Il canto della sirena rossa mi chiama…
Il canto della Sirena mi chiama, mi sveglia la notte mentre il ricordo del mare ancora mi brucia sulla pelle. Quanti anni mi hai trattenuto in mare sirena?
Per quanto sono stato prigioniero e quando mi renderai la libertà?
Novello Ulisse ho sfidato il tuo canto e sono stato trascinato negli abissi.
Mi sono battuto in un mondo che non era il mio lasciando alle spalle la mia terra nativa, lasciando che il sale inaridisse le mie radici.
Quanto tempo speso a scontrarmi con il Mare per averti.
Ora respiro sott’acqua, ora ho riguadagnato la riva e sento di nuovo la salda roccia a cui aggrapparmi, lascio questo Mare mentre le onde mi sbattono contro violente.
Ma ora ho di nuovo i piedi per terra, ora il Mare non è più avversario alla mia altezza.
Il Mare non vuole che riemerga, vorrebbe tenermi in sua balia impedendomi di alzarmi di nuovo sulle mie gambe.
Ma io non sono più suo, non sono più tuo.
Sfogati Mare, io sono di nuovo sulla terra ferma, là dove io sono Re e tu Servo!!
Inalza le tue onde ed urla io ti aspetto su questo scoglio pronto a battermi come sempre.
Cresci e lanciati nel mio regno, muori ustionato dai raggi di mio fratello Sole.
Non mi fa paura la tua furia, ciò che temo è il tuo silenzio.
Quando di nuovo quieto io cercherò tra le tue onde i suoi capelli rossi sperando di poterla baciare di nuovo sulla spiaggia, prigioniero ora di questa terra come lo fui allora tra i tuoi flutti.
Ma lei non è più mia nè forse lo è mai stata.
Lei è figlia del Mare ed io della Foresta e dei Monti.
Possa il mio cuore trovare la pace nelle ninfe delle fonti e dei ruscelli, possa la mia bocca dimenticare il sapore del sale sulle sue labbra mentre il ricordo e la speranza di una promessa affogano tra le onde.
La nostalgia nel mio cuore non guarirà con l’acqua dolce ed il segno del mare resterà sulla mia pelle anche nell’ombra delle mie foreste.
Questo è il prezzo che pagano coloro che hanno udito il canto della sirena. Questa è la mia pena per aver sfidato il Mare.