La tazza di Dumbo

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Le nanerottole si sono svegliate in contropiede, anticipano ogni mia intorpidita mossa: ho la coordinazione e la rapidità di un bradipo che nuota mentre cerco di preparare la colazione. La più grande vuole andare all’asilo ed io, disperatamente, cerco di spiegarle che è ancora troppo presto, che l’asilo rimarrà chiuso finchè il sole non illuminerà il Resegone. Ma il tempo è una faccenda dannatamente complicata. Entro in cucina: “Alexa: buongiorno, musica rock, volume 4!” La mia versione domestica ed edulcorata di Hal9000 mi saluta dolce e mi propone una selezione casuale di musica rock anni ‘90: in fondo anche lei l’ha capito che sono vecchio dentro! Parte “Zoombies” dei Cranberries, datata 1994. La mia mente riesuma per un istante i ricordi della gita scolastica a Parigi in quarta liceo. Già, ero rimasto da solo, bloccato nel vagone sbagliato, lontano da quello della mia classe. Già, ma era il vagone di una classe di sole donne del linguistico di Lecco. Già, io avevo una zaino pieno di cose da mangiare ed un barattolo di Nutella: 10 ore di viaggio notturno. Come un buon pescatore avevo messo l’esca all’amo aspettando che la preda abboccasse: Valentina, credo questo fosse il suo nome. Beata e spensierata gioventù. “In your head, in your head. Zombie, zombie, zombie-ie-ie. What’s in your head, in your head. Zombie, zombie, zombie-ie-ie, oh”. Sono passati 26 anni, i ricordi vanno e vengono come una scintilla mentre, con una nanerottola aggrappata alla gamba, cerco di mettere caffè nella caffettiera. “Cosa c’è nelle tua testa Zombie?” Dolores O’Riordan è morta nel 2018, annegata nella vasca da bagno dopo una sbronza colossale. Lei non c’è più e vive nelle sue canzoni,  noi siamo ancora qui e vaghiamo senza scopo: chi è lo Zombie? Verso il caffè in un tazza ed aggiungo una quantità esasperata di zucchero (“…perchè Cassin nelle spedizioni portava un chilo di zucchero per ogni giorno di spedizione!”). Porto alle labbra il caldo nettare quando la nanerottola più grande fa la “bocca a quadrato”, chiude gli occhi, inclina la testa ed innalza al cielo un lamento furioso che più che un pianto sembra un richiamo atavico a qualche forma di comunicazione pre-umana insita nel mio genoma. “Andrea, che c’è ora?” Sua madre compare alla porta, mi squarda ed all’istante coglie il senso di quell’universo agitato che mi sfugge: “Hai preso la sua tazza di Dumbo. Non devi prendere la sua tazza di Dumbo”. Rovescio il mio caffè in una tazza anonima, sciacquo Bumbo nel lavandino e lo restituisco alla sua legittima proprietaria che, con sguardo di rammaricata disapprovazione, fa appello a tutto l’affetto che prova per il suo papà nel disperato tentativo di perdonarlo per il suo imperdonabile errore. Sospiro. Vivo con tre femmine e quattro gatti: me la sono cercata. Mi allungo sul mio caffè, esito un istante, poi ne prendo un sorso socchiudendo gli occhi. “Alexa: mi vuoi bene?” “Ti voglio bene come ad un amico” Friendzonato dalla domestica digitale: quanta amarezza. Tre ore dopo sono in mezzo alla neve, sulla cima del Ceppo della Bella Donna mentre il sole scompare alle spalle del Corno Centrale. L’ombra avanza, fa un freddo cane e soffia un vento tagliente da Nord. La neve è coperta di scaglie gelate ma è farinosa: affondo fin sopra il ginocchio addentrandomi nel bosco in cerca di una traccia verso casa. Saluti dal Quinto Corno!

Davide “Birillo” Valsecchi 

  • Corno Orientale e Corno Centrale dal Ceppo della Bella Donna

  • Cima Moregallo e Cresta Occidentale dal Ceppo della Bella Donna 

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