Qualche mese fa, complice una nevicata improvvisa ed un’inaspettato giovedì di sole, mi ero arrampicato in cima al Corno Occidentale completamente coperto di neve. Durante la salita mi ero imbattutto in una lastra commemorativa ed in una piccola Madonna con il Bambinello che emergevano dalla coltre bianca. La foto che vedete qui sopra è stata scattata proprio quel giorno.
Sabato, insieme al mio socio Emanuele del Team Flaghéé, abbiamo percorso la traversata dei Corni ed è stato scendendo dal Passo della Vacca che mi sono accorto di qualcosa di strano. Tra le rocce della cresta, abbarbicato sul vuoto, c’era del pietrisco di colore aranciognolo sparso qua e là. Non essendo abituato a “far via il passo alle cose” mi sono fermato nel tentativo di capire cosa fosse. Ne ho raccolto qualche frammento e, guardandomi attorno, ho capito cosa fosse successo: “Hanno spaccato la Madonna!”
La Madonnina infatti non c’era più e sotto la placca di roccia c’erano altri frammenti di materiale smaltato e cocci. Ho pensato che fosse caduta, che si fosse staccata a causa del tempo ma, perlustrando meglio, ho dovuto purtroppo scartare quest’ipotesi.
Su una pietra abbandonata lì vicino c’erano i segni dello stesso materiale ed era evidente che fosse stata usata prima per diveltere la statuina e poi per frantumarla una volta a terra. Un’accanimento degno dell’ignoranza e della stupidità del gesto.
Confesso di aver provato una certa rabbia nello scoprire la verità. Non è tanto per il simbolo religioso, per la natura blasfema del gesto o per quant’altro. Non è per una questione religiosa che una cosa del simile mi indigna. Non è uno sgarbo ai santi o alle credenze di qualcuno, è un ingiustizia nei confronti di chi si impegnò nel proferire la propria speranza in un messaggio, a chi aveva portando lassù un oggetto tanto piccolo e delicato che tuttavia aveva saputo resistere alle intemperie tanto a lungo.
Un atto simile è come colpire con una pietra un anziano o un bambino: non trovo giustificazione per una cosa simile. Non è un affronto verso un dio o una religione, è un atto vile nei confronti di un uomo del passato che, negli ideali del proprio tempo, aveva lasciato una traccia di sè a protezione del cammino sulla montagna. Ogni cultura del pianeta ha tracciato a proprio modo un “segno” simile ed infrangerlo con violenza significa non comprenderne il valore umano intrinseco.
Nessun Alpinista, degno di tale nome e tramandatore della cultura della montagna, avrebbe mai compiuto un simile gesto. Spero che prima o poi la Montagna pretenda di riavere da lui ciò che egli ha tolto a tutti noi.
Davide Valsecchi
I Corni sono un patrimonio di tutti alla cui salvaguardia provvedono le Sezioni di Asso, di Canzo e di Valmadrera del Club Alpino Italiano (CAI), l’Organizzazione Sportiva Alpinisti di Valmadrera (OSA) e la Società Escursionisti Valmadrera (SEV). Sarà mia premura contattare queste associazioni affinchè si provveda a rimediare e a dare una risposta chiara a quanto accaduto: “Nessuno viene a fare l’asino sulle nostre montagne e a calpestare la loro storia!”