parcheggiato a lato della strada abbiamo seguito il fiume attraverso il bosco raggiungendo finalmente la “Pozza di Leonardo da Vinci”. La pozza, un piccolo sbarramento artificiale a ridosso del torrente, raccoglie l’acqua calda che fuoriesce da delle tubature: infinita acqua termale gratuite ed all’aperto!
Quando ci infiliamo nell’acqua piove forte, fuori c’erano undici gradi ed all’orizzonte, tra la nebbia, le montagne mostravano ancora il bianco della neve. Un contrasto che rendeva ancora più speciale il caldo abbraccio dell’acqua che scendeva impetuosa sulle nostra spalle: «Che figata!»
Per due ore siamo rimasti in ammollo lasciando che l’acqua ci cullasse. A far visita alla pozza solo un piccolo gruppo di alpinisti Cecoslovacchi, respinti dal mal tempo mentre tentavano il Gran Zebrù, ed una coppia di attempate e simpatiche signore Russe. Curioso come gli italiani snobbino una tale dono della natura.
Visto che ormai eravamo a Bormio abbiamo fatto una puntata anche a Livigno superando il passo del Foscagno. La luce della riserva si è accesa esattamente mentre ero in coda al distributore di benzina. Lassù la benzina costa 1.1 euro e questo significa che per fare il pieno ho speso 47 euro anzichè le consuete 70 euro!
Superato il passo della Forcola siamo scesi nuovo in Valtellina. Il papà di Bruna, originario della Bergamasca, da qualche anno vive ad Argegno e per questo, lungo la via del ritorno, ci siamo fermati a fare quattro chiacchiere scroccando la cena.
Purtroppo in serata un incidente ha bloccato la superstrada all’altezza di Abbadia Lariana. Siamo rimasti in coda per un oretta prima di essere dirottati nuovamente sulla statale. Purtroppo non c’era modo di puntare direttamente verso Lecco e tutto il traffico era convogliato nuovamente verso nord e verso la Valsassina. Dopo un’altra ora di coda abbiamo raggiunto Bellano ma, davanti alla fiumana di stop rossi che brillavano nella notte, ho deciso che conveniva parcheggiare a bordo lago e schiacchiare un “pisolo”.
Più o meno verso le quattro del mattino abbiamo ripreso il nostro viaggio lungo la superstrada nuovamente sgombra e deserta. Alle undici del mattino la sveglia risuonava nella stanza mentre i raggi di un pallido sole filtravano attraverso le persiane: «Forza Bru! Si va ad arrampicare!»
Davide “Birillo” Valsecchi