Il Sentierone di Canzo

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Settimane fa, quando ancora la pioggia imperversava quasi quotidianamente, mi sono lanciato nell’esplorazione di un sentiero di cui avevo molto sentito parlare ma che non avevo mai percorso: il Sentierone di Canzo.

Onestamente non saprei spiegare tale nome, il sentiero non è neppure particolarmente grande, ma deve avere avuto una certa importanza nel passato. Il sentiero  permetteva di raggiungere da Canzo l’Alpe Carella passando a mezza costa sul fianco del monte Pessora ed evitando così le paludi, le marcite ed i briganti che infestavano il Lago del Segrino nei tempi andati.

Non lo percorro mai perché, tipicamente, per salire sul Cornizzolo utilizzo altri sentieri. Sul versante canzese del Cornizzolo abbiamo infatti  Il 7 che da Gajum che attraversa la Ravella e che è il più utilizzato, il 6 che invece parte da San Miro e risale lungo il crinale fin sotto la torre dei ripetitore, oppure il 3 che dal lazzaretto di Canzo risale la val Pesora e segue tutta la cresta. Volendo si può anche risalire dalla colma di Ravella superando il Malascarpa.

Quindi no, il Sentierone non lo avevo mai fatto e probabilmente avevo scelto la giornata peggiore per il mio sopraluogo. Dal cielo scendeva un acqua battente che a tratti si trasformava in grandine ed alla fine del mio giro ero fradicio ed infreddolito come un pulcino.

Per imboccare questo percorso è necessario risalire del lazzaretto di Canzo seguendo il percorso del sentiero numero 3 fino ad un bivio dotato di indicazioni e cartelli. Da qui in avanti il sentiero piega a mezza costa sul fianco della montagna proseguendo senza troppi strappi al di sopra del lago e delle rocce che si intravvedono tra gli alberi.

[Foto del fianco del monte Pesora presa dalla cima del monte Scioscia]

Una volta giunti all’Alpe Carella possiamo scegliere tra diverse opzioni per salire alla cima o al rifugio Maria Consigliere. Si può percorrere la strada asfaltata (opzione meno gradevole), il sentiero che risale sul lato orientale del Cornizzolo oppure la via occidentale delle creste che si ricongiunge poi più in alto con il sentiero numero 3.

Viste le condizioni meteo particolarmente avverse ho percorso un po’ di tutti e tre cercando riparo al rifugio prima di scendere per il sentiero numero 7. Il colpo d’occhio sul lago, quasi sempre nascosto dagli alberi, era però abbastanza suggestivo anche in una giornata tanto pessima, credo quindi che avrò altre occasioni di ripercorrerlo accompagnando i ragazzi che seguo con il progetto di Montagna-Terapia.

Vi lascio il tracciato GPS qualora voleste lanciarvi anche voi alla scoperta del nostro territorio!

Davide Valsecchi

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