Luigino Airoldi: un’ esploratore da leggenda!!

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Luigino-AiroldiSabato 29 Novembre la Biblioteca Comunale di Asso ospiterà uno dei personaggi più incredibili che abbia incontrato dal vivo: Pierluigi Airoldi, detto Luigino.

Un alpinista esploratore che io considero come un grandissimo esempio.
Il nome di Luigino si affianca a quello dei grandi, come Riccardo Cassin, Jack Canali, Walter Bonatti e Carlo Mauri. Fu spesso compagno di questi grandi alpinisti: celebre nel 1961 la spedizione chiamata “Città di Lecco” che, con Cassin alla giuda, conquistò una salita inviolata del montagna più alta d’America: Mount McKinley.

Ma la fama di Luigino non è legata al clamore delle grandi cime, che pure ha conquistato, ma alle roccambolesche vicende in cui si è lanciato.

Quella di Luigino Airoldi è un’avventura nell’avventura. Il suo viaggio era cominciato diversi mesi prima in Alaska. Lì aveva vagato per quasi due settimane su un ghiacciaio, disperso dopo aver raggiunto la vetta della montagna che stava scalando.  Quando tutte le speranze sembravano perse fu fortunatamente recuperato da un aereo militare canadese.

Dal Canada venne riportato negli Stati Uniti, pronto per tornare a casa. A New York però lo raggiunse una curiosa notizia da parte dell’ambasciatore italiano: una nave italiana sarebbe arrivata entro un paio di mesi a Ushuaia. Il vascello era diretto in Antartide e il capitano cercava un uomo per rinforzare l’equipaggio.

L’alpinista non si lasciò sfuggire l’occasione per diventare marinaio, ma, visto che c’era ancora tempo a disposizione, prima di raggiungere la Terra del Fuoco, fece una puntatina in Perù, tanto per chiudere i conti con un’altra cima ancora da conquistare.

La barca su cui si era improvvisato marinaio Luigino era la San Giuseppe II, la prima nave italiana a raggiungere le coste del Polo Sud nel 1970. Più che una nave la San Giuseppe II era una piccola barca a vela con uno scafo in legno di circa 11 metri. Con essa il Comandante Ajmone Cat e i suoi tre uomini d’equipaggio, salparono dal porto di Anzio, per poi attraversare tutto l’Atlantico, diretti all’estremo sud del continente americano.

Il conto delle attrezzature tecnologiche di bordo è presto fatto: un piccolo motore a elica, utile solo per le manovre d’attracco, una radio, “defunta” poco dopo la partenza, una pompa di sentina a motore, semi funzionante, e una a mano… perfettamente funzionante! Niente radar, troppo ingombrante per le piccole dimensioni della San Giuseppe, e per tracciare la rotta solo bussola e sestante.

A Ushuaia, la città più a sud del mondo, si unì al gruppo anche Luigino Airoldi. Lui, già alpinista affermato, non aveva mai messo piede su una barca, ma nei mesi successivi navigò fra i mari più pericolosi del mondo, doppiando Capo Horn e attraversando lo Stretto di Drake fino alla costa antartica, dove si concesse qualche giretto sulla terra ferma con la scalata di diverse cime inviolate.

Durante l’ultimo incontro con Luigino ci ha raccontato il suo precedente viaggio di 8 mesi tra le montagne ed i deserti dell’Afganistan. Luigino è una persona incredibile, le sue storie sono incredibili, la semplicità, la gentilezza d’animo  e l’umiltà con cui le racconta sono incredibili!!

“Per me l’importante era andare, poi in qualche modo si faceva” . Per me uno dei più grandi modelli da cui prendere esempio.

Luigino è anche un accademico dei Ragni di Lecco, uno dei gruppo storici di alpinismo lecchese ed italiano. Il gruppo è stato fondato addirittura negli anni 30 ed è tutt’oggi considerato uno dei più preparati e tecnicamente validi.

La seratà si terrà Sabato 26 Novembre alle ore 21 presso la Biblioteca Comunale Ivano Ferrarini.

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