Due giorni a zonzo tra Corni e Moregallo

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Venerdì e Sabato sono passati a trovarmi un paio d’amici e così, per sfuggire al maltempo che minacciava il week-end, ho organizzato una “due giorni” a spasso per le nostre montagne: un paio di “scammellate” ragguardevoli in effetti.

Venerdì la sveglia suona alle sei del mattino e venti minuti dopo si è già in strada a piedi. Risaliamo fino a Gajum proseguendo lungo il sentiero geologico che costeggia il fiume Ravella. Superiamo il Terz’alpe e proseguiamo verso la colma di Ravella e poi giù, oltre il grande faggio del Fo, fino alla fontanella del Sambrosera. Da lì si risale superando prima la Torre Marina e l’attacco della Cresta del 50° OSA e della Cresta GG OSA  raggiungendo lo Zucon da dove il sentiero emerge dal bosco per snodarsi tra le guglie del Moregallo fino alla sua cima.

Una volta in cima siamo rientrati passando da Pianezzo e dal sentiero che scende attraverso il bosco fino ad Oneda ed alla vecchia mulattiera per Valbrona: a valle in tempo per un piatto di spaghetti!

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Sabato la sveglia suona di nuovo alle sei. Il tempo è ancora coperto ma non sembra minacciare pioggia. Risaliamo nuovamente tutta la valle Ravella ma, giunti al Fo, iniziamo a salire verso il Corno Orientale. Superata la ripida salita che condude al più basso dei tre corni accompagno i miei soci alla scoperta dalla meravigliosa spaccatura nella roccia, un lungo corridoio tra celebri pareti, che si cela alle spalle del Pilastrello.

Da lì inizia la nostra salita al corno Centrale proseguendo poi verso la sommità del Corno Occidentale arrampicando attraverso il “caminetto”. Ormai il più è fatto, sono le undici e mezza ed il nostro viaggio inizia la sua discesa: prima il passo della vacca e poi la dorsale per Cranno. Alla una e mezza siamo già seduti sulla panca della Trattoria al Lambro ordinando spaghetti con la salsiccia e bevendo birra.

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In due giorni abbiamo macinato un bel po’ di strada e, confesso, ritrovarsi stravolti con i piedi sotto una tavola è stato un bel piacere. C’è qualcosa di “liberatorio” nel faticare in montagna, qualcosa che ti lascia svuotato e colmo allo stesso tempo.

Sudato ed affaticato sentivo le gambe pesanti e stanche mentre tracannavo birra e chiacchieravo con gli altri:  ero semplicemente abbandonato sulla seggiola della trattoria ma, per un attimo piacevolmente lungo, quello era il mio posto nel mondo. Alla Salute!

Davide Valsecchi

Nota: ho aggiornato il sistema di visualizzazione dei percorsi GPS. Ora dovrebbe comparire un tracciato altimetrico ed altre nuove funzionalità. Se qualcuno dovesse avere problemi nel visualizzare correttamente questo nuovo sistema è pregato di farmelo sapere in modo che possa “riparare” eventuali disfunzioni. Grazie =)

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