Questo è il “roboante” titolo con cui Lake Como Lifestyle ha dedicato un articolo ai nostri viaggi in Himalaya. La rivista, che pubblica i propri articoli sia in italiano che in inglese, è una delle testate dedicate al Lario più note a livello nazionale ed internazionale. Lake Como Lifestyle è infatti distribuito nei migliori Hotel e nei locali più trendy, oltre che nei consolati e nelle ambasciate.
Fa un po’ effetto pensare che la nostra storia e le nostre facce ora facciano bella mostra di sé nelle Hall di prestigiosi alberghi come il Villa d’Este di Como, il Villa Serbelloni di Bellagio, l’Excelsior di Praga, il The Time a New York o in luoghi esotici come il Mandarin Oriental a Bangkok o il Karma Kandara di Bali. Ero imbarazzato quando le Zie avevano appeso le nostre foto in Trattoria al Lambro qui ad Asso: figuratevi ora!
L’impegno con cui stiamo portando avanti i nostri “gemellaggi” tra il lago di Como e gli altri laghi del mondo sembra raccogliere sempre più attenzione ed interesse, questa è una grande soddisfazione: nel grande e sempre più famoso Lario anche la nostra Asso ritaglia il suo spazio ribadendo in maniera positiva la sua posizione, la sua natura ibrida fatta di lago e montagna.
Ecco un estratto dell’articolo con le domande che il giornalista, Paolo Filippo Soldan, ha posto al “Duo Assese“:
Cosa ha spinto due assesi a vivere questi viaggi?
Siamo di un piccolo paese che spesso si dimentica del suo grande passato. Enzo ha fatto conoscere il nome di Asso con la sua arte ed io con le spedizioni alpinistiche, in particolare con quella che ha portato a battezzare Cima-Asso in Pakistan. Due anni fa ci siamo incontrati in trattoria ed abbiamo deciso di provare ad unire arte e montagna, viaggio e racconto. E’ in questo modo che è nata la strana storia dei due assesi in giro per il mondo in un’ alternanza di viaggi in posti lontani e viaggi attraverso i confini del nostro lago.
Chi sono i contrabbandieri del Nirvana (titolo del vostro ultimo libro) e perchè?
Il nostro lago, il Lario, è sempre stato terra di confine. Questo forse è rimasto un po’ nel nostro modo di pensare, di vedere il mondo che ci circonda. C’è sempre qualcosa al di là della collina che vale la pena vedere o cercare. Qualcosa di valore che può essere “contrabbandato” con un viaggio. Questo è quello che abbiamo fatto in Himalaya, abbiamo cercato di “portare a casa” emozioni, ricordi schegge di quello che, con gli occhi da assesi, ci è parso il nirvana di cui tanto abbiamo sentito parlare.
Cosa riportate dentro di voi dopo ogni viaggio?
Oggi giorno tutto sembra scontato, già visto. La tecnologia sembra impoverire lo spirito mentre spesso non ci si rende conto del suo vero potenziale. Attraverso il nostro diario di viaggio, www.cima-asso.it, non si deve aspettare il nostro ritorno per ascoltare le nostre storie. Le si può vivere quasi giorno per giorno con foto, racconti, piccoli filmati. E’ bello perchè non si ha mai la sensazione di essere soli, nemmeno dall’altro lato del mondo: siamo assesi in missione speciale. Poi il lato artistico di Enzo prende il sopravvento e la quantità di piccoli oggetti che colleziona o le opere che realizza durante il viaggio ci permette di allestire vere e proprie mostre.
Quali saranno le prossime tappe?
La prossima tappa è l’Africa. In partenza per la Tanzania prima della fine di Febbraio partiremo alla volta di Zanzibar per poi spostarci attraverso le montagne del Sud verso il lago Tanganika. Due mesi di viaggio di cui il primo sarà speso realizzando opere in ferro battuto sull’isola di Zanzibar, il mese seguente andremo girovagando verso il grande lago africano. Anche in questo viaggio cercheremo di unire arte ed esplorazione raccontando dal vivo le nostre esperienze: un roccambolesto misto tra Quark, il Grande Fratello e JackAss
Esiste un parallelo tra la vostra terra e le terre che andate a scoprire?
Noi viviamo tra l’acqua dei nostri laghi e le montagne che li sovrastano e così, nei nostri viaggi, si finisce sempre tra laghi e montagne esplorando un mondo diverso ma comunque simile al nostro. Spesso poi la tradizione tessile del nostro territorio si è intrecciata con i nostri viaggi, come nel caso dei preziosi tessuti in lana pregiata del Kashmir o dando vita alle bandiere tibetane scritte in dialetto comasco e realizzate dai ragazzi del setificio di Como: “E’ con la lingua dei nostri vecchi che chiederemo al vento dell’Himalaya di dare voce alle preghiere dei nostri giovani“. Attraverso “occhi nostrani” riscopriamo come siamo fatti osservando ciò che è differente. E’ un buon modo per crescere ed imparare senza dimenticare le nostre radici